Ravenna, omicidio Giulia Ballestri: la corte d'Appello conferma l'ergastolo per il marito Matteo Cagnoni
Nel tardo pomeriggio del 26 settembre, dopo tre ore di camera di consiglio, la corte di appello di Bologna presieduta da Orazio Pescatore ha confermato la sentenza di primo grado per Matteo Cagnoni, condannato all'ergastolo per l'omicidio della moglie Giulia Ballestri avvenuto il 16 settembre 2016. Ieri, alla prima udienza il procuratore generale Gianluca Chiapponi e le parti civili (le associazioni Linea Rosa, Udi, dalla parte dei minori e il Comune di Ravenna) avevano chiesto l'ergastolo per il dermatologo 54enne così come, nella mattina del 26 settembre aveva fatto l'avvocato della famiglia Ballestri, Giovanni Scudellari. Il legale di Cagnoni, Gabriele Bordoni, invece, aveva chiesto l'assoluzione o una perizia psichiatrica per escludere che l'imputato avesse un disturbo della personalità che potesse influire sulla valutazione della sua intenzione di intendere e di volere.
La Corte, dopo aver rigettato la richiesta posta dalla difesa di rinviare il processo siano a quando le condizioni psico fisiche precarie dell'imputato fossero migliorate al punto da consentirgli di presenziare alle udienze nonchè la richiesta dei domiciliari con braccialetto elettronico in una clinica specialistica psichiatrica, non ha nemmeno accolto la richiesta di una perizia su Cagnoni, ma ha confermato la sentenza di primo grado ossia l'ergastolo. Confermati anche i risarcimenti per le parti civili: 20 mila euro al Comune di Ravenna, 10 mila euro per le tre associazioni ravennati costituitesi parti civili, 500 mila euro per ciascuno dei genitori di Giulia, 150 mila euro per il fratello e 3 milioni di euro per i figli di Cagnoni.