Cooperative sociali, cambiano bisogni e servizi

Romagna | 04 Maggio 2017 Economia
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Dalla casa al lavoro, passando per l’accoglienza concepita come integrazione dei migranti. Sono queste alcune delle nuove sfide che la cooperazione sociale ha davanti a sé nei prossimi anni.

IN CAMMINO
«Il 2016 è sicuramente soddisfacente, in linea con i bilanci approvati negli ultimi anni. Il consolidamento finanziario, la tenuta patrimoniale e la sostanziale conferma del risultato di gestione dell’anno precedente sono obbiettivi che siamo riusciti a raggiungere nonostante la contrazione di risorse pubbliche e private dovuta alla crisi economico finanziaria e sociale che attanaglia l’Italia da oltre 10 anni. Possiamo confermare che i servizi sociali associati sono attenti a garantire il maggior numero di risposte, ma le risorse pubbliche, come negli ultimi anni, devono essere ben amministrate». Così la presidente Elena Bartolotti illustra l’andamento della cooperativa sociale In Cammino di Faenza (circa 900 soci lavoratori, di cui 550 nel distretto faentino). 
Anche In Cammino ha davanti nuove sfide per capire come rispondere ai nuovi bisogni. «Relativamente all’area Anziani e l’area Disabili siamo di fronte a un sensibile aumento delle richieste, ma le risorse sono limitate sia per i soggetti pubblici che per le famiglie - continua Bartolotti -. Nel tempo abbiamo evidenziato come le richieste di residenzialità siano aumentate e le situazioni degli ospiti siano sempre più complesse, e non sempre la domiciliarietà è risolutiva nelle risposte. Le esperienze a libero mercato, come la Bottega dei Servizi, di fatto si scontrano con il costo del personale qualificato, che può essere sostenuto solo in periodi molto limitati. Le famiglie cercano di organizzarsi come in passato con collaboratrici famigliari».
Intanto è in piena preparazione l’attività dei centri estivi. «Il panorama delle attività nel tempo si è molto diversificata e le famiglie non sempre possono sostenere i costi delle attività estive - conclude Bartolotti -, perciò la nostra cooperativa collabora con Zerocento e Cadi, per l’inserimento dei bambini in situazione di svantaggio o disabilità presso le iniziative del territorio, o gestite direttamente dalla Zerocento. Le attività domiciliari educative, invece, proseguono in accordo con i servizi tutta l’estate. Per quello che riguarda i nostri servizi residenziali, con l’obiettivo di migliorare il benessere dei nostri utenti, cerchiamo di rendere questo periodo dell’anno più gradevole con gite o eventi di socializzazione con le famiglie e con la città. Ne è un esempio la collaborazione con l’Asp della Romagna Faentina nella realizzazione di Agosto d’Argento che si svolge al parco del ‘Fontanone’».

IL CERCHIO
«Il 2016 è stato un anno di conferme di alcuni trend. Gli asili nido hanno visto un indice di occupazione e tariffe convenzionate a valori più bassi, riducendo la marginalità. Per l’anno 2017/18 speriamo di ottimizzare col Comune di Ravenna i posti nei nidi. Anche su quello Disabilità abbiamo un’erosione delle tariffe e quindi delle marginalità visto che continuiamo a mantenere un buon servizio. Il settore Anziani sta continuando a dare buone risposte su Ravenna e Bassa Romagna e col consorzio Il Solco daremo vita alla struttura ‘La rosa dei venti’: la prima pietra è prevista per settembre. Avrà 136 posti, canoni di bioedilizia e risparmio energetico. Inoltre sta riscontrando un buon successo Reciprocamente, il centro di formazione per insegnanti ed educatori che insegna la comunicazione aumentativa per autismo». Marina Venturini, presidente della cooperativa sociale Il Cerchio di Ravenna (530 lavoratori, di cui circa 500 soci), tratteggia così andamento e sfide dell’impresa.
E proprio tra le sfide future ci sarà anche quella «di un’implementazione dei servizi rivolta all’accoglienza e all’integrazione dei richiedenti asilo». 

