Gli operatori locali del cinema (ma anche di teatri e non solo) spiazzati dalle «riaperture» del 15 giugno
«Onestamente, mentre ascoltavo la conferenza del presidente Conte, quel riferimento alla riapertura delle sale cinematografiche il 15 giugno mi ha spiazzato, lasciandomi a bocca aperta». Alberto Beltrani non ci gira intorno: in una filiera culturale in cui i più ottimisti si domandavano se avesse avuto senso ragionare su settembre, le dichiarazioni del presidente del Consiglio sul riavvio di cinema, teatri ed eventi dal vivo il 15 giugno sono state un fulmine a ciel sereno. Di quelli che rischiarano il cielo, certo, ma bruciando anche qualche albero a terra. Lo spaesamento di Beltrani, che a Faenza gestisce le sale Italia e Sarti ma con CinemainCentro è al timone di diverse arene estive e dietro al CinemaDiVino, è condiviso anche da altri operatori, a partire dai colleghi del settore cinematografico (dal CineDream ci hanno chiesto tempo per pronunciarsi su un’eventuale riapertura), ma vale pressappoco lo stesso per il mondo del teatro, dove sono state cancellate mezze stagioni con incertezze progettuali già per l’autunno, nonché per quello della musica dal vivo. Di Beaches Brew scriviamo nella pagina a fianco, ma nel frattempo a Cervia è saltato anche il concerto di De Gregori, rimandato al 2021, mentre dagli operatori Crossroads, che quest’anno non hanno potuto realizzare nemmeno un concerto jazz, la possibilità di fare spettacoli dal vivo viene derubricata come «pura teoria».
Ovviamente anche i grandi eventi pubblici ne risentono: di Argillà scriviamo a pagina 19, mentre lo Sposalizio del Mare di Cervia si terrà il 24 maggio ma «in forma privata», con diretta Facebook dalla pagina del Comune e i ristoratori intenti a realizzare speciali menù da asporto. «L’anello rimarrà in mare volutamente - ha dichiarato Massimo Medri, sindaco della città del sale -, come accadde la prima volta, quando le acque si placarono, nella speranza che questo gesto sia propiziatorio».
Al netto delle buone intenzioni, il riavvio della filiera culturale sembra tutt’altro che prossimo. «Del 15 giugno abbiamo saputo dalla televisione - prosegue Alberto Beltrani -. Nel settore cinematografico, dall’Agis non era pervenuta alcuna informazione, quindi dubito ne sapessero qualcosa. Siamo ancora in attesa di protocolli sanitari specifici per arene e sale, e come tutte le altre imprese prima di ripartire dovremo fare tante valutazioni, dal numero dei posti ai costi della sanificazione, perché la sicurezza del pubblico e dei nostri dipendenti viene prima di tutto». Non a caso, su queste pagine insistiamo da qualche settimana sul tema delle arene del cinema, perché possono contare su spazi aperti e hanno, però, una stagione corta e imminente. Di sale al chiuso, pensavamo di tornare ad occuparci non prima dell’autunno…
«L’ipotesi di riaprire i cinema a metà giugno mi pare del tutto irrealistica - prosegue Beltrani -. Non so cosa faranno i multiplex, ma noi di solito chiudiamo all’inizio dell’estate. Anche più rilevante è poi il meccanismo della filiera: noi siamo il punto d’approdo dei film, dove gli spettatori li vengono a vedere, ma i film vanno prima di tutto prodotti e distribuiti. In questo momento la filiera è ferma, francamente non saprei nemmeno che film proiettare. Per dirla in termini schiettamente di mercato: sono un commerciante che in questo momento non ha prodotti da vendere! Ovviamente le arene estive sono tutt’altra cosa e infatti eravamo pronti a lavorare su quelle. Sale e arene hanno il medesimo codice Ateco e quindi nelle ordinanze ministeriali sono considerate come una cosa sola, probabile che questo spieghi tutto. Con le misure attuali, che sono draconiane, la sola idea di vedere un film in sala somiglia a un incubo. Se nei prossimi mesi calerà il contagio, forse a settembre ci sarà la possibilità di tornare al cinema con misure meno stringenti, rendendo la sala stessa un luogo con un certo appeal, che ora come ora non può avere. Sono fiducioso nella flessibilità che i politici della nostra Regione stanno dimostrando nel governare questa crisi ed esaminare le situazioni e le problematiche dei vari settori in divenire». (f.sav.)