Ravenna, il campus apre ai ricercatori stranieri
Il campus universitario di Ravenna è il primo, in Romagna, ad aprire ai visiting professor, studiosi e ricercatori stranieri che, su proposta e invito dei docenti che insegnano in città, potranno passare da uno a tre mesi a Ravenna tenendo lezioni e conferenze, incontrando studenti di corsi di laurea e dottorati ma anche lavorando a stretto contatto con i colleghi locali. Ad aprire le danze del nuovo progetto, reso possibile grazie a una convenzione tra Istituto di studi avanzati, Scuola superiore di studi sulla città e il territorio e Fondazione Flaminia, è stata la ricercatrice dell’Istituto di archeologia di Zagabria Ana Konestra. A parlare della nuova opportunità che si è aperta per il campus ravennate è Dario Braga, direttore dell’Isa: «Finalmente realizziamo una decisione strategica che avevo preso già qualche anno fa e che è stata resa possibile grazie all’impegno locale. Quest’anno il bando ha previsto due posizioni per il campus di Ravenna, che permetterà di ospitare il docente di archeologia della Ghent University, in Belgio, Frank Vermeulen e il professore associato di archeologia all’Università di Shirza, in Iran, Alireza Askari Chaverdi. In aprile uscirà un nuovo bando per ospitare altri studiosi nel primo semestre 2020». Nei fatti, non si tratterà di visite estemporanee ma di costruire dei veri e propri scambi culturali: «Il mio obiettivo, per dirla con uno slogan, è fare in modo che quando i visiting professor torneranno nei loro Paesi e qualcuno chiederà loro qual è l’università migliore del mondo, possano rispondere Unibo». La speranza, per il direttore, è che altre sedi universitarie della Romagna seguano l’esempio di Ravenna: «Se il campus darà il buon esempio, sarà più facile, per gli altri, replicare la stessa esperienza». (s.manz.)