Ravenna, crollo diga: il Consorzio di bonifica aveva segnalato problemi il 5 settembre. S'indaga per omicidio colposo
La Procura di Ravenna ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e disastro colposo per il crollo della diga di San Bartolo costato, giovedì 25 ottobre, la vita al tecnico 55enne della Protezione civile, Danilo Zavatta. Al momento non risultano iscritti nel registro degli indagati e si sta procedendo contro ignoti. Le indagini coordinate dal procuratore capo Alessandro Mancini e dal pm di turno, Lucrezia Ciriello, dovranno far luce sulle criticità dell'area che erano già state segnalate dal Consorzio di Bonifica e che avevano portato Zavatta assieme ad altri tecnici, ad effettuare una serie di controlli quel pomeriggio. L'area era gremita anche di personale Anas, forze dell'ordine e vigili del fuoco quando è crollata una campata della diga e, nonostante abbia cercato di correre per mettersi in salvo, Zavatta è caduto ed è stato sommerso dalle macerie. L’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile dovranno risistemare e mettere in sicurezza l’argine del fiume Ronco per ordine della Procura che, il 26 ottobre ha dissequestrato l'area. La Procura ha, altresì, acquisito video ed immagini dell'area, prima e dopo il disastro per capire, innazitutto se poteva essere evitato. Il Consorzio di Bonifica, lo sorso 5 settembre, in una lettera aveva evidenziato le criticità legate all'infiltrazione dell'acqua pertanto l'area era stata chiusa nella mattina del 25 ottobre sia per consentire i controlli che per evitare che l'instabilità dell'argine potesse interessare anche la Ravegnana e provocare crolli alla sede stradale.