Lugo, il Gruppo Pucci da bottega ad agroindustria, 90 anni di storia con un 2022 record
«Per i 90 anni ci regaliamo un balzo di fatturato notevole, sarà un 2022 molto positivo, frutto di duro lavoro, anche riorganizzativo negli anni difficili del Covid, fra 2020 e 2021, perché siamo rimasti sempre aperti ed abbiamo dovuto salvaguardare giustamente come prima cosa la salute dei nostri addetti, senza avere troppi contraccolpi sulla realizzazione dei nostri prodotti».
Stefano Pucci, presidente del gruppo di famiglia partito da una bottega in centro a Lugo ben 90 anni fa (nel 1932), racconta l’evoluzione dell’azienda, da negozio artigiano ad impresa internazionalizzata con una forte componente di export (circa il 30% del fatturato totale). L’affermazione del marchio avviene compiutamente tra gli anni ’70 e ’80, con il boom della diffusione dei supermercati, la grande distribuzione. Il Gruppo Pucci è oggi un’azienda che si è imposta nei diversi canali distributivi in Italia e all’estero: gastronomia, food service, retail, Gdo, offrendo un assortimento completo di prodotti e formati. Sabato 2 luglio aprirà l’azienda per un evento celebrativo.
Ma come ci arriva l’azienda Pucci a questo appuntamento? «Ci arriviamo molto bene, quest’anno stiamo avendo una grande crescita, oggi siamo in grado di fare un salto di qualità con l’arrivo di nuovi clienti. A fine 2022 dovremmo registrare un +30% di fatturato, passando da 30 a 40 milioni, aggiungendo occupazione “buona” e meno “stagionale”, infatti con un 50% in più produzione ci sarà molta stabilizzazione».
Negli ultimi 30 anni i passaggi decisivi per il gruppo. Ad inizio anni 2000 quello da azienda artigianale ad azienda industriale con un occhio attento anche alla Gdo. Poi nel febbraio 2013 l’acquisto di alcuni marchi di prestigio: Berni, Condiriso, Condipasta, Carciofotto e anche Louit Freres, nato in Francia nel 1824 e celebre per senapi di alta qualità.
L’ultimo passaggio quello che sta avvenendo in questi anni, con una forte riorganizzazione interna e un preciso restyling dei prodotti, «con una squadra più unita di prima, con un clima e un affiatamento maggiore» sottolinea Stefano Pucci, che spiega le ultime novità: «Condiriso cresce con la nuova linea evo fatta con olio d’olivia, dall’estero arrivano molte richieste sui pesti, in più abbiamo nuove referenze per le lattine da 500 grammi. L’export incide ancora per il 30% complessivo del nostro fatturato, la ripresa dopo gli anni duri del Covid arriva da più continenti, Europa in primis, ma anche Medioriente (Emirati Arabi e Arabia Saudita), un po’ fermi gli Usa, dalla Russia poche richieste, meglio l’Asia, in particolare Thailnadia, Corea del Sud, Filippine». (m.p.)