Faenza, Massimo Isola, presidente Aicc: "Ceramic Land prossimo obiettivo in regione"

Romagna | 05 Novembre 2018 Blog Settesere
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Manuel Poletti - «Faenza e la ceramica vivono un momento molto positivo, di grande rilievo internazionale e di nuova progettualità. Siamo capofila nella Strada della ceramica europea, abbiamo avuto un’ottima visibilità alla Fiera di  Jingdezhen in Cina, a livello locale i dati sul turismo registrano da oltre 5 anni segni positivi grazie anche all’attrattività che ha il Mic ed eventi come Argillà. In regione, insieme a Sassuolo, vogliamo costruire Ceramic Land, un altro cluster come Food e Motor Valley».
Massimo Isola, assessore alla Cultura di Faenza, ma soprattutto presidente di Aicc e al timone della Strada europea della ceramica, è motivatissimo. Reduce dalla trasferta orientale alla grande fiera di  Jingdezhen, in questa intervista ragiona a 360 gradi sul mondo della ceramica, e non solo.
Isola, l’impressione è che in Oriente, in Cina in particolare, la qualità della ceramica europea sia ancora molto apprezzata. A Jingdezhen che riscontro avete avuto?
«La trasferta in terra cinese è andata molto bene, la migliore di sempre. Il Comune di Faenza è gemellato da 7 anni con la città dove è nata la porcellana, con costanza partecipiamo alla loro Fiera, assomiglia al Cersaie, ma è dedicata soprattutto all’artigianato. Per il primo anno abbiamo partecipato con un progetto ad hoc, pagato interamente dall’Unione europea. Avevamo un grande stand, dopo anni di relazioni crescenti, ci siamo presentati come Strada europea della ceramica insieme alle città con più vocazione storica (Limoges ed Delft). Abbiamo avuto un grande risalto e un importante rilievo istituzionale. La Fiera è organizzata dal ministero dell’Industria della Repubblica popolare cinese, ed il nostro intervento in apertura è stato inserito fra i 3 più importanti. Abbiamo avuto una visibilità eccezionale direttamente, perché sono passati milioni di visitatori a quell’evento, e anche mediaticamente. In questo contesto Faenza era capofila…».
Sulla quantità la Cina non si batte, però l’arte e l’ingegno europeo hanno ancora un futuro in ambito ceramico?
«Loro sono molto forti sul come realizzare i pezzi, sono più deboli invece sul cosa fare, mentre la nostra cultura e la nostra creatività viene apprezzata tantissimo. Certo, la Cina è molto più forte dal punto di vista quantitativo, mentre noi sulla qualità abbiamo ancora molto da insegnargli e loro ne sono consapevoli».
Due network europei presieduti da due faentini (lei e il senatore Collina) sono più di un indizio. Faenza in Europa esprime la leadership?
«Esatto, oggi siamo al top a livello continentale, guidiamo due network rilevanti per il mondo ceramico. La Strada europea, dove ci sono le città con grande tradizione storica in ambito ceramico, sono convinto che avrà un futuro di grande sviluppo progettuale, legato ad eventi. Il prossimo passo sarà far entrare Sassuolo per l’Italia e una città russa. Noi abbiamo rimesso in fila una progettualità comune, che interlocuisce con la Cina, ma che non deve dimenticare gli Stati Uniti e l’America latina. Un percorso dovremo poi aprirlo anche con Londra, dove c’è grande fermento e start up ceramiche».
Quanto vale a livello turistico romagnolo la ceramica oggi? A Faenza intanto le polemiche di alcuni anni fa sulle risorse date dal Comune al Mic sono scomparse o no?
«A livello turistico, nel faentino, negli ultimi 5 anni abbiamo sempre avuto il segno positivo, quindi la ceramica e la cultura più in generale hanno dato il loro apporto importante. Argillà in questo è un esempio, il valore di brand sempre più elevato certamente influisce anche su presenze e arrivi sempre in aumento. Anche i numeri del Mic sono molto incoraggianti, il segno “più” è sempre più evidente, con una presenza di stranieri sempre  più significativa. Il lavoro fatto in questi anni sul territorio, con le scuole, con le associazioni cittadine sta dando i suoi frutti. C’è grande sinergia con i vertici del Museo, col presidente Emiliani e con la direttrice Casali soprattutto».
Si può pensare ad un altro cluster, come il food o i motori a livello regionale? Tra parte artistica e industriale c’è raccondo oppure no?
«Con Sassuolo stiamo ragionando insieme alla Regione per lanciare “Ceramic Land”, un nuovo distretto identitario per il nostro territorio. Poi non vogliamo dimenticare il progetto Mater Ceramica, gli daremo nuova vita tramite un grande portale web realizzato insieme a Confindustria, al Mic e ad Aicc. Industria e artigianato possono stare insieme, anzi devono, servono nuove progettualità, il cantiere è aperto…».
 
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