Andrea Voria - 60 anni, un’idea balenata in testa già da tempo e poco più di due mesi per portarla a termine, con tanto sudore ma altrettanta passione. Il faentino Daniele Albonetti ha realizzato una vera e propria impresa, forse unica nel suo genere: in 66 giorni e con 57 tappe, ha percorso 6000 km in bicicletta lungo tutto il perimetro dell’Italia. Partito da Faenza insieme a un cugino che ha poi interrotto il proprio viaggio a Napoli, ha percorso tutto il Bel Paese in senso orario. Dapprima ha attraversato tutta la costa Adriatica arrivando fino in Puglia, passando poi per la Ionica e arrivando a Reggio Calabria. Lì, successivamente, si è imbarcato verso la Sicilia, percorrendola lungo il perimetro fino a Messina. Reimbarcatosi, è salito lungo tutta la costa tirrenica, per poi approdare alle Cinque Terre e iniziare tutto l’arco alpino, fino al ritorno a Faenza mercoledì 19 giugno.
Daniele racconta così la nascita di questa idea, tanto inconsueta quanto affascinante. «Volevo fare il giro della Sicilia già l’anno scorso e poi, su internet, ho letto di persone che avevano fatto tutto il giro del perimetro italiano in Vespa. Ho unito le due cose e ho pensato che, visto che sto bene fisicamente, era il momento giusto per provarci. A nessuno ho raccontato dell’idea completa, i miei familiari lo hanno imparato quando ero giunto in Toscana e non potevano fare altro che adattarsi (ride, ndr)». La preparazione, non tanto fisica dal momento che Daniele corre abitualmente sulle due ruote, ha riguardato principalmente il setup della bici da corsa, adattata dal faentino con rapporti da mountain bike, per essere più agile lungo le Alpi e per rispondere meglio al carico con cui viaggiava. «La bici avrà avuto un peso, bagagli compresi, di circa 25 kg. In ogni tappa cercavo di arrivare sulle 16, senza essere stanco: poi alloggiavo in una camera o in un b&b e ripartivo al mattino seguente».
Un percorso, quello portato a termine dal faentino, che non ha quasi eguali in bicicletta. Realizzato quasi in contemporanea con il Giro D’Italia – tanto che, racconta, alcuni lo hanno scambiato per un corridore della Corsa Rosa - il personalissimo Giro di Daniele era il più lungo possibile: tutte le strade in cui ha pedalato, naturalmente al di fuori dell’autostrada, erano le più ‘esterne’ fra quelle percorribili, quasi a voler blindare un record difficilmente pareggiabile.
In oltre due mesi di viaggio, si può dire che Daniele abbia visto davvero tutte le facce dell’Italia. «I paesaggi e gli scenari che ho incontrato sono stati meravigliosi. Il nostro è un paese stupendo e vederlo da questa prospettiva, in bicicletta, attraversando un’infinità di luoghi affascinanti, è stato qualcosa che mi ha riempito davvero gli occhi». Le persone incontrate, poi, sono forse state un ulteriore motore per dare la spinta verso il compimento di questo viaggio infinito. «Ho incontrato tanta accoglienza e solidarietà, ho trovato tante persone che scherzavano con me, mi davano del matto e poi mi offrivano il caffè, mi incitavano: tutto questo indipendentemente dalle età. Addirittura sul Vesuvio, mentre salivo, un pullman di turisti mi ha affiancato facendo il tifo per me. È stata davvero un’emozione grande, che porterò sempre con me».