Faenza, dal Tavolo della bici a Legambiente le priorità per il Pums: «Servono veri investimenti per migliorare la ciclabilità»

Romagna | 16 Ottobre 2021 Cronaca
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Riccardo Isola - Dopo la voce dell’amministrazione, dell’opposizione consigliare e di alcuni residenti e professionisti della città, anche il mondo associativo legato alla bicicletta e ai temi ambientali intende dire la sua sulle necessità, investimenti, interventi e azioni che il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) dovrà mettere in campo per una mobilità cittadina in linea con le esigenze di sostenibilità e attenzione all’ambiente. «Entro fine ottobre – afferma il neo presidente della consulta della bicicletta, Raffaele Babini – ci incontreremo con l’amministrazione per entrare nello specifico delle tematiche che stanno alla base dell’implementazione della mobilità dolce, soprattutto legata al centro storico, che dovranno e potranno essere attuate nel prossimo futuro. Si tratta di esigenze, per noi, che corrono su due binari: il primo è quello del potenziamento dell’opera culturale e informativa, soprattutto con la scuola, dall’altro quello degli investimenti concreti che si dovranno fare per dotare il territorio e la città di una rete sicura e raccordata di piste ciclabili e percorsi protetti per i ciclisti. Siano essi – ci tiene a rimarcare il presidente – i cittadini faentini siano essi i potenziali e sempre crescenti cicloturisti che scelgono sempre di più territori che mettano sul piatto offerte di inetrmodalità dolce e sostenibile per poter visitare luoghi». Sempre per Babini «la bici deve essere incentivata per tutti, siano bambini, famiglie e lavoratori. Negli orari di lavoro – specifica – molte volte ci si impiega molto più tempo a percorrere il traggito casa-lavoro in auto invece che con la bici, con tutte le ricadute in termini di inquinamento, traffico, stress e pericolosità annesse».
Per Massimo Sangiorgi, responsabile di Legambiente «nel Pums appena approvato nelle sue linee generali vengono dette tante cose. Bisogna vedere quante, come e dove queste verranno realizzate. L’esigenza principale e non costruire percorsi ciclabili isolati ma mettere a sistema la rete di piste già esistenti. Adesso la nostra richiesta – aggiunge – è che con l’amministrazione comunale inizi un percorso di condivisione concreta delle priorità, degli interventi e delle possibili soluzioni da adottare, anche e soprattutto alla luce delle controdeduzioni che sono state effettuate dal Comune alle numerose osservazioni che sappiamo sono arrivate al Pums». Una rete che a Faenza conta oltre un’ottantina di chilometri ma che in alcuni casi «non sono collegati – sottolinea Sangiorgi -. Quello che prioritariamente chiediamo è che venga stilato un cronoprogramma con date e cose certe. Sentiamo parlare di prosepttive di lungo periodo, 2025/2030, ma ci servono lavori e interventi anche tempestivi, soprattutto per raccordare tratti e piste già esistenti ma che rimangono scarsamente efficaci se non messe a sistema con le altre. Faenza deve puntare a una mobilità dolce e deve guardare ai ciclisti come a una risorsa per il presente e per il futuro sostenibile della stesa città e del territorio neol suo complesso più ampio». Tra i più combattivi sul tema della promozione e attuazione concreta sul tema della mobilità dolce c’è sicuramente la Fiab. 
Per Linda Maggiori «adesso abbiamo bisogno di leggere attentamente cosa c’è scritto nel Pums. Su alcune cose però non possiamo, vogliamo e dobbiamo abbassare la guardia e le richieste. Per una vera qualità urbana abbiamo bisogno che tutte le piazze del centro vengano pedonalizzate e mi riferisco a piazza San Francesco, piazza delle Erbe e quella del Vescovado. Togliere qualche parcheggio a macchia di leopardo non serve a nulla in termini di fruibilità sana del contesto. Inoltre deve essere aumentato il verde urbano e soprattutto si devono attuaretutte le piste e le strade scolastiche per rendere libere queste zone, quindi sicure, dalle auto. Infine - chiude Maggiori - serve un ampliamento delle cosidette zone a 30 chilometri orari per tutto il centro e una vera messa a sistema delle piste ciclabili esistenti e perchè no, una programmazione di nuovi percorsi protetti e sicuri per i ciclisti».
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I percorsi protetti per bici e pedoni che esistono da anni sono inutilizzati, quindi soldi sprecati per nulla.
Commenta news 17/10/2021 - Jerry
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