Ravenna, peculato sui biglietti dei siti Unesco: imprenditore in carcere

Romagna | 11 Luglio 2019 Cronaca
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Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Ravenna, nei confronti di un imprenditore originario di Roma, già attivo nel ravennate, per il reato di peculato continuato in concorso con altri tre indagati.
Il provvedimento restrittivo è stato adottato sulla scorta delle indagini svolte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, in relazione a condotte illecite perpetrate dai rappresentanti di una società di Roma a cui la Direzione Regionale per i Beni Culturali dell’Emilia Romagna del Mi.B.A.C. aveva affidato nel 2011 la gestione dei servizi di biglietteria e bookshop presso il Museo Nazionale di Ravenna nonché presso la Basilica di Sant’Apollinare in Classe ed il Mausoleo di Teodorico, questi ultimi inseriti nella lista dei siti dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.
Il contratto di concessione dei servizi prevedeva che la società romana – la quale svolgeva, attraverso sue consociate, i medesimi servizi anche per numerosi musei e monumenti della Capitale nonché per i maggiori siti archeologici della Sicilia – versasse all’Ente pubblico un canone fisso annuo di € 36.100, un aggio pari al 73,10% degli introiti derivanti dal servizio di biglietteria nonché royalties pari al 8,20% sul fatturato conseguito sui cosiddetti servizi di “bookshop” (prenotazione, prevendita, noleggio audioguide e whisper, visite guidate, vendita prodotti editoriali e oggettistica, vendita e-commerce, assistenza didattica).
Dalle preliminari informazioni acquisite, tuttavia, emergeva come la società, nelle sue funzioni di esercente un pubblico servizio in quanto addetta a riscuotere per conto di un Ente pubblico, non versasse tutte le somme dovute, così sottraendole alle casse ministeriali.
Veniva pertanto avviata, su delega della Procura della Repubblica di Ravenna, un’articolata attività investigativa che consentiva di accertare come, dal 2013 al 2017, i tre amministratori unici succedutisi nel tempo nonché l’amministratore di fatto della società avessero omesso il versamento di canoni annui per 100 mila euro e di entrate destinate all’Erario a titolo di aggio sui servizi di biglietteria e royalties sui servizi di bookshop per 462 mila euro, distraendo altresì somme derivanti dalla gestione dei servizi in concessione, per oltre 112 mila euro, non transitati sui conti della società affidataria.
Sulla scorta delle risultanze emerse, le Fiamme Gialle procedevano a denunciare per il reato di peculato continuato i tre amministratori pro tempore della società nonché l’amministratore di fatto della medesima, il quale, nonostante avesse da tempo formalmente lasciato l’incarico di amministratore unico della stessa, continuava a mantenerne il controllo dall’esterno attraverso altre società a lui riconducibili.
Alla luce del solido quadro probatorio acquisito, l’A.G. inquirente richiedeva ed otteneva dal competente G.I.P. l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il principale indagato ed il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie della società e dei quattro indagati per circa 550 mila euro.
La misura restrittiva è stata eseguita dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna, che hanno rintracciato l’indagato ad Anguillara Sabazia (RM) presso la sede di una delle società a lui riconducibili e lo hanno condotto presso la casa circondariale di Civitavecchia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
 

Il sindaco Michele de Pascale in merito all’indagine sugli illeciti nella gestione dei servizi di biglietteria e bookshop di siti culturali della città

 

“I miei più vivi complimenti alla Guardia di Finanza di Ravenna, al suo comandante provinciale, colonnello Andrea Fiducia, e alla Procura della Repubblica di Ravenna per l’attività d’indagine condotta con la consueta professionalità.

Laddove il quadro venisse confermato ci troveremmo di fronte a condotte gravissime a danno di cittadini, turisti e dei principali monumenti della nostra città e del nostro Paese, patrimonio riconosciuto dell’Umanità.  

Al netto delle vicende penali tutti ricordiamo i disservizi culminati con la revoca della gestione, in questo senso assume ancora più valore l’Accordo di valorizzazione siglato a febbraio 2017 che ha aperto una fase completamente nuova in termini di relazioni, efficienza e professionalità nella gestione dei siti”.

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