Ciclismo, il faentino Babini è il direttore di corsa del Giro d'Italia: "Quando arrivo in Romagna, mi emoziono ancora"

Romagna | 18 Maggio 2019 Sport
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Andrea Bocchini
C’è un faentino che sta vivendo tutti i giorni il Giro d’Italia in primissima fila. Non è un ciclista e non ha ambizioni di maglia rosa ma è, comunque, dietro le quinte, una figura fondamentale della corsa rosa, se vogliamo quanto un ciclista. Raffaele Babini da Faenza, tra l’altro anche presidente della ciclistica Faentina, è da oltre 10 anni il direttore di corsa del Giro d’Italia ed in pratica è il vero «angelo custode» dei ciclisti in corsa. Sulle sue robuste spalle c’è quasi tutto il peso della sicurezza e la responsabilità enorme di cercare di controllare i molteplici fattori che potrebbero portare a pericoli per i ciclisti. 
Per un faentino doc la possibilità di iniziare un Giro a pochissimi chilometri da casa è stata una soddisfazione enorme: «La partenza da Bologna è stata un’esperienza molto forte. Nelle ultime edizioni, per presentarmi alla partenza del Giro d’Italia, sono sempre stato costretto a prendere l’aereo da Bologna per spostarmi in Israele, Sicilia o Olanda. Quest’anno mi sono fermato prima dell’aeroporto ed è stato molto emozionante partire a due passi da casa e nel capoluogo della nostra regione. Sono romagnolo e sono fiero di esserlo, ma come sempre il ciclismo unisce e la partenza da Bologna ha rappresentato la partenza da tutta la regione Emilia-Romagna». 
Dopo l’apertura bolognese il Giro è pronto a tornare e riabbracciare la regione con l’affascinante e soprattutto durissima cronoscalata Riccione-San Marino, il giorno di riposo e la piattissima passerella da Ravenna a Modena in programma martedì 21. «Per la regione sarà un palcoscenico incredibile - spiega il direttore della corsa rosa - perché, toccando il Giro in due distinte fasi, l’attenzione è stata divisa in oltre dieci giorni di gara. Non dimentichiamoci, inoltre, che la cronoscalata di San Marino sarà una tappa chiave, dai profondi significati storici e che darà una chiave di lettura molto importante all’intero Giro d’Italia». 
Anche se il ruolo istituzionale imporrebbe di non lanciarsi in preferenze, Babini è ovviamente attento alle vicende dei tre ciclisti romagnoli in corsa. «Io sono il direttore di corsa di tutti i partecipanti al Giro - commenta Babini - e non dovrei espormi in giudizi e pareri personali.  Però sono romagnolo ed è evidente e naturale che dentro di me sostenga fortemente i nostri tre ciclisti (Belletti, Montaguti e Senni, ndr). Hanno tutte le caratteristiche per disputare una buona gara e hanno il dovere di provarci e far saltare dalla sedia gli appassionati di ciclismo romagnolo. La Romagna ha un rapporto viscerale con il Giro d’Italia. In Romagna sono nati campioni che hanno legato il loro nome alla corsa rosa come Ortelli, Minardi, Baldini, Pambianco e per ultimo Marco Pantani. Fa piacere vedere che, negli ultimi anni, la presenza di almeno una tappa del Giro è diventata quasi una costante e che anche nelle prossime edizioni (il prossimo anno Cesenatico ha già prenotato una tappa, ndr) la Romagna si tingerà di rosa. La passione che si respira sulle strada romagnole quando passa il Giro d’Italia è sempre qualcosa che emoziona». 
Dopo l’addio di Alan Marangoni al professionismo, la provincia di Ravenna è rimasta scoperta e senza atleti di primissimo livello. 
L’augurio di Babini è di ritrovare il prima possibile un altro atleta e possibilmente un ciclista in grado di entusiasmare le folle, anche se la strada è ancora lunga: «Negli ultimi anni abbiamo prodotto buoni professionisti - conclude la sua anaalisi Babini - ma è inutile sottolineare che in cuor mio nutro sempre la speranza di trovare a breve un campione in grado di lottare per gli obiettivi più prestigiosi. La Romagna, dopo il mito Pantani, merita un altro atleta in grado di ambire a quei risultati».
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