'I cani sentono le nostre emozioni'. Parla l'educatrice cinofila, Carlotta Nucci
Proseguiamo la collaborazione con l’educatrice cinofila Carlotta Nucci del centro Wild dog training asd Faenza che sulle pagine di Setteserequi da suggerimenti utili sulla gestione dei nostri pet.«Se hai paura il cane lo sente e ti si avvicina». Avremo sentito diverse volte ripetere questa frase e, in effetti, i cani posseggono fondamentalmente due canali a noi umani sconosciuti, o parzialmente tali, quali l’olfatto e l’organo vomero nasale. Il loro fiuto è particolarmente fino e sviluppato, il nostro per opera dell’evoluzione (che ci ha portati all’utilizzo di altri canali comunicativi preferenziali) si è come “atrofizzato”. Possediamo tutti un naso con buone capacità, ma non lo sappiamo/vogliamo sfruttare a dovere, perché non ci è sempre fondamentale per la sopravvivenza. L’olfatto del cane è, invece, capace di rilevare la presenza non solo di molecole odorose anche diluite e sparse in ambienti vari, ma anche di percepire la presenza di ormoni che vengono continuamente sprigionati dal nostro corpo sotto le più svariate forme: sudore, urina, saliva etc.. Alcuni di questi ormoni dicono esattamente quello che stiamo provando: gioia, paura, rabbia, dolore e molto altro. Quindi, senza dire nulla, noi umani siamo come un libro aperto per i nostri compagni a quattro zampe. Dalla loro parte, poi, c’è come già citato il cosiddetto “organo vomero nasale” (di cui noi umani siamo sprovvisti) in grado di captare delle piccole particelle chiamate feromoni, anch’esse prodotte quando proviamo particolari emozioni. Hanno inoltre la capacità di intercettare ogni nostro movimento ed interpretarlo secondo il loro schema comunicativo: gesti quasi impercettibili per loro saranno attrattivi, e di conseguenza interessanti. Se il cane si avvicina “insospettito” a noi dunque, magari vorrebbe solamente accertarsi da più vicino di cosa stia accadendo, e non per forza questo comportamento deve essere letto come minaccioso: è pertanto fondamentale evitare di compiere gesti che possano spaventarlo o farlo sentire intimidito, perché non sappiamo come potrà reagire lui alla paura. Riassumendo: sì, la nostra paura potrebbe non solo essere percepita ma potrebbe anche diventare (talvolta pericolosamente, poiché non c’è nulla di più rischioso di un individuo impaurito) la sua paura.