Ecomondo a Rimini, le priorità del Consorzio faentino Astra, il dg Gabusi: «Recupero e smaltimento rifiuti, serve una svolta regionale»

Romagna | 06 Novembre 2022 Economia
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Riccardo Isola - Con l’arrivo di Ecomondo, la fiera dell’ambiente per la transizione ecologica di Rimini, in programma dall’8 all’11 novembre, le imprese del territorio avranno una vetrina e un momento di confronto molto importante. Tra le aziende del faentino presenti in fiera c’è anche il Consorzio Astra Ecologia, realtà che dall’ottobre 2021 ha un nuovo direttore, Stefano Gabusi che ha preso il posto dello storico punto di rifermento del gruppo Boris Pesci. A pochi giorni dall’evento fieristico tra i più importanti in Italia facciamo il punto della situazione recupero e, smaltimento dei rifiuti speciali non urbani.
Direttore alla luce dell’esperienza acquisita all’interno di Astra qual è la situazione della gestione dei rifiuti?
«Partiamo da un punto, fondamentale, in merito alla gestione rifiuti serve un cambio di mentalità. Stiamo parlando di una percentuale, quella che trattiamo come Consorzio, che equivale al 75% della produzione. E questo deve essere compreso in primis dai tavoli tecnici in Regione. Dobbiamo limitare ed evitare che prosegua e si intensifichi il cosiddetto “turismo dei rifiuti” con conseguenze dirette sull’inquinamento di C02, generato dal trasporto su gomma.
Per questo è fondamentale aumentare la prossimità dello stoccaggio, puntando all’autosufficienza impiantistica regionale per tutti i tipi di rifiuti, inerti o speciali che siano».
Quali sono le priorità quindi?
«Superare la sindrome Nimby (Not In My Back Yard, ndr) e quindi dotare I territori di una propria autosufficienza impiantistica per il recupero e per il riuso. Sono due concetti, questi, differenti ma che aiutano una sostenibilità ecologica e ambientale parallela. Per questo bisogna controllare che il 30% dei materiali che escono dagli impianti, come quelli Astra vengano, per esempio, veramente utilizzati in questa percentuale negli appalti di opere pubbliche (strade, viabilità, infrastrutture, ecc). Se i siti si riempiono, come è avvenuto per esempio nel 2018, si crea un cortocircuito che rischia di minare seriamente l’intera filiera e il comparto».
Da tempo avete lanciato l’iniziativa della raccolta differenziata nei cantieri edili. Come sta andando?
«Assolutamente bene. Abbiamo distribuito circa 2mila big bags in un anno. In questo modo Astra accompagna le imprese e i privati cittadini verso la cultura della differenziata nelle ristrutturazioni e nei cantieri edili, grandi o piccoli che siano insegnando, una sorta, di educazione ambientale che mancava. Il tutto sta funzionando molto bene. Questa iniziativa abbassa il costo della gestione dei rifiuti creando quindi un’economia di scala per tutti i soggetti coinvolti nel cantiere e quindi nell’investimento».
Quali aspettative ha da Ecomondo per Astra e soprattutto per il comparto?
«Dopo un periodo molto duro, soprattutto interessato dalla pandemia e poi adesso da una questione caro energia, adesso ci aspettiamo un cambio di passo. In primis bisogna cominciare a pensare che i rifiuti siano anche e soprattutto una risorsa. Una risorsa da trattare in casa e con prassi consolidate e normate. Il rifiuto, per come la vediamo e sul quale abbiamo da sempre improntato il nostro core business, sono una materia prima per quell’economia circolare, e ci riferiamo per esempio ai cementifici e ai termovalorizzatori per abbassarne il grado o tasso energivoro, che sta diventando sempre di più un prerequisito nella gestione quotidiana della vita delle comunità».
 
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