Dal «Saltagrillo» fino al «Damadora», la Romagna da bere durante le vacanze

Romagna | 09 Agosto 2024 Le vie del gusto
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Riccardo Isola - Esce la guida annuale dei sommelier Ais «Emilia Romagna da bere e da mangiare» per il 2024/2025. Guida che viene distribuita a partire dall’evento itinerante «Tramonto di vino» in programma durante l’estate tra Romagna ed Emilia. Appuntamento editoriale ormai consolidato che permette a tutti gli enonauti, appassionati e wine lover di avere una fotografia aggiornata sulle nuove uscite enologiche che caratterizzano il «vigneto regionale» da Piacenza al riminese. Giudizi, consigli e valutazioni che permetteranno, anche durante il caldo estivo, di trovare la bottiglia, il sorso e il calice più adeguato per affrontare la calura o per brindare e festeggiare assieme a famigliari, amici e amiche.

DODICI AMBASCIATORI
Partiamo dalla «perfetta dozzina». Sono i vini che per i sommelier raccontano al meglio la zona dalla quale provengono. Per il territorio del Passatore sono quattro bianchi e due rossi. Da nord a sud ecco i perfetti ambasciatori e interpreti del terroir d’origine. Per l’imolese si attesta su tutti il «Thea Bianco» 2022 della cantina Tre Monti, per il territorio faentino spicca invece un rosso, il «Pietramora» Doc Sangiovese Riserva rivendicato Marzeno del 2018 di Fattoria Zerbina. Particolare è lo spumante Metodo Classico Extra Brut segnalato, si tratta di «Saltagrillo», arriva dalla pianura ravennate, precisamente dalla cantina Rapatà di San Pietro in Vincoli, mentre per Predappio a spiccare è il «San Joves», un Sangiovese rivendicato appunto Predappio 2020 realizzato dalla cantina Sadivino. Infine nel cesenate è l’Albana Docg «Damadora» di Podere La Grotta a conquistare la vetta dei riconoscimenti così come, per il riminese, il Colli di Rimini Doc Rebola «Larus» de Le Rocche Malatestiane.

I MIGLIORI DI ROMAGNA
Per quanto riguarda la categoria «Best» per questo 2024, in totale per le cinque zone presenti con campionature, i migliori sorsi suggeriti sono in totale cinquanta. Di questi ventuno sono bianchi, tra spumanti, vini secchi e passiti, e ventinove i rossi con la stragrande maggioranza dei casi realizzati utilizzando il vitigno principe del territorio, il Sangiovese. Nell’imolese vola l’Albana, e non certo da oggi, di fatto è una se non la zona che in questi ultimi anni sta ottenendo, dalla regina della vigna romagnola, i più significativi e riconosciuti risultati. Qui dei sette vini segnalati ben sei sono realizzati dalle uve a bacca bianca. Da segnarsi «Vitalba» 2023 di Tre Monti e il «Codronchio» di Monticino Rosso per l’Albana secco mentre per il passito si segnalano quelli di Merlotta e Cesari. L’unico Sangiovese è il superiore 2021 di Poderi delle Rocche. Dieci invece sono i top evidenziati per il faentino con perfetta parità tra bottiglie in bianco e in rosso. Bene Ca’ di Sopra (Sangiovese) e Fondo San Giuseppe (Trebbiano e Sangiovese rivendicato Modigliana) che ottengono entrambi due testimoni suggeriti della propria vigna, ma non sono da meno anche i prodotti di Ballardini (Albana), Cantina di Faenza (Sangiovese Superiore Riserva), San Biagio Vecchio (Albana), Ferrucci (Albana passito), Gallegati (Sangiovese rivendicato Brisighella) e Tozzi (Manzoni bianco) per il casolano. L’areale più premiato è sicuramente quello forlivese con ben ventitré campioni. Il vitigno assoluto è il Sangiovese con diciotto etichette segnalate. Ben sette sono di Predappio, sei provengono da Modigliana e diverse altre sono invece di Bertinoro, rivendicato o no. Qui le produzioni segnalate sono quelle di Balducci (Albana Passito e Sangiovese superiore), Balìa di Zola (Sangiovese Riserva rivendicato Modigliana), Bissoni (Sangiovese Riserva e Albana Passito). Non manca il tandem di Celli (Sangiovese Riserva e Albana Passito), quello di Drei Donà (Sangiovese Predappio e Sangiovese Riserva) a cui si aggiunge l’imprescindibile «Vigna del Generale», il Sangiovese iconico di Fattoria Nicolucci. Il Riserva rivendicato Bertinoro di Madonia e i due Sangiovese rivendicati Modigliana di Menta e Rosmarino aggiungono valore a queste proposte eroiche territoriali. Si prosegue quindi con il Superiore Riserva di Podere Baratta e le Albana Secca di Podere del Nespoli e Poggio della Dogana. Rocca le Camminate fa il bis con il suo Sangiovese Predappio e il Sangiovese Superiore Riserva. Ronchi di Castelluccio, storica realtà modiglianese, viene ricordata per il suo Sangiovese «Buco del Prete» 2021. Bene anche Tenuta Piccolo Brunelli che porta a casa riconoscimenti per il suo rivendicato Predappio Bio 2022 e soprattutto per il Sangiovese Riserva 2021. Infine  Villa Zappi ottiene menzioni d’eccellenza per il Sangiovese rivendicato Modigliana 2022 e per il 2019. Otto vini arrivano invece dal cesenate, di cui cinque in bianco e tre in rosso con una paio di grandi spumanti Metodo classico segnalati. Se Ca’ di Camilla colpisce per il suo Metodo Classico brut, Tenuta Casali lo fa con il Trebbiano e soprattutto per il Sangiovese Superiore Riserva rivendicato Mercato Saraceno del 2021. Di Tenuta Colombarda piace l’Albana secca d’annata mentre Tenuta Santa Lucia, a Mercato Saraceno, per il Sangiovese Superiore. Altro spumante immancabile è quello di Villa Zappi, il «Dosaggio Zero» millesimo 2020, mentre Zavalloni colpisce per l’Albana d’annata e per il Superiore Riserva 2020. Chiude il riminese con due etichette ritenute eccellenti dai sommelier. Sono il Cabernet della cantina Il mio Casale e il Sangiovese superiore di San Patrignano.



 
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