Conselice, con una mostra fotografica raccolti 5 mila euro per la ricerca di IOR

Ottimo bilancio per la mostra fotografica "una tigre nel deserto" organizzata da Francesco Barbieri ad un anno e mezzo dalla scomparesa del padre Raffaeele per un tumore. Nata anche come occasione per sostenere la ricerca scientifica contro il cancro e patrocinata dal comune di Conselice ha raccolto ben 5 mila euro che sono stati donati allo IOR affinché gli studi più promettenti portati avanti presso i laboratori dell’IRST “Dino Amadori” IRCCS di Meldola possano portare a risultati concreti a beneficio dei pazienti che attendono nuove prospettive di cura. Raffaele portava tatuata su una spalla proprio una tigre nel deserto e durante i suoi numerosi viaggi aveva collezionato tante foto che sono state esposte a febbraio presso il Centro Civico “Pellegrini” di Conselice. La partecipazione è stata convinta e entusiasta, tanto che le opere vendute hanno superato ogni aspettativa.Accanto alla vendita delle fotografie e alla raccolta di donazioni libere in occasione delle giornate di apertura dell’esibizione, è stata creata anche una pagina di crowdfunding su www.insiemeachicura.it, piattaforma che ha fatto da contenitore per chiunque volesse supportate l’iniziativa anche online.
«L’auspicio è che serviranno a chi vivrà la nostra stessa esperienza a rispondere a qualcuna delle domande che io e mia sorella ci siamo fatti in questo anno e mezzo senza mio padre. Raffaele aveva sempre aderito ai programmi di screening, portava avanti una vita controllata ed era attentissimo alla propria alimentazione: eppure ha ricevuto una diagnosi di tumore al colon che in pochi mesi gli ha tolto ogni energia. Quando succedono cose di questo tipo è normale farsi tante domande: prima fra tutte, perché è successo? Capirlo, grazie alla ricerca, non significa solamente avere la soddisfazione di una risposta, ma anche fare un passo avanti verso la prevenzione e la cura di queste malattie per tutti quelli che restano. È una grande soddisfazione, per me, pensare che le foto di mio padre siano oggi appese nella stanza di qualcuno che abita anche a centinaia di chilometri di distanza, che magari non lo conosceva ma che ora ne racconterà la storia a sua volta. Per la mia famiglia è stata anche un’occasione per riallacciare rapporti con amici che non vedevamo da tantissimo tempo, oppure tornare a sorridere e a condividere attimi di felicità insieme a persone che avevamo visto per l’ultima volta in occasione dei funerali di mio padre. In generale, tutta questa partecipazione e generosità rappresenta l’ennesimo attestato di ciò che ha lasciato, di ciò che era, e di ciò che ancora è Raffaele per tanti di noi».
«Per Raffaele, a causa della particolare malattia che l’ha colpito, non è stato possibile seguire la strada della prevenzione e della diagnosi precoce: tuttavia rimangono le due armi più efficaci che abbiamo nella lotta contro il cancro, specialmente se supportate dalla ricerca- ha commentato Fabrizio Miserocchi, Direttore Generale IOR-. I passi avanti fatti negli ultimi decenni nella conoscenza dei meccanismi con cui le cellule tumorali eludono le nostre difese immunitarie e si moltiplicano ha portato a sviluppare nuove strategie per riconoscere precocemente la presenza di una neoplasia o a nuovi farmaci che hanno restituito mesi e anni di vita a pazienti che un tempo non avrebbero avuto alcuna prospettiva: ma purtroppo le cose che non sappiamo sono ancora tante. Per questo dobbiamo continuare a studiare approfonditamente il cancro e per questo, ogni gesto che sostenga questo impegno, è da considerarsi prezioso».