«Non bisogna mai dimenticare che il monopattino è un veicolo e, al pari delle biciclette, i conducenti devono sottostare alle regole del Codice della strada». E, prima ancora, al buonsenso. Ad Eralda Baravelli, responsabile uffici per la sicurezza urbana in forze alla Polizia locale di Ravenna, non sono certo sfuggiti d'occhio i numerosi monopattini elettrici che, complice la bella stagione, iniziano a sfrecciare nei nostri centri storici e soprattutto sui lungomare dei nostri lidi. «Non abbiamo ancora elevato sanzioni – spiega la commissaria capo –: ora siamo concentrati a vigilare sulla ripartenza della stagione estiva alla luce delle norme di contenimento del Covid-19. Ma osserviamo con attenzione l'utilizzo, molto spesso improprio, di questi 'mezzi atipici'».
«Atipici» perché si tratta di una novità che va ad incastrarsi un po' forzatamente nella nostra classica suddivisione tra «velocipedi» (le biciclette) e «ciclomotori». Come recita l'ultimo Decreto Milleproroghe, non sono previste sperimentazioni, regolamenti comunali e segnaletica ad hoc. Vanno equiparati alle biciclette «ma non sono giocattoli - sottolinea l'agente - e a loro volta devono rispettare le regole. Possono circolare sulle strade urbane con limite dei 50 km/h e sulle extraurbane dotate di pista ciclabile. E possono circolare nelle aree pedonalizzate. Ma come le biciclette, non possono circolare contromano o sui marciapiedi, devono stare in fila indiana e, negli attraversamenti pedonali, vanno condotti a mano. Norme che troppo spesso vengono ignorate». In altre parole, sarà possibile andare da Ravenna a Punta Marina lungo via Canale Molinetto, ma non a Marina di Ravenna lungo via Trieste.
Per essere considerati monopattini, tuttavia, non devono superare gli 0,5 Kwatt di «potenza nominale in continuo» (se si esagera scatta la contravvenzione e soprattutto la confisca) e non possono mai e poi mai superare i 25 km/h di velocità. «Una velocità, se consideriamo la struttura di questi mezzi, forse troppo elevata - aggiunge Baravelli -. Se il conducente superasse questa velocità, a seguito della rilevazione con i nostri strumenti in dotazione, la sanzione sarebbe di 50 euro, con 'sconto' del 30% se saldata nei primi giorni. Ma se il conducente violasse altri limiti di velocità, ad esempio i 20 km/h in prossimità di un cantiere oppure sfrecciasse in modo del tutto inadeguato al contesto, come in una strada pedonale frequentata da molte persone, allora si farebbe ricorso al codice della strada». E le multe, in questo caso, sarebbero più salate.
Per guidarli bastano 14 anni, non serve il patentino e non occorrono assicurazioni. Il casco è obbligatorio solo per i minorenni, «ma basta guardarsi attorno per vedere come questa norma venga regolarmente disattesa – puntualizza la commissaria capo - e il buonsenso consiglia di indossarlo sempre». Monopattino o bici, le mani vanno tenute ben salde sul manubrio e non si può impugnare il telefono alla guida. Semmai si può chiamare con le auricolari. «Consiglio sempre di indossarne solamente una – spiega Baravelli – per essere ben attenti a tutti i rumori in strada». E non si può guidare in stato di ebbrezza. «Ci è capitato di fermare conducenti di velocipedi, poi rivelatisi in stato di ebbrezza – ricorda il commissario -. In questo caso non c'è il sequestro del mezzo, ma la contravvenzione». E non c'è posto per i passeggeri, ma per il solo conducente.
Non possono essere installate selle con altezza da terra superiore ai 54 cm e
non ci possono essere manettini che permettano di dare gas con partenza da fermo: per mettersi in marcia occorre una spinta che porti il mezzo sugli 8 km/h di velocità. In caso contrario, ci troveremmo di fronte ad un ciclomotore con tutto quello che ne consegue, a partire dall'obbligo di patentino e rca. Come per le bici, bisogna avere luci e catarifrangenti.
I monopattini sono in gran parte prodotti nell'est asiatico e commercializzati via internet o nei grandi magazzini specializzati in elettronica. «Non ci sono targhe o libretti – dice l'agente -, ma è sufficiente custodire a casa una dichiarazione di conformità che attesti il marchio CE: potrebbe essere richiesta dalle forze dell'ordine in un secondo momento, magari a seguito di un sinistro, per accertare le effettive caratteristiche del mezzo. Ma la soluzione migliore – conclude Baravelli – sarebbe forse una sorta di targatura per, soprattutto a seguito di incidenti, evitare fughe e identificare il proprietario del mezzo». (samuele staffa)