Faenza, il sindaco Malpezzi risponde alle critiche: "Conti in ordine e più investimenti verso il 2020"

Romagna | 07 Aprile 2018 Politica
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Manuel Poletti - «Conti in ordine e alcuni investimenti importanti prima di chiudere la seconda legislatura». Il sindaco Giovanni Malpezzi descrive così i prossimi due anni prima di arrivare al voto del 2020 a Faenza. Dalla Fondazione per il Palio al lungo cantiere del Pronto Soccorso, negli ultimi tempi non sono mancate polemiche e battute d’arresto per l’attuale amministrazione. Il sindaco Malpezzi in questa intervista cerca di spiegare com’è andata e come finirà il secondo mandato.
Sindaco Malpezzi, in quanti studenti sono venuti a chiederle scusa, dopo le polemiche sulle scuole aperte con la neve e le susseguenti offese rivolte a lei su Facebook?
«Per ora ho effettuato 22 incontri, ma non è ancora finita, al termine stilerò un rendiconto preciso. Tutti hanno riconosciuto lo sbaglio. Spero facciano tesoro di questa esperienza e ‘pagheranno’ del danno prodotto con un servizio di volontariato a favore della comunità che stiamo definendo. Auspicavo che avvenisse questo processo, ma mi aspettavo anche che qualcuno accampasse scuse di vario genere, invece tutti hanno riconosciuto l’errore. E’ stato tempo investito bene, spero che per tutti sia stata un’occasione di crescita».
Sulla Fondazione per l’organizzazione del Palio invece ha dovuto «arrendersi», non se ne fa più niente, come anticipò «setteserequi» 6 mesi fa. Il suo è stato un tentativo molto generoso, ma alla fine boicottato da molti Rioni o no?
«E’ vero, la mia proposta era nata a seguito della sollecitazione arrivata dagli stessi Rioni qualche anno fa, invece i frutti si raccolgono solo quando sono maturi…  Quando siamo entrati concretamente nei dettagli del progetto molti di quelli che mi avevano chiesto di far partire un confronto si sono resi conto che il miglior organizzatore rimaneva il Comune. Questo ovviamente mi fa piacere, ma rimango convinto che un evento come il Palio vada organizzato e gestito da una struttura esterna da quella comunale».
Anche sul rinnovo dei vertici della Fondazione Del Monte il Comune, e più in generale la maggioranza, non ne sono usciti bene. L’autonomia di quell’istituto, oggi in mani francesi peraltro (col gruppo Credite Agricole), non andava messa in discussione. Perché avete tentato di piazzare un «vostro» candidato alla presidenza?
«Non c’è stata nessuna invasione da parte della giunta, anzi, abbiamo avuto pieno rispetto delle regole, ma va pur tenuto conto che il Comune ha voce in capitolo in quell’istituzione di credito, dovendo nominare 2 degli 11 consiglieri d’indirizzo, un terzo viene indicato invece dalla Provincia. Nel merito giudico positivamente il nuovo cda ed auguro fin da ora buon lavoro alla nuova presidente Giulia Ruta».
Nell’incontro della Cna con il presidente Bonaccini è emersa l’idea di creare un Museo della velocità. Il momento è opportuno? Ci sono le strutture per ospitarlo in città?
«E’ un’idea sviluppata dalla Cna, certamente la nostra città si caratterizza come una delle protagoniste del mondo dei motori con un team di F1 come la Toro Rosso ed uno di MotoGp con Gresini. Il presidente regionale Bonaccini, a cui è stato chiesto un sostegno, ha ribadito la propria disponibilità al patto che il museo sia in grando di rinnovarsi ed evolvere negli anni. Per quanto riguarda gli spazi disponibili bisognerà approfondire l’argomento, oggi a Palazzo delle Esposizioni non è possibile».
Molti cittadini attendono la chiusura del cantiere del Pronto soccorso. Ci può indicare una tempistica certa?
«Ci siamo, finalmente. Entro gugno sarà terminata la parte muraria, poi rimarranno le attrezzature interne ed i collaudi. In autunno, massimo entro il 2018 il Pronto soccorso rinnovato sarà agibile, me lo ha garantito anche il dg dell’Ausl Romagna Tonini. I lavori al parcheggio partiranno subito dopo».
Da qui al 2020 in molti le chiedono uno sprint, un colpo d’acceleratore per lanciare il centrosinistra in una campagna elettorale che si preannuncia già molto difficile. Cosa farà negli ultimi due anni da sindaco?
«Intanto in questi 8 anni, con poche risorse per i Comuni, abbiamo garantito una qualità dei servizi alta, dalla scuola al welfare non abbiamo fatto passi indietro ed abbiamo rimesso i conti in ordine. Oggi possiamo permetterci qualche investimento importante, frutto anche dell’allentamento del Patto di stabilità, cosa che nella prima legislatura era impossibile anche solo pensare. Agiremo sia su Palazzo del Podestà, come è noto, riportandolo ‘in vita’. Poi puntiamo sulla viabilità cittadina e sulla Grande circonvallazione, dove finanziaremo il primo stralcio da 3 milioni d’euro, e sulle scuole».
Immagino che anche lei sia rimasto sorpreso dalla netta sconfitta del centrosinistra alle elezioni del 4 marzo. E’ finito il renzismo? Come si riparte? Ora rischiano di cambiare colore politico anche molte amministrazioni comunali o no?
«Mi aspettavo un risultato negativo, ma una batosta così proprio no. Credo che questa tornata elettorale sia servita per smentire definitivamente il paradigma andreottiano che diceva “il potere logora chi non ce l’ha”. E’ vero esattamente l’opposto, chi ha governato, anche bene a mio parere, ma con poche risorse, non ha preso poi il voto del popolo. Per il Pd è stata una dura lezione: il potere se non lo condividi, ti divide. A Renzi ed al gruppo dirigente nazionale è successo esattamente così negli ultimi due anni. Adesso servirà molto tempo per ricostruire una prospettva riformista di governo nazionale. Sui territori bisognerà tenere conto di queste tendenze nazionali, anche se il voto amministrativo è diverso da quello delle Politiche».
 
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