Faenza, il sindaco Malpezzi dopo l'addio di Piroddi alla giunta: "Non sono un prevaricatore, anzi"

Romagna | 08 Novembre 2019 Politica
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Giunta del centrosinistra a Faenza, polemiche e rimpalli fra "Insieme per cambiare" che negli scorsi giorni ha comunicato l'uscita dalla giunta dell'assessore Piroddi ed il sindaco Malpezzi che oggi è intervenuto con un comunicato stampa.
«Provo grande amarezza per le dichiarazioni di ieri di Insieme per Cambiare al fine di giustificare l'uscita dalla maggioranza, tante sono le falsità messe nero su bianco nel tentativo maldestro di passare come vittime di chissà quali trame oscure. 
Come tutti ho pregi e difetti. Tra questi, non so se sia proprio un difetto, c'è quello di concentrarmi esclusivamente sul lavoro amministrativo per il bene della città, assumendomi tutte le responsabilità che ne derivano. Inoltre sono poco avvezzo ai tatticismi della politica. Lo ripeto di nuovo, spero stavolta con più chiarezza. La motivazione che mi ha indotto ad assumere direttamente la delega alle materie urbanistiche è derivata esclusivamente dall'esigenza di seguire in prima persona le fasi conclusive degli Accordi operativi urbanistici e l'impostazione del nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG), ambiti gestiti nell'ultimo periodo con impronta autoreferenziale. Garantire che l'azione amministrativa sia totalmente trasparente e non soggetta ad alcun tipo di condizionamento fa parte di quelle responsabilità che un sindaco deve necessariamente assumersi, facendo i conti innanzitutto con la propria coscienza.  Tutte le altre congetture non mi riguardano e le lascio ai retroscenisti. Anche perché la vera domanda da porsi è: se davvero il sindaco fosse l'uomo cattivo dipinto ieri, perché Insieme per Cambiare è rimasta in maggioranza tutto questo tempo? Perché non ha prodotto in questi anni neppure un atto politico o amministrativo in consiglio comunale per denunciare la situazione? La risposta è semplice. Perché la tesi esposta ieri non regge alla prova dei fatti e le accuse formulate sono infondate e pretestuose. Non più tardi di un anno e mezzo fa, infatti, il sottoscritto "sindaco prevaricatore" si è privato delle deleghe alle attività produttive e allo sviluppo economico per trasferirle all'assessore Domizio Piroddi. Un fatto inedito per due motivi: perché non erano intervenute elezioni intermedie tali da certificare una crescita di consenso da premiare, e perché - credo per la prima volta nella storia politica della città - un unico assessore assommava in questo modo le pesanti deleghe urbanistiche e produttive, cioè l'intero ambito di rapporto con le forze economiche della città. In tale occasione ho assecondato l'insistente richiesta di maggior visibilità per l'assessore Piroddi e la sua lista civica con un'unica condizione, che venisse garantito il confronto e coordinamento con il sindaco. Così non è stato. Non esprimo infine valutazioni politiche che competono ai partiti. Non posso però non annotare una questione: dichiarare in maniera esplicita di sedersi al tavolo del confronto con l'attuale maggioranza di centro sinistra in vista delle elezioni comunali dell'anno prossimo, non per parlare di programmi e delle prospettive future della città, ma per porre veti sulle persone, chiunque esse siano, e dichiarare che, in fondo, destra e sinistra sono uguali, a mio modo di vedere è un atteggiamento sbagliato che avvelena il clima politico e i rapporti interpersonali. Quasi dieci anni fa, Insieme per Cambiare è stata la lista che ha lanciato la mia candidatura a sindaco. Eravamo allora poco più di un gruppo di amici entusiasti dell'avventura che stava iniziando. Perfino il simbolo del 2010 fu definito da un mio scarabocchio su un foglio. Nonostante abbia la coscienza a posto, anche solo per questi motivi affettivi ammetto la delusione per questo epilogo da me certamente non voluto. Contestualmente assicuro il mio massimo impegno per garantire, ancora più di ieri, collegialità e compattezza tra gli assessori e le forze politiche di maggioranza».

