Il gene della ‘follia’ in mostra a Cervia

Inaugura venerdì 19 luglio, alle 18.30, ai magazzini del sale Torre di Cervia la mostra Visionari e Apocalittici di ordinaria follia a cura di Claudio Spadoni, promossa dalla Cna provinciale di Ravenna in collaborazione con il Comune di Cervia.
Una esposizione con oltre 60 opere di cinque artisti: Eron, Giovanni Fabbri, Chiara Lecca, Gian Ruggero Manzoni e Luca Piovaccari. Insieme a questi, un omaggio a tre singolari figure della generazione precedente: Mattia Moreni, Germano Sartelli, Demos Ronchi.
«Un appuntamento importante - sottolinea Massimo Mazzavillani, direttore Cna Ravenna - che, ancora una volta, vuole promuovere la crescita culturale e artistica del territorio in un’ottica di ulteriore qualificazione dell’offerta turistica, all’interno di un progetto più vasto che intende affermare i valori dell’artigianato e della piccola impresa, da sempre protagonisti dello sviluppo economico, sociale e culturale del nostro territorio»
Spadoni, che già in passato si era mosso con la mostra Borderline al Museo d’arte della città di Ravenna, sul confine tra arte e follia parla questa volta di coloro che vanno oltre la tradizione, che sconfinano nell’eccentricità, nella diversità. Sottolineando come: «oggi gli artisti più ‘borderline’ potrebbero forse risultare quelli che all’apparenza si attengono, nonostante tutto, alla tradizione dell’arte». Gli artisti – sebbene tutti romagnoli – hanno da tempo varcato i confini della nostra regione inserendosi in «un globalismo ormai senza frontiere: da pittura e scultura, a fotografia e installazioni. Eron, Giovanni Fabbri, Chiara Lecca, Gian Ruggero Manzoni, Luca Piovaccari, si muovono comunque in zone ardue, quasi al limite dei rispettivi linguaggi, come a volerli in ogni caso forzare rimarcando così il carattere della propria condizione, della propria ‘insania’».
A suggellare la ‘follia’ del territorio romagnolo un omaggio a tre figure di un’altra generazione, Moreni, Sartelli, Ronchi.
Sarà una grande opera di una visionarietà apocalittica di Moreni, protagonista del secondo dopoguerra, ad aprire la mostra, che presenta anche un’importante serie di lavori, particolarmente congeniali al tema, di Germano Sartelli, scomparso qualche anno fa. Un omaggio doveroso ad un maestro sui generis, isolato, schivo, come forse nessun altro contemporaneo, ma con una sensibilità rabdomantica.
Con lui, un altro imolese, davvero anomalo nella sua breve e perfino sconcertante vicenda creativa: Demos Ronchi(1922-1978) impegnato in una pratica del tutto ai margini dell’ufficialità, tenacemente votata ad un impegno etico totale».
Fino al 18 agosto, orari: 18-24 (tutti i giorni).