Motociclismo, l'emozione di Lorenzo Gresini: «Avevo chiesto a papà di salire in moto con Enea e di regalarci una gara speciale: è stato di parola»
Tomaso Palli
Sul podio di Losail, accanto al «Bestia» primo e alla moglie Nadia Padovani, primo team principal donna a vincere in MotoGp, c’era anche Fausto. Probabilmente sciolto in un pianto di gioia, dopo le tante lacrime di dolore versate in suo ricordo nell’ultimo anno, festeggiando la prima vittoria della sua idea divenuta creatura grazie agli sforzi della famiglia Gresini, moglie in primis. A dipingere il capolavoro è stato Enea Bastianini, la prima guida scelta proprio da Fausto che già aveva puntato su di lui lanciandolo da ragazzino. Ecco perché è normale pensare che a guidare la Desmosedici GP21, la Ducati che dalle parti di Borgo Panigale risulta essere ancora la moto più affidabile, ci fosse un co-pilota speciale, magari sul codone a tenersi stretto al centauro riminese che ha confermato: «Fausto mi ha spinto dal cielo». Un lampo che ha attraversato la mente di coloro che domenica sono tornati «tutti in piedi sul divano» durante l’intero armonioso percorrere del lungo e ampio tracciato di Losail tra le dune del deserto qatariota. Dello stesso avviso anche Lorenzo Gresini, uno dei due figli di Fausto e Nadia, che ha seguito la gara da casa: «Sono sicuro che babbo Fausto fosse lì in Qatar con i suoi ragazzi a festeggiare la vittoria».
Lorenzo, sono passate 24 ore dalla vittoria di Bastianini: è riuscito a metabolizzare?
«Non ancora del tutto ma… ci stiamo lavorando (sorride, ndr)».
A cosa ha pensato?
«Ho pensato moltissimo al babbo. Ma penso sia accaduto un po’ a tutti quanti, il pensiero principale a Fausto. La vittoria è stata una boccata d’aria fresca che ci ha aperto il cuore, un’emozione unica e indescrivibile. È difficile trovare le parole per spiegare le emozioni che si possono capire solamente vivendole».
Ma vi aspettavate un exploit così?
«Sapevamo di avere le carte in regola per poter fare una buona gara, ma non fino a questo punto. Magari un podio, ma nessuno pensava di poter ambire fin da subito alla vittoria, al gradino più alto. È stato un bellissimo modo per continuare a ricordare il babbo e per far vedere a tante persone che la Gresini Racing è molto competitiva e lo sarà ancora: ci ha ripagato dei tanti sacrifici fatti nell’ultimo anno».
Dove ha visto la gara?
«A casa, insieme ai miei nonni materni. È stato un momento tesissimo. Siamo stati in silenzio per l’intera durata della corsa, dalla prima all’ultima curva fino alla bandiera a scacchi. E poi ci siamo lasciati andare tra esultanze e pianti. Eravamo agitatissimi, pieni di adrenalina accumulata durante la gara».
Dal suo Instagram ha poi esultato anche con l’altra nonna, la mamma di Fausto.
«Ci tenevo a festeggiare anche con lei… e abbiamo cantato l’inno d’Italia che lei conosce bene».
«Fausto mi ha spinto dal cielo», ha detto Enea Bastianini a fine gara. La sua vittoria non è solamente una coincidenza.
«Non lo è. E ne sono profondamente convinto. Parlo spesso con babbo Fausto e l’ho fatto anche prima della gara chiedendogli di salire in moto con Enea e portarci a casa un risultato importante, ne avevamo bisogno. E alla fine ha fatto quello che ci eravamo detti».
E poi le tante dimostrazioni di affetto tra social e immagini dal Qatar con sua madre.
«Mia mamma è felicissima! È stato molto bello ed emozionante ricevere tutti questi complimenti e questo grande supporto che va a tutte le persone della squadra».
Chi ben comincia è a metà dell’opera. Ma quale sarà questa «opera»?
«Abbiamo in mente di continuare a migliorarci perché i margini di miglioramento ci sono e ci saranno anche in futuro. Vogliamo continuare così dopo aver iniziato abbastanza bene, diciamo così. Speriamo di proseguire su questa strada, ma sono certo che il lavoro continuare a dare i frutti sperati».
La vittoria alza l’asticella anche agli occhi degli avversari. A Mandalika per confermarsi?
«L’idea è quella, ma non lo diciamo troppo forte per non gufarcela (sorride, ndr)».