Ieri era arrivato il comunicato di Insiem per cambiare: "
Ringraziamo l'illustre Signor Sindaco per le parole di apprezzamento e di gratitudine nei confronti
dell'Assessore Piroddi. Purtroppo non possiamo fare altrettanto nei suoi confronti. Certamente tutti i faentini ricorderanno che l'attuale Sindaco fu candidato quasi dieci anni fa (quando era sconosciuto ai più) proprio dalla lista civica Insieme per Cambiare, che affrontando e vincendo le primarie di coalizione, gli spalancò le porte di Palazzo Manfredi al primo turno. A breve distanza di tempo e in corso di mandato il Dr. Giovanni Malpezzi ritenne di unirsi al renzismo (che all’epoca aveva il vento in poppa), abbandonando Insieme per Cambiare. Avendo a cuore l'interesse dei faentini più che le casacche indossate, sostenemmo Giovanni Malpezzi anche durante la corsa al secondo mandato, quando l'attuale Sindaco dopo un deludente risultato al primo turno prevalse al secondo, per una manciata di voti. Anche in questa occasione l'appoggio di Insieme per Cambiare risultò determinante per l'elezione. Nella circostanza il neo eletto Sindaco disse che il drastico calo di consenso l'aveva portato a riflettere e ne avrebbe tenuto conto nell'amibito della gestione dei rapporti interni e con la città.. Crediamo non sia andata così Nel tempo si sono susseguiti ed intensificati atti di prevaricazione ed arroganza politica di cui il ritiro non motivato, arbitrario ed unilaterale delle deleghe in ambito urbanistico ed edilizio rappresenta solo il più recente esempio, che probabilmente non sarà nemmeno l'ultimo. Tale scelta non è stata condivisa o anche
solo preventivamente comunicata alle forze politiche o a i gruppi consiliari che sostengono la maggioranza.
Ricordiamo al Dr.Malpezzi che non è l'Amministratore Unico di una società unipersonale bensì il Sindaco di
Faenza, che è sostenuto da una maggioranza ampia e non dai pochi che lo consigliano (male) ed infine che
il Suo ufficio è collocato presso la Residenza Municipale e non all'interno del prospiciente Palazzo del
Podestà.
Lunedì 4 novembre era stato calendarizzato un incontro fra forze politiche, finalizzato ad esaminare le
possibili prospettive in vista delle prossime elezioni amministrative. Nella circostanza sarebbe stato
ufficializzato quanto informalmente ampiamente anticipato, circa la totale indisponibilità di Insieme per
Cambiare a sostenere la candidatura di Manuela Rontini alla carica di Sindaco per il 2020, ultimamente
ripetutamente sbandierata .
Insieme per Cambiare paga quindi questo rifiuto, oltre a subire la volontà di ridimensionarne la visibilità,
anche dovuta all'ottimo operato dell'Assessore Domizio Piroddi che in questi anni ha saputo armonizzare il
rispetto delle regole urbanistiche, le esigenze di tecnici, imprese e cittadini, ripristinando un punto di
equilibrio che mancava da tempo.
Evidentemente trasparenza ed equidistanza non riscuotono sufficiente apprezzamento e non costituiscono
una priorità. Così il Sindaco, sabato 2 novembre, nella giornata della commemorazione dei defunti
(evidentemente aveva anche fretta), ha comunicato l’intenzione di avocare a se deleghe che in 9 anni e 7
mesi di mandato non ha mai sentito l’esigenza di esercitare.
Diamo atto e ringraziamo coloro che hanno avuto lo spessore e l’onesta intellettuale necessari per
stigmatizzare una sgraziata reazione politica, ammantata con un atto amministrativo formalmente legittimo.
Per dignità, coerenza, senso del dovere e rispetto per coloro che rappresentiamo, non dobbiamo non
possiamo e non vogliamo consentire che l'andamento dell'Amministrazione Comunale e l'interesse della
Città possano essere condizionati da beghe elettorali individuali e che, ancora una volta, si perpetrino
forzature politiche irricevibili. Pertanto Insieme per Cambiare rende al Sindaco Malpezzi anche la delega
alleo Sviluppo Economico, pur con il rammarico di non poter più dimostrare la vicinanza agli imprenditori
faentini, e ritira la propria rappresentanza in Giunta a dimostrazione, come si suol dire, che “non siamo
attaccati alle poltrone”.
Usciamo da questa maggioranza non accettando il metodo ed il merito delle scelte di chi ne rappresenta il
vertice. Siamo delusi senza dubbio, ma senza rimpianti. Abbiamo sostenuto una figura politica che negli anni
si è progressivamente appannata e sbiadita e che oggi non somiglia minimamente a quella che abbiamo
inizialmente conosciuto. Questo umanamente ci amareggia ma non ci impedisce di prenderne atto.
 
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