Faenza, Con.Ami, i sindaci in trincea: «Ora se ne occupi il Prefetto»

Romagna | 18 Gennaio 2019 Cronaca
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Riccardo Isola - Dopo quasi sei mesi di nulla di fatto la pazienza è finita. Nella recente assemblea dei soci del Con.Ami, i 23 sindaci dei comuni di tre diverse provincie (Ravenna, Bologna e Firenze) e ben due regioni (Emilia Romagna e Toscana) che ne fanno parte, è saltato il banco. Nello specifico, il 14 gennaio, data in cui si è tenuta l’ultima riunione dell’assise, tra gli altri punti, si doveva discutere un ordine del giorno sulla sfiducia del presidente dell’assemblea, nella figura del sindaco di Imola Manuela Sangiorgi, voluto dai sottoscrittori «alla luce di suoi reiterati comportamenti non rispettosi delle regole statutarie» che però non si è tenuto anche se sottoscritto da 17 membri su 23.
Per il sindaco Giovanni Malpezzi, il secondo comune più importante nell’assemblea del consorzio imolese «la Sangiorgi sta reiterando una volontà di non mediazione, sintesi e vigilanza sull’assemblea, rimanendo ancorata alle sue posizioni. Non vuole capire – prosegue il primo cittadino faentino – che il ConAmi è un consorzio composto da enti pubblici, in cui si decide in riferimento allo statuto e non alla forza patrimoniale di ogni singolo comune». La delicata questione nasce il 20 agosto 2018 quando l’allora presidente, Stefano Manara, ha rassegnato le dimissioni e con lui i tre componenti del cda: Francesca Cardelli Nanni, Mirko Minghini e Giorgio Sagrini. Da qui la ricerca di nuovi candidati ha dato vita a uno stallo progressivo e reiterato che ha visto per due volte le proposte della cinquina di nominativi venire bocciate. La prima datata 28 settembre, la seconda il 28 novembre 2018. C’è chi, al di là dei curriculum presentati, quasi una cinquantina, bocciati per varie ragioni, inizia a pensare che l’empasse sia anche e soprattutto uno stallo di natura prettamente politica. Da una parte la sindaca pentastellata imolese contro l’altra formata, in primis, dai primi cittadini legati al Partito democratico. Ipotesi che per Malpezzi «non rappresenta la realtà dei fatti. L’assemblea del Con.ami è fornata da diverse posizioni politiche, sia di natura civica che di riferimento partitico, queste sia di destra che di sinistra. La stragrande maggioranza dei colleghi che non condividono come si sta conducendo l’assemblea hanno lo scopo di tutelare gli interessi dei cittadini e delle comunità attraverso una tutela patrimoniale del comune investimento fatto nell’assemblea». Da qui la richiesta, forte, di chiamare in causa il Prefetto, in questo caso Patrizia Impresa. «Non può essere altrimenti - sottolinea Malpezzi-. Se la Sangiorgi intende continuare a non rispettare lo statuto, non possiamo che richiedere la nomina di un commissario da parte del Prefetto di Bologna. A dir la verità - aggiunge - abbiamo già chiesto di essere ascoltati dal Prefetto, riservandoci di avviare anche eventuali azioni legali per tutelare i patrimoni investiti dai nostri enti nel consorzio».
COS’E’ IL CON.AMI
Il Con.Ami è un consorzio formato da 23 comuni. Questi sono soci e distribuiti nelle provincie di Bologna, Ravenna e Firenze. Si tratta precisamente di: Marradi, Brisighella, Faenza, Palazzuolo sul Senio, Casola Valsenio, Riolo Terme, Castel Bolognese, Solarolo, Bagnara di Romagna, Firenzuola, Castel del Rio, Fontanelice, Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Imola, Mordano, Massa Lombarda, Sant’Agata sul Santerno, Conselice, Dozza, Castel San Pietro Terme, Castel Guelfo e Medicina. I sei comuni dell’Unione della Romagna faentina detengono una partecipazione del 12,2% (circa 37 milioni di patrimonio a fronte dei 305 milioni complessivi). Attraverso una serie di società pubbliche controllate o partecipate, il Con.Ami gestisce, la rete idrica, il ciclo dei rifiuti, le farmacie comunali, l’autodromo, l’Osservanza e la promozione turistica.
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