Credito, intervista a Gambi, presidente Bcc ravennate: «Sempre al fianco di famiglie e imprese, la moratoria mutui sarebbe molto utile»

Romagna | 14 Dicembre 2022 Economia
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Manuel Poletti - Presidente Gambi, è stato un 2022 molto impegnativo per famiglie e imprese. Dal suo osservatorio qual è la situazione? La società italiana appare sempre più divisa fra ricchi e poveri, con la seconda fascia in forte aumento. E’ così? «Purtroppo sì. La società italiana si sta spaccando in due gruppi: ci sono le famiglie ricche, quelle che arrivano a fine mese senza farsi troppe preoccupazioni. Poi c’è la fascia in aumento dei nuclei famigliari o dei singoli che devono fare bene i conti per arrivare alla fine del mese. Questa frattura negli ultimi sei mesi sta diventando sempre più forte, sempre più netta. I poveri non sono solo le 5,5 milioni di famiglie uscite dal rapporto Caritas 2021, ma a mio avviso sono anche quelli che lavorano in nero, circa 3milioni, con un futuro a forte rischio. Noi come Bcc cerchiamo d’intervenire su entrambe la fasce, in maniera ovviamente diversa: sul versante energetico per alleviare il caro bollette con una linea di credito complessiva di 5 milioni e un’altra linea da 10 milioni per le piccole imprese, per sostenere le loro attività».
Il trend sui conti correnti cosa evidenzia fra 2021 e 2022?
«In Romagna non vediamo una particolare tensione sui conti, nel 2021 il risparmio è ancora aumentato, perché la persone erano disorientate, avevano paura di spendere. Negli ultimi mesi c’è stata una netta inversione di tendenza, il risparmio non aumenta più e anzi è in calo, questo perché fra inflazione alta e caro bollette molte famiglie stanno erodendo leggermente i loro risparmi. Nel 2022 è tornata a crollare la fiducia delle famiglie che si era ricreata nel 2021 dopo la “botta” del Covid nel 2020. La guerra in Ucraina e l’inflazione hanno di nuovo messo sotto pressione il sistema delle imprese e pure molte famiglie. La nostra capogruppo Iccrea ha lanciato un progetto nazionale “Fratelli tutti” per sostenere la Caritas, che vede aumentare le richieste di sostegno in maniera seria».
Il rialzo dei tassi, deciso dalla Bce, che impatto rischia di avere sui mutui di famiglie e imprese nei prossimi mesi e anni? C’è già tensione sul pagamento delle rate?
«Abbiamo notato un po’ di tensione nel pagamento delle rate dei mutui, sia da parte delle imprese che delle famiglie. Il rialzo dei tassi rischia di accelerare ulteriormente una situazione di difficoltà da parte di chi deve rimbosare i prestiti. Poi se devo guardare i motivi che hanno spinto ad aumentare i tassi dal punto di vista bancario, la preoccupazione è che si arrivi, come in alcuni casi c’è già, ad un +3,5-4% che andrebbe ad incidere in maniera molto negativa su tutta l’economia. La Bce voleva normalizzare una situazione che era divenuta troppo sbilanciata con tassi quasi a zero, ma i ripetuti aumenti di questi ultimi mesi sono diventati eccessivi, perché siamo in presenza di “cattiva inflazione”, causata da una crisi dell’offerta, e il rialzo dei tassi non farà altro che frenare la domanda dei consumatori».
A questo proposito, ha senso chiedere una nuova moratoria mutui alla Bce, come sta facendo a più riprese il presidente dell’Abi Antonio Patuelli?
«Sarebbe molto utile attivare una nuova moratoria, il presidente Patuelli fa bene ad insistere, ma temo che la Bce non segua la sua richiesta, né a livello generale europeo e nemmeno per il solo caso dell’Italia. Sarebbe comunque importante ottenere la moratoria in primis perché darebbe un po’ più di fiato a famiglie e imprese per i pagamenti e poi per l’aspetto psicologico, una iniezione di fiducia per il 2023 sarebbe davvero rilevante. Noi come Bcc siamo pronti ad andare incontro a chi avrà difficoltà, consapevoli che abbiamo il limite dettato dalle regole rigide della Bce, ma non verremo meno alla possibilità di poter ragionare con le persone».
Le regole europee sul credito hanno infatti irrigidito molto realtà locali come le Bcc, che hanno nella loro mission il sostegno di famiglie e imprese che vivono e agiscono sul territorio o sbaglio?
«Purtroppo sì. Noi per questo siamo in grossa difficoltà, queste regole ci stanno limitando molto nella possibilità di aiutare famiglie e imprese che attraversano momenti difficili. Cerchiamo comunque di non venir meno ai nostri principi base, facciamo tutto il possibile per sostenere i soci che dimostrano di avere necessità, barcamenandoci fra indicatori da rispettare e azioni concrete verso chi ne ha bisogno».
Il 2023 si prefigura, almeno nella prima parte, molto critica per l’economia anche nel nostro territorio. Che cosa avete in cantiere per froteggiare questa situazione?
«Nel 2023 se arriverà la moratoria mutui ritengo che sarà un anno difficile da gestire, ma non un anno di crisi pesante. Se la moratoria non ci sarà, probabilmente aumenterà considerevolmente il livello di credito deteriorato anche per noi e ci troveremo con diversi soci e cliente in grossa difficoltà. Cercheremo con loro di trovare le soluzioni migliori perché tutti possano continuare la loro attività. L’obiettivo numero uno rimane per noi quello di sostenere le famiglie, anche in casi di morosità, per consentire loro poi di riprendersi e regolarizzare le posizioni. Come? Stiamo già analizzando e monitorando la situazione, ma la nostra volontà c’è tutta nonostante i vincoli europei».
Quali sono i progetti principali per il vostro futuro? Pensate ad altre espansioni, dopo Forlì? Una collaborazione con la Romagna Occidentale di Castel Bolognese è possibile?
«A livello nazionale non ci sono situazioni straordinarie di crisi legate a specifici territori, tenuto conto delle macro aree, fra centro nord dove c’è più economia e nel sud dove c’è più difficoltà a fare impresa. Come Bcc ravennate, forlivese e imolese non abbiamo mire espansionistiche, rispettiamo le altre realtà, vogliamo consolidarci sui territori dove siamo. Con le altre Bcc del gruppo Iccrea c’è molto affiatamento, certo vogliamo aumentare il numero dei soci, l’obiettivo è superare i 35mila. Su Forlì stiamo ottenendo dei buoni risultati, stiamo spingendo molto su quel territorio che ha spazi ancora di crescita. Non ci dimentichiamo però degli altri territori dove siamo presenti, anche se più maturi. A Castel Bolognese hanno fatto la scelta di rimanere autonomi, non la condivido, ma la rispetto. Però almeno sul fronte delle sinergie territoriali qualche passo avanti andrebbe fatto, la porta resta sempre aperta, sono fiducioso di future collaborazioni».
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