Il Gruppo Astrofili Faenza porta avanti on-line l’attività e gli incontri pubblici
Federico Savini
«Il 21 dicembre, la congiunzione tra Giove e Saturno, è stato un evento astronomico così raro e fortuito, specie dalla nostra posizione, che non potevamo non condividerlo, sia come associazione che con altri gruppi del territorio, oltre che con il maggior numero di persone possibile. Così, con un po’ di impegno e tante idee siamo riusciti a organizzare una diretta importante, che ha chiuso in bellezza un anno difficile ed è stata premiata anche da grandi numeri». Fabio Fabbri è un socio di lungo corso del Gruppo Astrofili Faenza Aps ed è il principale responsabile dell’approdo in streaming dell’associazione faentina, che sta affrontando il lockdown trasferendo appunto sul web - in particolare su YouTube e Facebook - gli incontri mensili che i soci organizzano nella sede di via Zauli Naldi 2, sulla terrazza delle palestre della scuola Carchidio-Strocchi; incontri che sono aperti al pubblico. A un pubblico che, con i limiti ma anche le potenzialità della rete, può essere oggi più numeroso. La risposta che gli astrofili faentini hanno dato in reazione ai nuovi obblighi imposti dalla pandemia è infatti tra le più riuscite che abbiamo «osservato» - mai termine fu più pertinente - in questi mesi convulsi, così disordinati e complessi per il mondo della cultura e dell’associazionismo.
Va in particolare segnalato che la diretta di 5 ore promossa lo scorso 21 dicembre dagli astrofili faentini in occasione della grande congiunzione tra Giove e Saturno - fenomeno osservabile con questa nitidezza ogni venti e più anni - ha avuto oltre 40mila visualizzazioni, un numero molto superiore rispetto a quello delle usuali video-conferenze degli astrofili, ma che è indicativo di come una passione certamente di nicchia ma altrettanto certamente affascinante possa raggiungere tante persone, se ben coniugata ai media digitali.
«Sono socio dal 1999, ero adolescente e l’associazione aveva un anno di vita - racconta Fabio Fabbri -. Mi avvicinai agli astrofili perché la materia mi incuriosiva e in particolare approfittai di un viaggio che venne organizzato a quel tempo per osservare un’eclissi di sole in Ungheria. Dalla provincia di Ravenna partirono una manciata di bus per andarci; fu un evento di una certa importanza e nel complesso un’esperienza memorabile su tutti i piani».
In cosa consiste la vostra attività ordinaria? Negli anni «normali», insomma…
«Ogni secondo giovedì del mese si organizza un incontro, promosso dai soci ma normalmente aperto al pubblico. Può esserci un esperto che relaziona su qualcosa, delle vere lezioni di astronomia, approfondimenti sulle costellazioni, talvolta sono invitate delle classi scolastiche e spesso si fanno semplicemente osservazioni stellari di gruppo con gli strumenti dell’associazione e i telescopi sul terrazzo della scuola. Ci sono eventi praticamente annuali come le stelle cadenti che osserviamo sempre a San Lorenzo, ma anche più importanti sono gli eventi straordinari, che si organizzano in caso di comete, congiunzioni o eclissi. Spesso ci incontriamo in sede ma in questi casi può capitare di farlo anche altrove, approfittando di un cielo più buio, lontano dalla città. Capita anche di fare attività pubblica e osservazioni quando veniamo chiamati per feste o eventi in contesti specifici».
Gli incontri a cadenza mensile sono poi stati sostituiti da quelli on-line. Quando siete partiti?
«In aprile, quindi quasi subito, anche perché l’incontro di marzo è stato il primo a saltare a causa del Dpcm. Da lì ci siamo ri-organizzati per lo streaming, per il quale il canale prediletto è YouTube, ma siamo anche su Facebook».
Questa nuova modalità ha avuto ricadute, magari positive, sulla tipologia degli incontri che avete organizzato?
