Faenza, torna in carcere il "magazziniere" della droga
E' tornato in carcere il 29ennne finito in manette l’11 ottobre dello scorso anno, dopo un blitz dei carabinieri che lo avevano sorpreso nel garage di un condominio nel centro di Faenza, che utilizzava come deposito di marijuana e cocaina. L'uomo, dopo quell'arresto, aveva beneficiato del regime degli arresti domiciliari, ma i carabinieri hanno accertato che non rispettava le imposizioni fissate dal giudice e così è tornato in carcere.A ottobre i carabinieri di Granarolo Faentino, dopo averlo tenuto d'occhio per alcuni giorni, lo avevano pedinato fino ad arrivare a un garage in via Mameli, in pieno centro a Faenza dove era scattato il blitz. Erano stati sequestrati quasi undici chili di marijuana e 120 grammi di cocaina, immagazzinati in quel locale che a tutti gli effetti era stato adibito a laboratorio per il confezionamento.Su disposizione del gip, era stato portato al carcere di Ravenna dove aveva scontato alcuni mesi di detenzione. In abbreviato aveva rimediato una condanna a sei anni di reclusione per detenzione di stupefacenti, ma dal 19 marzo di quest’anno, il giudice aveva accolto la richiesta del difensore concendendogli i domiciliari in un appartamento a Faenza. Il giudice, oltre al divieto di allontanamento dall’abitazione senza autorizzazione, gli aveva imposto di non incontrare nessuno, al di fuori dei propri familiari.Nel corso dei consueti controlli che i carabinieri del Radiomobile hanno effettuato nei confronti del 29enne, è emerso che la sua abitazione era frequentata da personaggi con precedenti per stupefacenti. In un caso, uno degli “ospiti”, all'arrivo dei militari, aveva tentato di nascondersi in bagno mentre in altre due occasioni, nonostante l'uomo avesse garantito di trovarsi da solo, i militari lo avevano trovato in compagnia di una donna che aveva anche protestato quando i carabinieri avevano ricordato all’arrestato domiciliare che non poteva ricevere visite, salvo quelle dei parenti. Un'altra volta i militari lo avevano pizzicato beatamente affacciato alla finestra che conversava con un conoscente. infine, in occasione di un recente controllo, i carabinieri mentre ispezionavano le stanze del suo appartamento, si erano trovati di fronte un pitbull.Negli ultimi tempi, i militari dell’arma avevano anche appurato che il 29enne aveva la disponibilità di un telefonino cellulare. Esaminando le sue telefonate sono risaliti a contatti con altri personaggi legati al mondo dello spaccio. Nella sua rubrica era registrato sotto falso nome un pregiudicato per fatti di droga, ma il 29enne sosteneva di aver chiamato diverse volte quel numero perchè apparteneva ad una pizzeria export. I carabinieri hanno, quindi, proposto al pubblico ministero, Stefano Stargiotti, l’aggravamento della misura cautelare. Il gip Antonella Guidomei ha concordato con il pubblico ministero, osservando che il 29enne ha dimostrato con le sue violazioni di essere “privo di capacità di autocontrollo”, presupposto “imprescindibile” per poter beneficiare della misura domiciliare, così ha ordinato ai carabinieri di riaccompagnarlo in carcere a Ravenna, provvedimento che è stato eseguito il 15 maggio.