Faenza, Niballo story, quel duello sulla Torre dell'Orologio nel 1982 fra rione Rosso e Giallo
C’è stato un tempo in cui il senso di appartenenza e la rivalità tra Rioni sfociava immancabilmente in atti goliardici come le acquate, gli sfottò, il furto di arazzi e bandiere, i manifesti ironici. Ma si sa, la goliardia ha un confine molto labile e purtroppo accade qualche volta che il confine venga superato. E’ il caso della palla della Torre civica che nel 1982 suscitò non poche polemiche per il «fattaccio», così definito da Ermanno Cola sul Piccolo, accaduto a Faenza la notte della vigilia del Palio. In quelle settimane la Nazionale italiana di calcio di Bearzot aveva conseguito la qualificazione al secondo turno del Mundial. A Ravenna Elio Baruzzi era stato accusato dal figlio Mauro di aver compiuto l’efferato omicidio di Antonia Brunetti, scomparsa due anni prima. Faenza invece, vedeva da qualche giorno la Torre dell’Orologio occupata da alcuni rionali del giallo che dopo averne dipinto la palla in cima continuavano il presidio per evitare che qualcun’altro ci si insediasse. «In quegli anni – ricorda Aldo Ghetti che all’epoca ricopriva la carica di segretario del Palio - era in uso fra i rionali la pericolosissima pratica di fare apparire la palla sulla torre civica del colore del proprio Rione. Il rione Giallo voleva consolidare il dominio sulla Torre perchè ritenevano che fosse nel territorio di loro competenza e perchè era presente nel loro stemma». Quell’occupazione suscitò nei rionali del Rosso la volontà di rispondere alla provocazione nonostante tra i sostenitori si insinuarono molti dubbi su come riuscire a scalare la Torre evitando la «vigilanza» antagonista. Dubbi che furono dissipati dal capo rione Walter Padovani quando «durante il cenone - racconta un testimone della vicenda - concluse il proprio discorso esclamando di non voler vedere la palla gialla l’indomani». Fu allora che gli «esagitati sostenitori» decisero di scalare il monumento usando il fumo della polvere degli estintori come diversivo. Arrivati in cima si consumò tra le due fazioni uno scontro tanto violento e pericoloso che «solo per miracolo non ci scappò il morto». In virtù di quell’episodio l’organizzazione del Palio decise di regolamentare la piazza del Popolo, la piazza del Duomo e la Torre indicandoli territorio neutrale e furono comminate salatissime multe ai protagonisti di quella vicenda tra cui la squalifica di un anno a Padovani. Anche chi partecipò quella notte sottolinea che si trattò di un'azione decisamente rischiosa per la propria incolumità. A testimonianza di quella dissennata usanza resta oggi solamente la palla colorata in cima alla torre. (da.ve.)