Fruges, Bauckingham palace accoglie pet in difficoltà. Il 3 marzo una cena di beneficenza

Romagna | 22 Febbraio 2023 Qua la zampa
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Dopo aver fatto la volontaria al canile di Imola, Elisabetta Scardovi ha scelto di lasciare il lavoro per dedicarsi anima e corpo a cani maltrattati, provenienti da canili lager, soprattutto dal sud Italia, ma anche da Albania, Serbia e Spagna. 25 anni fa ha acquistato una casa tra Fruges ed Imola, nel territorio della Bassa Romagna, un’abitazione modesta, ma contornata da un terreno di quasi 4500 metri quadri ed ha creato il Baukingham palace, quella che lei stessa definisce una «casa famiglia che vuole offrire una seconda opportunità ad animali che hanno già patito molto». Il nome è singolare e richiama il palazzo reale inglese anche se gli spazi non sono quelli un castello, ma sono stati sfruttati appieno e gli attuali 50 cani che ci vivono assieme ad Elisabetta vengono nutriti, curati e possono godere di un ampio spazio in cui sgambare. «Amo gli animali da sempre, faccio la volontaria da 35 anni ed ero arrivata ad ospitare 8 cani nel mio appartamento - ha raccontato Elisabetta- tutti di grandi dimensioni e razze impegnative. Poi mi sono letteralmente innamorata di un gruppetto di cani ospiti del canile di Imola dove facevo la volontaria e di due di loro che ho portato a casa. Uno in particolare,Hermes, ha dato il via a tutto quello che sto facendo. In questa casa di campagna ho potuto accoglierne ed aiutarne tanti da quelli fobici e deprivati sensorialmente che non erano mai usciti dai box dei canili nei quali erano stati rinchiusi, a quelli maltrattati e in pessime condizioni di salute». Elisabetta tiene in casa i pet anziani perché più delicati, ma per gli altri, che vivono all’esterno ha allestito delle casette dove stanno da soli o al massimo in coppia, ampi recinti nelle aree comuni e mette loro a disposizione delle piscinette d’estate e dei simpatici maglioncini per l’inverno. «E’ un lavoro molto impegnativo sempre per la “gestione ordinaria” e quando i cani si ammalano i costi aumentano vertiginosamente: nello stesso periodo ho avuto tre pet che necessitavano di chemioterapia e due, purtroppo, non ce l’hanno fatta mentre Jasmine la stiamo ancora curando. Io mi impegno tanto, ma i fondi sono sempre pochi: comprata la pappa e sistemate le cucce, cambiati ciclicamente i cuscinoni per le brandine, arrivano le spese più ingenti per accudire i pet malati. Avrei bisogno di riscaldare le cucce dei miei animali che per motivi di spazio stanno all’esterno: grazie al contributo del 110% ho preso i pannelli fotovoltaici per contenere i costi delle bollette, ma bisogna ancora realizzare l’impianto elettrico nel perimetro esterno per portare il riscaldamento in ognuna delle casette/cucce. Considerato che il preventivo che ho in mano è di 6500 euro cui si sommano i 200 euro per ogni pedana riscaldata è chiaro capire come sia un investimento davvero ingente che non posso sostenere». Elisabetta ha fatto della sua passione un vero e proprio lavoro che la tiene impegnata ogni giorno anche se, ovviamente, non è retribuito. «Più passano gli anni più la situazione peggiora dal punto di vista economico: do ai miei animali quello che potrebbero avere in una famiglia mentre, in realtà, sono ospiti di un rifugio, li sfamo e me ne prendo cura perché lo vivo come un impegno forte, una sorta di missione dalla quale non voglio sottrarmi. Faccio tante adozioni, trovo una casa a tanti cani che faccio arrivare in Romagna dal sud Italia, una quarantina li ho “sistemati” tra agosto e settembre, ma quelli che ho qui al rifugio so che non andranno mai via perché sono molto problematici, morsicatori, fobici. Restano con me e io cerco di dare loro non solo affetto, ma tutto ciò di cui hanno bisogno». Grazie alla rete tra volontarie residenti in tutta Italia con le quali ha una particolare «affinità elettiva», Elisabetta collabora per aiutare cani del sud o dei canili spagnoli dove, dopo 10 giorni di permanenza e senza un’adozione, i quattrozampe vengono soppressi. «Purtroppo- o per fortuna!- non riesco a voltarmi dall’alta parte e dire di no di fronte ad un animale in difficoltà, ma avrei bisogno di un aiuto concreto, non solo dei tanti like che le persone lasciano sulla mia pagina facebook dicendo di apprezzare ciò che faccio». Anche se l’umore di Elisabetta non è decisamente dei migliori per la recente scomparsa di due dei suoi amati ospiti e le gravissime condizioni in cui versa Jasmine, il prossimo 3 marzo alle 20 all’agriturismo Palazzone in via Palazzone 41 a Faenza, Elisabetta ha organizzato una cena di beneficenza per raccogliere fondi per le cure palliative di cui ha bisogno Jasmine e saldare il conto per i cicli di terapia cui sono stati sottoposti i due cani purtroppo deceduti. Il menù vegetariano o vegano ha un costo di 35 euro a persona per una decina di gustose portate. La serata, organizzata nella bella cornice dell’agriturismo verrà accompagnata da hit anni 70 ed 80 del dj Crazy Alchemist. Potete prenotare entro il 25 febbraio chiamando Elisabetta (371/5488736) oppure Domenica (347/5413014). Per ulteriori info cliccate su facebook alla pagina Baukingham palace odv. Per aiutare il rifugio potete effettuare una donazione libera utilizzando l’iban IT37U0760113100001045337290 intestato a Baukhingam palace ODV oppure donare il vostro 5x100 utilizzando il cf 90054450375
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