I "Messaggeri della ricerca", 460 km dal Tirreno all'Adriatico per la ricerca dell'Irst
Sandro Bassi - Sono tornati i nove atleti forlivesi, guidati da Daniele Avolio, che dal 24 al 30 giugno, per il sesto anno consecutivo, hanno coniugato sport e raccolta fondi, compiendo un lungo viaggio in bici finalizzato anche (e soprattutto) a sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro i tumori e a raccogliere fondi da destinare all’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori. Sono i «Messaggeri della Ricerca», e quest’anno hanno compiuto la traversata dell’Italia Centrale da costa a costa, da Orbetello, in Maremma, fino a Sirolo, appena a sud del Conero. Oltre a Daniele Avolio, hanno pedalato: Bruno Umiliacchi, Davide Bevilacqua, Gianni Bartolini, Letizia Balestra, Marco Buttaro, Marco Titi, Simone Frignani e Vanessa Zanzani.
«Gli anni scorsi abbiamo fatto Forlì - Roma - spiega Avolio - e altri viaggi più o meno lunghi, quest’anno invece abbiamo recepito l’idea di Simone Frignani che per l’editore Terre di Mezzo aveva brevettato questa bellissima traversata dalla Toscana alle Marche passando per l’Umbria, fra borghi medievali, montagne boscose, laghi e campagne, tutto prevalentemente su strade bianche, perché di asfalto ne abbiamo percorso poco, meno del 30 per cento dei 460 km totali. Abbiamo fatto tappa a Pitigliano, Montefiascone, Todi, Assisi, Castelraimondo, Treia e Sirolo, portando il nostro messaggio a sindaci o loro delegati e cercando soprattutto di veicolare un’idea». Quale? «Quello dello sport come medicina naturale e come miglior prevenzione contro il cancro - dice Avolio - associata ovviamente ad un sano regime di vita anche da un punto di vista alimentare, psichico, generale, ecc. Questo è il nostro scopo principale. Poi, è vero, raccogliamo anche fisicamente denaro tramite gli sponsor e lo giriamo all’Istituto Tumori della Romagna Irst-Irccs, con sede a Meldola. Quanto raccogliamo? Quest’anno ancora non so, l’anno scorso 1600 euro che possono sembrare pochi ma coprono le spese per un mese circa di medicine ad un malato terminale oppure uno stipendio mensile di un ricercatore. In realtà, da un punto di vista puramente economico noi ‘guadagnamo’ di più dai vari eventi che organizziamo durante l’anno, tuttavia il viaggio in bici è ciò che ci caratterizza maggiormente e che appunto ci permette di esprimere il nostro messaggio sport = salute».
Nelle prime quattro tappe i nostri nove sportivi sono stati accompagnati da Simone Frignani (l’ideatore dell’itinerario e autore dell’omonima guida per Terre di Mezzo) che ha aderito «per la nobiltà dell’intento benefico» e per «ribadire che in una società come la nostra, strapiena di mezzi motorizzati d’ogni tipo, è giusto e bello ogni tanto compiere uno spostamento contando solo sulle proprie forze fisiche». Oltre a questa, c’è stata un’altra adesione importante, stavolta come «testimonial»: quella di Carlo Simionato, medaglia d’argento a Helsinki 1983, Mondiali di Atletica Leggera, nella 4x100 assieme a Pietro Mennea, Stefano Tilli e Pierfrancesco Pavoni