Faenza, il Mic nel 2023, tra il ritorno del Premio e la mostra su Gio Ponti
«Nel 2023 il Mic tornerà ad esprimere a pieno il suo potenziale culturale, dopo un triennio che ha messo in ginocchio buona parte del sistema musicale italiano e durante il quale il sistema faentino, col Mic in testa, ha tenuto, confermando la sua autorevolezza». Massimo Isola, sindaco di Faenza, è fiducioso sul fatto che l’anno che si aprirà a breve sarà importante per il Museo Internazionale della Ceramica, che nella giornata di mercoledì 21 dicembre ha presentato la sua programmazione per il 2023.
E proprio nei giorni durante i quali «la mostra in corso su Galileo Chini si dimostra di grandissimo interesse - commenta la direttrice Claudia Casali - e nei prossimi mesi continuerà a far nascere eventi e iniziative». La mostra di Chini andrà avanti fino a metà maggio, con visite guidate ogni sabato e laboratori la domenica, e sempre in maggio sarà celebrato con varie iniziative il centenario delle Terme Berzieri di Salsomaggiore.
L’11 febbraio inaugurerà in Project Room la mostra di sculture di Ilario Fioravanti, tutte a tema femminile, mentre il 6 maggio sarà inaugurata una nuova sezione permanente del museo, dedicata all’arte ceramica greca, etrusca e romana. Il 7 giugno toccherà alla terza giornata di studio sul restauro della ceramica, mentre il 30 partirà la mostra del 62° Premio Faenza, che «ha avuto 600 adesioni, un numero notevole - commenta Claudia Casali - tanto più se si considera che il tema non era aperto ma vincolato alla natura scultorea o installativa. In mostra ci saranno 50 opere, esposte fino a fine ottobre, e il migliore tra gli Under 35 allestirà in ottobre una sua personale nella Project Room del museo».
A fine novembre partirà la mostra su Gio Ponti e cent’anni di design italiano, scanditi proprio da quando Ponti cominciò a lavorare per la Richard Ginori, raccogliendo per alcuni aspetti proprio il testimone di Galileo Chini.
L’attività del museo ripartirà anche sul versante didattico, quello dei workshop, dei concerti a cura della scuola Sarti, dei focus sull’archeologia, del progetto «Mic per tutti» dedicato alle persone fragili, e poi ancora Cree estivi e molto altro.
«È pronto anche un piano triennale di mostre - anticipa il presidente Eugenio Emiliani - ma in questo momento è bene sottolineare la reattività del museo alle difficoltà di questi anni, con una tenuta non scontata e un’attività costante».
Il sindaco Isola parla proprio di «shock da pandemia per i musei italiani - dice -, che il Mic ha affrontato con serietà e lungimiranza, mettendo in campo anche nuove progettualità. Va ricordato che le mostre su Chini e Gio Ponti sono prodotte, e non ospitate, dal nostro museo. Questo lavoro di storicizzazione sulla ceramica italiana è unico nel nostro Paese. Bisogna avere chiaro il fatto che chi produce mostre poi incide sul dibattito pubblico culturale del Paese. E il fatto che da quest’anno il Premio Faenza si alternerà con Argillà è una bella premessa per i prossimi anni».