Podismo, oltre 15 anni di successi per le «Signore della Corsa» di Faenza: «Amore e benessere, l’Italia ha preso spunto da noi»

Romagna | 07 Marzo 2022 Sport
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Tomaso Palli
La parola d’ordine è vittoria. Ma senza l’obbligo del risultato perché tutto viene così naturale. Pare un ossimoro ma è quello che da quasi 15 anni stanno riuscendo a fare le «Signore della Corsa» dell’Atletica 85 Faenza. Un gruppo di super donne che corrono e lo fanno anche piuttosto bene considerando i successi e i piazzamenti raccolti nel lustro passato. «È splendida l’idea che spinge queste atlete a correre per un obiettivo comune - spiega Beatrice Bondi, vicepresidente dell’Atletica 85 e responsabile della squadra Master femminile - perché, anche se non si è troppo in forma, prima viene sempre la squadra. E questo è un atteggiamento da vere professioniste, anche se nella vita fanno altro». Bondi conosce bene questo mondo essendo lei stata una signora della corsa, una delle primissime: «Ho gareggiato i primi anni, ma ora ho smesso per coordinare questa squadra». 
Bondi, chi sono le «Signore della corsa»?
«Dobbiamo partire dall’inizio. Dal 2008, quando tutto questo è cominciato. O forse anche prima». 
Abbiamo tempo.
«Non vengo da una cultura sportiva. Per assurdo, da giovane, mi facevo esonerare da ginnastica (sorride, ndr). Ma a 45 anni ho scoperto, grazie alla passione sportiva di un’amica americana che giocava a basket a Faenza, la corsa. Ho iniziato a fare le prime corsette con un’altra mia grande amica diventata poi un’alleata nel progetto delle Signore della corsa: Marcella Minardi. Essendo a Faenza, non potevamo non ambire alla 100 Km del Passatore, un’esperienza umana per chi, come noi, non aveva particolari ambizioni. Ci siamo poi iscritte all’Atletica 85, una società storica e gloriosa sul nostro territorio, per avere un punto di riferimento».
Le prime signore della corsa. Ma eravate solamente due? 
«A 45 anni ci eravamo appassionate alla corsa e, fin da subito, ci siamo fatte una domanda: perché non cercare di creare un bel gruppo di donne Master con la nostra stessa passione? Iniziammo con il passaparola e poi ci venne in soccorso la Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera, ndr)».
Ci spieghi.
«Non ricordo l’anno esatto ma all’incirca era il 2008, la Federazione istituì una Supercoppa Master femminile assegnando il titolo italiano alla squadra migliore in tre prove su quattro: corsa campestre (cross), mezza maratona, 10.000 metri e corsa in montagna». 
Una novità per quel periodo?
«Assolutamente sì. Un approccio diverso rispetto alla solita corsa o gara domenicale, un’idea vincente. E da quel momento sono nate tantissime squadre che hanno preso spunto da quello che avevamo iniziato noi. E lo dico anche oggi: un onore soprattutto se queste parole vengono da chi vince spesso a livello nazionale. È un grande orgoglio aver fatto da scuola per il movimento femminile in Italia».
Ma siete state competitive fin da subito?
«Abbiamo messo insieme la squadra piuttosto velocemente e a Garda, nel 2008, abbiamo vinto il titolo di mezza maratona. Non ce lo aspettavamo. E da lì è stata tutta una vittoria con il titolo italiano conquistato per sei anni consecutivi, dal 2009 al 2014. Per ovvi motivi, abbiamo sempre accantonato la corsa in montagna anche se, alla fine, abbiamo provato in un paio di occasione riuscendo addirittura a vincerle». 
Lei è presente fin dal primo giorno: qual è il più grande cambiamento che ha notato?
«Per forza di cose, abbiamo avuto qualche avvicendamento ma alla fine siamo sempre rimaste una trentina di donne. La qualità si è notevolmente alzata, soprattutto nelle fasce d’età più alte. Ora queste donne si mettono in gioco con grande naturalezza e grandi risultati. Ne ha tratto beneficio l’intero movimento: sempre più numeroso e competitivo rispetto a quando noi, nel 2008, abbiamo mosso i primi passi».
Qual è il segreto che spinge a mettersi in gioco?
«Il grande amore per la corsa e il benessere che ognuna di noi trova in quello spazio che riesce a ritagliarsi durante una giornata, una vita sempre più frenetica. Questa passione è un grande dono. E poi c’è la condivisione: tutte queste donne hanno sempre corso per sé stesse mentre ora lo fanno con obiettivi comuni».
Oltre a quelle già ci tante, vi cimentate in altre discipline?
«Abbiamo sperimentato la staffetta su pista. Ovviamente le atlete impegnate sono solamente quattro, non l’intera squadra, ma rimane lo spirito di correre insieme. E anche qui ci siamo tolte delle soddisfazioni a livello regionale e nazionale». 
Dobbiamo segnare sul calendario eventi futuri?
«Parteciperemo agli Europei di Atletica master a Grosseto (12-15 maggio, ndr). Le ragazze si stanno già preparando».
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