Riccardo Isola - Il comprensorio faentino, nel 2018, conferma un trend turistico positivo. E’ vero, bisogna dirlo, che siamo in Emilia Romagna dove a far la voce del leone in questo ambito è soprattutto la riviera adriatica durante l’estate, ma le destinazioni alternative, soprattutto legate all’arte, al benessere, all’enogastronomia e allo sport all’aria aperta, stanno ottenendo performance sempre crescenti. Lo attesta il bilancio 2018 per i sei comuni dell’Unione della Romagna faentina redatto da IF, la società di promo-commercializzazione creata alcuni anni fa tra il territorio faentino e quello imolese e la società Jfc di Massimo Ferruzzi. Ma non solo. Per il 2018 è stata anche realizzata un’analisi legata all’impatto economico del turismo nell’area. Per il faentino il 2018 ha fatto registrare 99.318 arrivi (di cui 22.729 stranieri) e quasi 268.000 presenze (di cui quasi 66.000 stranieri). In totale, rispetto al 2017, gli arrivi sono cresciti del 5% e le presenze dell’8,4%.
ARRIVI E PERNOTTAMENTI
Stando ai dati a tirare il turismo nelle terre di Faenza è il capoluogo con oltre 60.338 arrivi (+5,1%) seguito da Riolo Tewrme con 17.730 (+5,3%) mentre Brisighella cala del 2,2% fermandosi a quota 17.300 arrivi. Gli altri comuni (Casola, Castello e Solarolo) pur crescendo del 49% si attestano a numeri molto inferiori arrivando a sfiorare i 4.000 arrivi. Sulle presenze vale lo stesso discorso. Faenza cresce dell’8,7% nel 2018 rispetto al 2017 con 153.391 pernottamenti, Riolo sfiora le 69.000 (+9,7%) mentre Brisighella cala del 4,6% con 35.820 pernottamenti. Gli altri comuni è vero che crescono del 68% ma si fermano a 9.831 pernottamenti. Altra questione numerica importante è quella relativa al trend di crescita dal 2013 ad oggi. Nel territorio faentino-imolese si è passati da 197.328 arruivi del 2013 ai quasi 264.000 del 2018 con una crescita del 33,7%. Le presenze, invece, passano da 492.349 ai quasi 611.00 con una crescita di circa 119.000 unità pari al +24%.
I DATI ECONOMICI
Importante nella comprensione di quanto importante sia il turismo come «industria» vera e propria è conoscere l’impatto economico che genera. Nel 2018 «i dati però li abbiamo solo per quest’anno - sottolinea il direttore di IF Erik Lanzoni - nel territorio sono stati spesi 23 milioni di europ da parte dei turisti. Il 60,3% ricade direttamente sulle strutture ospitanti (quasi 14 milioni di euro) mentre il restante 39,7%, pari a poco più di 9 milioni, viene distribuito sul territorio in altre imprese come negozi, ristoranti, bar, servizi, ingressi vari, etc. Nella suddivisione di genere il settore cosiddetto leisure (piacere) ha generato un fatturato nel territorio di 4,5 milioni di euro, quello della ceramica circa 2,8 milioni di euro, mentre il cibo e il vino 2,4 milioni di euro. «Va sottolineato – spiegano da If – che il settore termale è quello più frazionato e quindi più difficile da quantificare». Per quanto concerne la spesa pro capite del turista oltre all’autodromo, dislocato a Imola per il quale la media è di 125 euro, a dettare legge è la ceramica con un valore di 116 euro, seguito dal business con 11 euro, fiere 110 euro, mentre il food & wine si attesa sui 100 euro, le terme 84 euro e lo sport si ferma a 76 euro. Di fatto il valore medio complessivo del singolo turista arriva a 86,46 euro.
IL COMMENTO DI SAGRINI
«In primis credo sia necessario sottolineare come IF, la società che è stata creata pochi anni fa, stia svolgendo un ruolo importante nel valorizzare e promuovere il territorio – commenta Giorgio Sagrini, sindaco di Casola e assessore al turismo dell’Unione della Romagna faentina – intervenendo e lavorando con capacità ed efficacia strategica e progettuale. Soprattutto - aggiunge - sugli asset delle città d’arte, delle caratteristiche di un territorio vocato a un turismo slow e dedicato alla fruizione all’aria aperta. E ancora, gli aspetti rurali ed enogastronomici, ambientali e paesaggistici sono altri punti di forza che stanno dimostrando come ci siano altri ambiti di crescita turistica. Inoltre c’è un domanda eterogenea che sembra trovi risposte concrete e soddisfacenti da parte del territorio. Ovviamente – prosegue Sagrini – serve mettere in valore tutte queste potenzialità, dagli operatori del settore alla politica, così che questo mix possa diventare volano di crescita ulteriore. Però bisogna sostenere e accompagnare il lavoro di riqualificazione dell’offerta turistica ricettiva, mantenere qualità dell’offerta enogastronomica, migliorare la fruibilità del territorio sia dal punto di vista escursionistico sia infrastrutturale. Bisogna continuare – sottolinea – a far essere presente il territorio nelle fiere europee e nel mondo, perché l’ambito di crescita maggiore è sempre di più l’estero. Infine - conclude l’assessore – bisogna che nel piano strategico dei prossimi anni, si trovi la strada giusta per migliorare ciò che c’è e ciò che ci dovrà essere, dando corpo a uno sviluppo per una mobilità sostenibile, sicura e contemporanea, puntando sull’associazionismo locale, a partire da un ruolo più pregnante e protagonista delle Pro loco fino ad arrivare alla ricerca di necessari canali di finanziamento mirati allo sviluppo di politiche turistiche capaci di promuovere le peculiarità di questo nostro comprensorio sfaccettato ma attraente».