Ravenna e Cervia, riaprono gli stabilimenti: «Ecco come sarà la spiaggia nell'estate del Covid-19»
Federica Ferruzzi
Nell’estate segnata dal Covid-19 gli operatori balneari si ingegnano come possono per ottemperare a linee guida arrivate a pochi giorni dalla riapertura E se c’è chi organizza lo spazio degli ombrelloni come se fosse una camera d’albergo - dove si possono scegliere stanze più o meno ampie e dotate di comfort - c’è anche chi installa App con cui il cliente può prenotare tutto quello che desidera senza muoversi dal lettino.
«DIRETTIVE NON CHIARE»
«Sono preoccupato, gestire la spiaggia su prenotazione non sarà facile, non so quante persone riusciremo ad accontentare». E’ questo lo stato d’animo con cui Marco di Marco, del bagno Oasi di Marina di Ravenna, si appresta ad iniziare la stagione. «Ovviamente anche noi rispetteremo tutte le normative, manterremo le distanze, la spiaggia verrà ridisegnata e garantiremo i 12 metri per ombrellone. Proveremo a piantare quelli che rimarranno nello spazio in fondo alla spiaggia, nella zona antistante al bar». Andrà peggio, invece, per i giochi da spiaggia, dal momento che la scelta sarà quella di rimuovere quasi il 90% dei campi da gioco. «Bisognerà anche vedere quanta gente verrà e capire come si dovrà comportare chi viene a prendere anche solo un caffè. Tante cose sono difficilissime da interpretare e applicare, la spiaggia è un momento conviviale, divertente, ma con le nuove disposizioni le limitazioni saranno tante. Il mare sarà vissuto lo stesso, ma in modo diverso. Sono comunque convinto che stare lontani sarà dura e che a settembre non avremo ancora imparato come fare». Per fare il punto sul «mare» di regole che si sentono in queste settimane, di Marco ha pensato di creare il gruppo «balneari romagnoli», uno spazio di confronto e discussione con i colleghi per capire come affrontare l’estate. «Molti dicono che non allestiranno i giochi per bambini, perchè non sanno come riusciranno a gestirli. In fondo è vero, non possiamo diventare sorveglianti, il nostro lavoro è un altro». Se le posizioni sono diverse, tutti i bagnini sono però convinti che i prossimi mesi rappresenteranno una bella sfida. «Tanti clienti hanno confermato i loro abbonamenti, ma chi ha i bambini ha disdetto perchè dice che sarebbe difficile gestirli. Gli aspetti da considerare sono tanti, c’è anche chi è in cassa integrazione e non ha un euro. Avrebbero potuto dare un po’ più di carta bianca, sarebbe stato più facile, cosi non lo è».
«IN SPIAGGIA COME IN ALBERGO»
«A noi la nuova organizzazione ha fatto ridurre gli ombrelloni di parecchio - racconta Cristina Garoia del bagno Spiaggia 30 di Lido di Classe -, ma proprio per questo abbiamo pensato di offrire un servizio in più alla nostra clientela che, così come avviene in albergo, dove le stanze in cui alloggiare sono diverse, potrà scegliere tra più opzioni». In questo stabilimento, infatti, verranno offerte tre zone distinte in cui gli ombrelloni sono posizionati da 12 a 18 metri quadrati. «Abbiamo ragionato come se fossimo in una camera d’albergo, così ognuno potrà scegliere la situazione migliore per sé». I costi, inevitabilmente, cresceranno, «ma, complessivamente, abbiamo applicato un aumento, rispetto all’anno scorso, che non supera il 5%. I prezzi, quindi, non varieranno di molto». Anche qui si potrà pranzare sotto il proprio ombrellone e, quando il proprietario non sarà presente, tramite una App potrà rivenderlo maturando un credito. «Stiamo pensando, inoltre, di lavorare solo con le prenotazioni, in modo da evitare sanzioni». Anche Garoia, come gli altri colleghi, lamenta il fatto che i due mesi di blocco totale si sarebbero potuti impiegare per ottemperare alle richieste che stanno maturando in questi giorni. «Abbiamo ricevuto le linee guida pochi giorni fa, ma tante cose le avremmo potute già fare, come ad esempio la cartellonistica, che deve ancora arrivare». E sul fronte personale le certezze non sono certo maggiori. «Per chi, come noi, quest’anno avrà un terzo dei coperti e il 30% di ombrelloni, la scelta sarà quella di avere meno personale che, però, dovrà lavorare di più».
«TUTTO LASCIATO AL CASO»
«Apriremo il 25, ma al momento stiamo vivendo una confusione incredibile. E’ tutto incerto e lasciato al caso». Non cambia di molto la situazione nello stabilimento Tiramisù di Lido Adriano, dove Fiorenza Bartoli tenta di raccapezzarsi tra regole e raccomandazioni. «Bene o male non abbiamo avuto disdette, ma quando i clienti ci telefonano per avere delucidazioni non sappiamo bene cosa dire. Quello che ci preoccupa è che le linee guida che ci hanno dato sono perlopiù raccomandazioni, frasi da interpretare. Se verranno i controlli dovremo sperare che la nostra lettura sia la stessa di chi viene ad esaminare la situazione dei bagni. Ad esempio ci è stato detto che sotto l’ombrellone possono stare persone di un unico nucleo familiare, ma se vengono due amiche come dovremo comportarci? Se assicuriamo il metro e mezzo di distanza, lo stesso che va garantito tra i lettini, secondo noi significa che due amiche possono stare. Ci si deve improvvisare sperando di fare bene». Quello che è certo è che il Tiramisù non diminuirà il numero di ombrelloni. «Già gli altri anni avevamo una distanza di oltre 12 metri per scelta. E’ chiaro che le difficoltà maggiori potrebbero arrivare dalla gestione dei giochi in spiaggia: molte famiglie hanno ragazzi che giocavano a beach o a racchettoni e se non lo potranno più fare, forse non verranno più. Ad oggi non sappiamo ancora come sarà: ci stanno dicendo che dovremo aspettare i protocolli dei centri sportivi per capire meglio, ma non si sa quando arriveranno. Mancano linee guida efficaci e chiare: non si dà una data di partenza senza spiegare cosa si deve fare, al massimo è il contrario».