Provincia di Ravenna, Gozi, direttore Confesercenti: "Trovare lavoro per gli stagionali sarà molto dura"
Silvia Manzani - La stagione estiva, anche per il lavoro, quest’anno sarà più breve, con conseguenze che si sono viste, fin da subito, sulle offerte e sulla ricerca del personale. Ma anche adesso che le limitazioni si stanno allentando, il problema rimane. A dirlo è Graziano Gozi, direttore provinciale della Confesercenti.
In questi mesi di chiusure, le aziende hanno continuato comunque a cercare personale e a mandare offerte?
«Da tempo la ricerca di personale qualificato per le attività stagionali è diventato uno dei temi più rilevanti per le imprese del settore turistico. Lo scorso anno, per la prima volta nella riviera romagnola, come Confesercenti abbiamo organizzato “Working in tourism”, una sorta di momento di incontro fra domanda ed offerta di lavoro. Hanno partecipato oltre 50 imprese e circa 250 lavoratori. In vista del 2020 avevamo rafforzato l’evento, raddoppiandolo ed avevamo avuto ottimi segnali di interesse. Poi, purtroppo, è arrivato il Coronavirus e siamo stati costretti a rinunciare agli appuntamenti. La ricerca di personale è crollata drasticamente ed anche le offerte sono diminuite sensibilmente. Ricordiamoci che un certo numero di imprese non ha ancora deciso se aprire la propria attività».
Da anni si lamenta una carenza di personale per la stagione: pensate che quest’anno - vista l’emergenza sanitaria che ha portato conseguenze economiche di non poco conto - possa andare diversamente?
«Per decenni quello stagionale è stato lavoro a tutti gli effetti e non una forma di ripiego: stagioni abbastanza lunghe a cui faceva seguito un periodo in disoccupazione. Nell’insieme, per molti lavoratori, era sufficientemente gratificante sul piano economico e professionale. Per tanto tempo, inoltre, nei picchi della stagione, per molti ragazzi era una consuetudine quella di dedicare una parte del riposo estivo dagli studi per conoscere il mondo del lavoro e guadagnare i primi stipendi. Poi sono cambiate tante cose, così come sono mutate le condizioni del mercato turistico. Da una parte, un tasso di disoccupazione contenuto nella nostra Regione ha favorito la crescita esponenziale dell’arrivo di lavoratori da altre aree d’Italia e dall’estero. Contemporaneamente il lavoro è molto concentrato nei fine settimana e “scarico” negli altri giorni, per cui anche le esigenze delle imprese sono cambiate significativamente».
Le aziende secondo voi modificheranno o stanno già modificando i profili delle persone che cercano visto che ci saranno nuove regole in stabilimenti balneari, bar e ristoranti?
«Fino a pochi giorni fa non si sapeva se, come e da quando si sarebbe potuta aprire la propria attività. Oltre due mesi di lavoro sono totalmente persi, con conseguenze pesanti sui bilanci delle aziende e anche sull’occupazione. La stagione sarà cortissima e probabilmente le imprese faranno affidamento sul personale di maggiore fiducia con minore ricorso a quello occasionale. Aggiungo un esempio pratico: attualmente per un lavoratore straniero va previsto un periodo di quarantena di due settimane in luogo adeguato. Di fatto, per l’imprenditore, significherebbe farsi carico del costo di vitto e alloggio per due settimane per un lavoratore che verosimilmente potrà fare una stagione di due mesi: in queste condizioni è difficile trovare il giusto equilibrio economico per l’azienda e la stagione così corta non è stimolante nemmeno per il lavoratore».
Questi ultimi mesi hanno avuto conseguenze anche sui corsi di formazione? Questo si riverserà anche sulle competenze di chi avrebbe dovuto o voluto lavorare come stagionale?
«Gli enti di formazione hanno inizialmente quasi azzerato le attività. Poi, gradualmente, si sono avviati i corsi online, che stanno riscontrando una discreta partecipazione. Per i lavoratori impegnati da anni nel settore si tratta prevalentemente di brevi momenti di aggiornamento, per cui è un problema superabile. Per chi puntava alla prima esperienza nel mondo del lavoro, certamente i disagi sono più significativi. Purtroppo, con ogni probabilità, l’occupazione di questa stagione sarà a livelli sensibilmente più bassi degli anni precedenti. A questo punto, l’importante è rimboccarsi le maniche e partire, come è sempre stato nel nostro modo di fare davanti a qualsiasi difficoltà».