IL SOLCO
«Assistiamo alla crescita dei bisogni sociali ed educativi direttamente a mercato e non di quelli a finanziamento pubblico che tengono, ma non crescono. Questo è sicuramente sinonimo di una maggiore disponibilità da parte delle famiglie: speriamo che sia finito il periodo della decrescita. Assistiamo alla fine dei saldi negativi nei servizi richiesti e ora abbiamo un andamento positivo: non abbiamo una crescita come vorremmo, ma è sicuramente un trend incoraggiante». Il presidente Antonio Buzzi tratteggia così l’andamento del consorzio Il Solco che raggruppa 16 cooperative - che operano nei servizi per bambini, disabili, anziani e inserimento lavorativo - con 1.700 lavoratori e che esprime un fatturato di circa 36 milioni di euro.
Buzzi sottolinea anche come «le prospettive future per le persone fragili e vulnerabili siano in miglioramento grazie principalmente a due manovre: una nazionale (il Sia - sostegno inclusione attivo) e una regionale (il Res -reddito di solidarietà) che sono un importante sostegno a persone più toccate dalla crisi, che in questo modo hanno la possibilità di accedere a servizi di cui hanno bisogno per conciliare al meglio tempi di vita e tempi di lavoro o la ricerca dello stesso».
Al fianco dei bisogni classici (bambini, anziani e disabili), «stiamo cercando di dare risposta a quelli sempre più presenti che riguardano principalmente casa e lavoro - conclude Buzzi -. A Ravenna abbiamo fatto partire un progetto sperimentale di housing sociale ‘Housing First’ che oltre al sostegno all’alloggio, prevede percorsi di ricerca attiva del lavoro tramite la rete di cooperative sociali».

ZEROCENTO
«Il 2016 è stato il nostro trentesimo anno di età e direi che in fin dei conti è stato un anno positivo. Ovviamente le complessità crescono sempre e i temi in gioco - per noi e per la cooperazione sociale in genere - sono tanti, ma siamo comunque particolarmente soddisfatti dell’impegno dedicato a raccontare pubblicamente l’impegno dei nostri soci. La scelta di produrre un video che racconti la quotidianità di una giornata in Zerocento (541 lavoratori di cui 414 soci) ha raccolto l’entusiasmo delle nostre socie e dei nostri soci che sono sempre i nostri primi interlocutori». Sottolinea l’anno speciale la presidente Arianna Marchi che marca come siano vari i nuovi bisogni a cui le cooperative sociali devono rispondere: «Occorre sempre ricordarsi che sono cambiati i bisogni perché sono cambiate le comunità: noi dobbiamo seguire questi cambiamenti, e se possibile anticiparli - continua -. Sappiamo che dovremo cambiare le modalità di erogazione dei servizi. Ad esempio il mondo della cura dell’infanzia richiede una flessibilità sempre maggiore, pur mantenendo un modello educativo preciso. Noi siamo pronti a metterci in gioco. Così come abbiamo fatto nelle attività con i migranti e con i richiedenti asilo. Un’esperienza faticosa, ma positiva. Stiamo sperimentando due modelli diversi: uno, a Faenza, basato su piccoli gruppi abitativi e l’altro, a Cervia, con numeri più consistenti. Ad oggi funzionano entrambi, anche se serve una buona rete di attori locali, specialmente nel secondo caso, per gestire al meglio le varie situazioni».
Il settore delle attività estive «è il primo settore in cui s’impegnarono i soci fondatori di Zerocento ed è un settore a noi particolarmente caro, ma anche questo è cambiato - ricorda Marchi -. Questi servizi, spesso rivolti direttamente al privato cittadino, richiedono ovviamente prezzo sostenibile, velocità, efficienza. In più serve reputazione: chi sceglie un nostro servizio deve sapere che anche i servizi apparentemente brevi come quelli del periodo estivo, li affrontiamo con i metodi e gli strumenti soliti, con personale qualificato e con formazione adeguata. Questo vale anche ad esempio per i nostri English Summer Camp chiamati ‘I Soggiorni della Giraffa’ che si terranno in turni settimanali dal 26 giugno al 5 agosto e sono indirizzati a bambini e ragazzi dai 6 anni ai 14 anni di età con un rapporto animatore/bambino 1 a 8 e la possibilità di offrire quindi attività molto diversificate. E’ un progetto che sta riscontrando un buon successo e stiamo ricevendo iscrizioni anche da famiglie di altre regioni».

Christian Fossi
 
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