Castoro, post alluvione i cittadini del Borgo chiedono più attenzione: «Le istituzioni non siano più impreparate»

Romagna | 12 Giugno 2025 Blog Settesere
castoro-post-alluvione-i-cittadini-del-borgo-chiedono-pi-attenzione-le-istituzioni-non-siano-pi-impreparate
Martin Calderoni - Il 3 maggio 2023 Faenza è stata vittima di un’alluvione per la prima volta dal 1939. A questo primo allagamento della città, che ha colpito principalmente la zona del borgo Durbecco, ne è seguito un secondo nella notte del 16 maggio dello stesso anno. Questa seconda calamità, di portata ben maggiore della prima, tanto nella città quanto nella regione Emilia-Romagna, ha portato l’ammontare dei danni totali a più di 10 miliardi di euro, tra strade e ponti distrutti, tratte ferroviarie sospese e soprattutto a 17 vittime. Poco più di un anno dopo, il 18 settembre 2024, il Comune ha vissuto lo stesso dramma una terza volta, seppur con conseguenze meno catastrofiche. A rappresentare la perdita maggiore, in tutti e tre i casi, sono stati i danni a privati e aziende, che -commenta il sindaco di Faenza Massimo Isola- non sono stati ancora risarciti del tutto. Il primo cittadino, intervistato dalla redazione de Il Castoro afferma di aver vissuto tanto le 3 alluvioni quanto i molti altri stati di allerta rossa con «grande umiltà e determinazione». La più grande sfida nella gestione delle alluvioni è però stata, per lui, la «ricerca di risposte», un periodo nel quale «mettersi a studiare come dei matti discipline, materie e percorsi amministrativi e istituzionali, che non erano nelle corde di tutti noi», poiché «la classe dirigente romagnola è nata in una generazione per la quale le grandi questioni alluvionali non erano all’ordine del giorno» e, quindi, «ha avuto percorsi formativi di altra natura». Emerge, da questa dichiarazione, l’impreparazione delle istituzioni sulla messa in sicurezza del territorio, considerando che «siamo dovuti diventare esperti del sistema protezione civile in un tempo molto breve». Nella regione Emilia-Romagna, costellata nel corso della storia da alluvioni e da altre catastrofi naturali, dunque, paiono non essere richiesti percorsi formativi, legati alla messa in sicurezza del territorio, per candidarsi a sindaco. La mancanza di preparazione su questi eventi ha determinato tanto l’incapacità di prevenire quanto la reazione più lenta e disorganica all’emergenza. Il sindaco sottolinea però come l’analisi dell’accaduto abbia dato i suoi frutti e definisce la macchina istituzionale «molto più performante di quanto non lo fosse due anni fa». Ma da quali enti è costituita questa macchina che si mette in moto in caso di emergenza? In Emilia Romagna è presente il Pgra, Piano di gestione del rischio di alluvioni, introdotto dalla Direttiva comunitaria 2007/60/CE, con la finalità di costruire un quadro omogeneo per la valutazione e la gestione dei rischi da fenomeni alluvionali. «Le Autorità di bacino distrettuali -si legge sul sito della Regione- sono i soggetti competenti per gli adempimenti legati all’attuazione della Direttiva insieme alle Regioni, Enti incaricati -in coordinamento tra loro e col Dipartimento Nazionale della Protezione Civile- di predisporre e attuare il sistema di allertamento per il rischio idraulico». Le Autorità di protezione civile che si attivano in emergenza sono sindaco, prefettura, Provincia, Regione e Stato, in base alla tipologia di eventi da fronteggiare. Dunque la struttura c’è ed è articolata, ma non è stata sufficiente a scongiurare i danni causati dalle ultime alluvioni. A 500 e più anni di distanza sembra di dovere rimpiangere i consigli dati da Machiavelli al suo Principe, per il quale la prima necessità era quella di trarre insegnamento dallo studio del passato, per poter prevenire eventuali calamità in maniera efficace. Le alluvioni della Romagna hanno causato danni sostanziali non solo alle strutture pubbliche, ma anche e soprattutto ai privati. «Abbiamo ricevuto molti meno soldi di quelli a cui avevamo diritto», afferma Isola. Le richieste di rimborso dallo Stato devono essere presentate attraverso la piattaforma Sfinge, inizialmente creata per il terremoto dell’Emilia del 2012 e successivamente riadattata per le alluvioni del 2023. Questo strumento, però, è risultato farraginoso e ciò ha fatto sì che soltanto «200 famiglie e imprese su oltre 6000 abbiano ricevuto gli indennizzi ai quali avevano diritto». Nelle città vittime di alluvioni sono presto nati vari comitati cittadini intenzionati a far sentire la propria voce e proporre piani d’azione concreti al fine di poter, in futuro, prevenire disastri simili. Il primo di questi è stato il Comitato Borgo Alluvionato, nato il 7 maggio 2023 con «lo scopo di promuovere informazioni, riflessioni e azioni solidali comuni, al fine di tentare di ottenere un giusto ristoro dei danni subiti e un rapido rientro alle normali condizioni di vita» come si legge sul suo sito web. «L’intenzione -prosegue lo statuto- è di far presente all’amministrazione comunale le esigenze immediate e future delle famiglie del quartiere Borgo colpite dall’alluvione, per ottenere assistenza morale e materiale, nonché promuovere azioni concrete di sostegno sociale ed economico». Il geologo Marcello Arfelli, membro del Comitato, ne descrive la nascita come «la possibilità di trovare il modo di aggregarsi in un momento drammatico, nella consapevolezza che il quartiere ha vissuto un accadimento che mai si era dovuto affrontare prima del 3 maggio». Il comitato è apartitico e apolitico. Per Arfelli questo è un «grande vantaggio», poiché «ci consente di mantenere autonomia e dialogare con politici, che hanno condiviso le nostre battaglie, senza issarvi sopra una bandiera di parte». Sono iniziative nate in seno al Comitato Borgo Alluvionato la Protesta delle carriole, in piazza a Faenza il 22 settembre 2024 e la recente Raccolta firme per la sicurezza di Faenza e dei Comuni romagnoli situati nel bacino dei fiumi Marzeno e Lamone. Quest’ultima è l’azione, ad oggi, più rappresentativa del comitato, con ventimila firmatari a favore della «realizzazione immediata delle 4 casse di espansione lungo i due fiumi - come si legge nel sito del comitato - previste dallo studio del professore di ingegneria civile dell’università di Bologna Armando Brath, e dell’individuazione di aree allagabili, che in caso di emergenza vanno attivate, per mitigare gli effetti delle alluvioni». «Abbiamo avuto un riscontro straordinario e superiore alle nostre attese -afferma Arfelli- sia i giovani che gli anziani firmano molto volentieri, si interessano e ci incoraggiano, mentre c’è diffidenza tra le persone di mezza età». Se ne evince, dunque, che l’interesse dei giovani per lo stato di emergenza in cui si trova il territorio romagnolo non è stata una moda passeggera, come voleva una certa narrazione. Il Comitato Borgo Alluvionato ha svolto, per il sindaco Isola, assieme agli altri comitati, «una funzione straordinaria di sintesi tra l’ente pubblico e la comunità, portando un arricchimento culturale». Ora chiede, conclude Arfelli, che «la sicurezza del territorio sia la priorità per tutte le nostre istituzioni». Dunque l’auspicio è che si pongano in essere azioni concrete, «tenendo viva l’attenzione sul problema, finché Faenza non diverrà una città sicura».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati


Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione