Ravenna, la presidente di Auser: "Spesso abbiamo regalato la spesa"
Silvia Manzani
«La vigilia di Pasqua ci ha chiamati una ragazza che fa la parrucchiera e vive nel forese. Era disperata: il marito era in cassa integrazione, lei non stava lavorando e ci ha confessato di essere senza nulla da mangiare per la bambina, anche perché il voucher non le era stato consegnato. Ci siamo immediatamente attivati per portarle una spesa a casa. Lei ci ha ringraziati tantissimo, ha detto che avrebbe suggerito a tutta la sua famiglia di devolvere alla nostra associazione il 5 per mille». Mirella Rossi, presidente di Auser, insieme ai suoi volontari ha toccato con mano, nei mesi scorso, l’impoverimento causato dall’emergenza sanitaria Covid-19: «Noi ci siamo occupati, e per la parte dei buoni spesa e della consegna farmaci ancora ci stiamo occupando, del forese del territorio di Ravenna. Un’esperienza che, al di là della paura e della sofferenza, è stata molto toccante: tanti volontari hanno risposto alla chiamata del sindaco e si sono uniti a noi, senza contare che entrare nelle case delle persone per dare una mano è stato molto bello. Abbiamo visto tanta dignità». Per andare incontro a un bisogno esponenziale di sostegno economico, a un certo punto Auser ha emanato una delibera, come ufficio di presidenza, per poter regalare delle spese a chi non ce la faceva: «Spesso si è trattato di famiglie che prima del Coronavirus non avevano difficoltà ma che, a causa dello stop alle attività lavorative, magari perché a partita Iva, stagionali o precari, si sono trovati senza liquidità. In molti casi famiglie italiane, giovani, con bambini piccoli. Più volte, come forma di ringraziamento, ci sono arrivati i loro disegni». Varcando le porte di casa della gente, Auser ha registrato tutte le difficoltà del momento: «Tra mutui da pagare, la cassa integrazione che tardava ad arrivare e l’isolamento, ci siamo resi conti di quanto bisogno ci fosse. Ma allo stesso tempo di quanto basti poco, a volte, per portare un po’ di sollievo».