Riccardo Isola - Non ci sono giri di parole nei concetti espressi da alcuni testimonial della cordata di piccoli produttori artigianali romagnoli che è entrata nel nuovo consiglio di amministrazione dell’Enoteca regionale.
Tra questi c’è un deus ex machina della narrazione enoica territoriale e identitaria, l’enologo e agronomo Francesco Bordini. Il «Re Mida» del terroir enologico contemporaneo in quella terra di sudore, racconto e identità chiamata Romagna.
«Qui nessuno vuole creare scontri ma ricuciture tra due dimensioni vitivinicole fondamentali nel dna enologico del territorio: quello cooperativo e quello più artigianale. Per troppo tempo i piccoli produttori sono stati ai margini. Abbiamo bisogno di cambiare passo e di fare riprendere l’essenza originaria di Enoteca che è quella di promuovere il vino e non solo fare business».
Per Bordini, che tra l’altro dovrebbe diventare il nuovo presidente della commissione valorizzazione di Enoteca «adesso parte un capitolo nuovo che ha bisogno di tenere unite e concordanti le due dimensioni vitivinicole che da Piacenza arrivano fino a Cattolica. Dobbiamo promuoverci come regione unitaria». Anche Mauro Giardini, altro piccolo produttore entrato in queste elezioni nel Cda dell’associazione dozzese, co-titolare dell’azienda vitivinicola biologica di Villa Venti (Roncofreddo - Fc) non ha dubbi: «l’Enoteca deve saper tornare a raccontare una regione vitivinicola nel suo complesso. Deve farlo portando all’interno dei linguaggi utilizzando contenuti che possono creare valore aggiunto e interesse, anche per quella “periferia” enologica che è fatta da piccole aziende, ma che incarnano un concetto di territorialità».