Ravenna, il Primo maggio riapre il Rasi, fra convegni, presentazioni, cinema e spettacolo

Romagna | 01 Maggio 2021 Cultura
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A forza di focalizzarsi sul 26 aprile, non si è fatto caso al fatto che la data delle riaperture del mondo culturale italiano è decisamente prossima a quel Primo Maggio che celebra per antonomasia il lavoro. Quello che insieme alla salute è stato il pilastro delle nostre vite maggiormente colpito dal Covid-19. E nel mondo della cultura, già piuttosto precario di per sé, il danno sul versante del lavoro è stato anche più grosso che in altri settori. Per questo la riapertura del teatro Rasi di Ravenna proprio sabato 1° Maggio assume una valenza tanto concreta quanto simbolica.
«È un “rimettiamoci al lavoro” denso di significati per chi ha dovuto forzatamente restare fermo o sospeso per molti mesi - dicono Marcella Nonni e Alessandro Argnani, direttori di Ravenna Teatro -. Il mondo del teatro in realtà non s’è mai fermati, ha fatto attività di ogni tipo orientate alla ripartenza in questo periodo di quarantena». In particolare proprio Ravenna Teatro, grazie al sostegno di Comune e Regione, ha anche destinato l’intero importo del fondo di emergenza e dei finanziamenti previsti per attività che non si sono potute svolgere ad artisti, attrici, attori, compagnie, collettivi e teatri con meno tutele del Centro di Produzione Teatrale ravennate.
Sabato 1° Maggio alle 11 al Rasi andrà in scena un appuntamento speciale di «Storie di Ravenna» dal titolo «Dei teatri e del lavoro», con Francesco Antonelli, Elisa Emaldi, Giovanni Gardini, Alessandro Luparini, Giovanni Mazzotti, Laura Orlandini, le letture di Laura Redaelli e le musiche di Valerio Vigliar. L’incontro sarà incentrato sulla riapertura dei teatri cittadini e il significato storico e attuale del Primo Maggio, festa dei lavoratori.
Nel pomeriggio, alle 16, sarà proiettato The Congo Tribunal, film del regista e saggista svizzero Milo Rau, che usa teatro e cinema come contenitori degli orrori dell’umanità, mettendo in scena un processo per i crimini di guerra compiuti durante il lungo conflitto civile in Congo. Alle 18 la giornalista e critica teatrale Francesca De Sanctis presenterà, in dialogo con Matteo Cavezzali, il suo libro Una storia al contrario (Giulio Perrone Editore), con letture di Camilla Berardi. L’intervento di Francesca De Sanctis assume particolare rilievo in un contesto il cui focus è il «lavoro culturale», dato che il suo libro racconta una storia personale e universale che incrocia tante esperienze comuni e tanta storia recente in cui risuonano nomi come quello di Gramsci e dei maestri del Dams, elaborando anche la fine del quotidiano l’Unità nel 2014, all’interno del quale Francesca ha vissuto la sua storia «al contrario», da assunta a precaria.
La giornata si concluderà alle 20, quando sul palco del Rasi andrà in scena Tiresias, una produzione Angelo Mai/Bluemotion, con Gabriele Portoghese e la regia di Giorgina Pi. Lo spettacolo, tratto dal poema Hold your own/resta te stessa di Kate Tempest, ha debuttato la scorsa estate al Paolo Pini di Milano ed è stato salutato come uno degli eventi più interessanti del 2020.
I posti per gli eventi sono limitati. È consigliato l’acquisto on line/in prevendita: Storie di Ravenna a 5 euro, Tiresias a 9 e Tribunale del Congo a 5. Prevendite su vivaticket.it. Info 333/7605760.
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