«Beh, si può senz’altro dire di sì, fermo restando che ovviamente non potersi incontrare toglie molto alla vita associativa e non ci permette, ad esempio, di usufruire della strumentazione dell’associazione. Il primo incontro on-line è stato molto semplice ed ero io da solo a relazionare, interagendo con gli altri, ma poi abbiamo sfruttato meglio le potenzialità del web, e siamo sempre stati almeno in due nelle dirette successive. . Abbiamo coinvolto con una certa facilità esperti e ricercatori che vivono all’estero, come Nick Tragula, youtuber italiano che sta svolgendo un dottorato di ricerca all’osservatorio di Leiden in Olanda, che riesce a fare ottima divulgazione in rete, con un approccio più “pop” del consueto. Ma lo streaming ci permette di arrivare a un pubblico più vasto anche attraverso personalità più importanti, come Patrizia Caraveo in dicembre. E’ astrofisica e dirigente di ricerca presso la sede milanese dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf-Iasf), e ha collaborato con diverse missioni spaziali internazionali, in ruoli decisionali. Aveva da poco pubblicato un libro e le abbiamo chiesto di presentarcelo. La nostra sede in via Zauli Naldi 2 è poi abbastanza piccola, quindi con lo streaming riusciamo mediamente a coinvolgere più persone di quelle che verrebbero in sede».
Il coprifuoco non avrà reso la vita facile agli incontri associativi…
«Certo che no, già il distanziamento ridurrebbe di molto la capienza della nostra sede, poi dover rientrare alle 22 non consente di fare grandi osservazioni notturne… In generale il fatto di non potersi riunire crea difficoltà e, come detto, l’on-line può diventare una risorsa ma non è la stessa cosa. In particolare, ciascuno di noi ha portato avanti la sua passione senza poter usufruire dei mezzi dell’associazione. Nel 2020 ci sono state cose da osservare, come una cometa e una congiunzione Luna-Venere. Le abbiamo viste da casa».
Per la congiunzione tra Giove e Saturno come vi siete organizzati?
«Doveva essere speciale per forza, quindi ci siamo organizzati per lo streaming e in collaborazione con altre realtà. Io ero nel nostro osservatorio ma il cielo di Faenza quella sera era coperto, così di fatto abbiamo commentato le osservazioni che ci arrivavano dal Gruppo Astrofili Galileo Galilei del Lazio. In quell’occasione siamo entrati in contatto con astrofili da tutta Italia, collaborando anche con il gruppo Antares di Cotignola, dal loro osservatorio a Monteromano».
Quanti soci ha l’associazione?
«Una ventina, siamo un’associazione di promozione sociale nata nel 1998, tutti coinvolti per passione, senza alcune fine di lucro».
Qual è il target della persona che potrebbe interessarsi alle vostre attività e magari entrare nell’associazione?
«Sicuramente un astrofilo è una persona curiosa, qualcuno che si faccia domande su come funzionano le cose in cielo, su come si “accendono” le stelle e si spiegano i misteriosi fenomeni naturali che di solito ci limitiamo ad osservare. In definitiva è la curiosità che porta ad appassionarsi alle scienza. Nel nostro caso comunque l’attività è molto pratica e iscriversi all’associazione permette poi di usufruire della strumentazione che abbiamo all’osservatorio».
Un aspetto «romanticamente inattuale» dell’astrofilia è il fatto che quando accade un evento astrale bisogna esserci. Non vale quell’«on demand» che sta reimpostando le priorità della nostra vita, almeno quelle culturali…
«In effetti lo spettacolo del cielo in movimento è qualcosa che va ammirato in diretta, se così possiamo dire. Le osservazioni vanno programmate per tempo, bisogna organizzarsi e tenersi informati, calcolare tutto quanto per non perdersi lo spettacolo. Questo regala l’emozione di vivere qualcosa di irripetibile; il cielo in effetti non dà repliche!».