Riccardo Isola - Se il lockdown balza alle cronache per chiusure, disagi e preoccupazioni, soprattutto per il mondo della ristorazione, c’è anche chi, invece, ne ha voluto cogliere un’opportunità. Si tratta di cinque giovani del territorio collinare faentino, distribuiti tra Casola Valsenio, Riolo Terme e Palazzuolo sul Senio (già in provincia di Firenze, ndr), tra cui alcuni già soci di esperienze imprenditoriali legate alla vendità di caffè (Giorgio Italian barista, ndr) che hanno deciso di superare la monotonia della reclusione domestica dando vita a «Cappero». «Si tratta di una pizzeria e tagliatelleria gourmet - spiega uno dei soci, Tommaso Dall’Osso - che sorgerà a Casola Valsenio all’interno dell’ex chiesa del Suffragio. Siamo nel cuore di un paese che è un po’ ai margini della mappa gastronomica ma che ha potenzialità inespresse, noi vogliamo dare quello sprint in più». Il come è presto detto. «Pizze gourmet realizzate d Williams Conti e Francesco Mauri a cui si aggiungeranno le tagliatelle, anch’esse arricchite da ragù e condimenti anche diversi dal solito, realizzati dallo stesso Conti. Poi cocktail, vino e birra con la predilezione per produzioni a chilometro zero. Ne abbiamo in zona e per questo li vogliamo valorizzare».
Sul puntare al cosiddetto chilometro zero la questione è concreta anche per la scelta delle materie prime utilizzate. «Dalle farine ai formaggi passando per i condimenti del topping, come i salumi – spiega ancora Dall’Osso – vorremmo stringere accordi con aziende e produttori che lavorano quotidianamente nel territorio». La distanza dai centri urbani più vitali non spaventa. «Il nostro progetto punta sui clienti che vogliono vivere un’esperienza gastronomica unica. Il più possibile autentica ed emozionante. I chilometri d’asfalto che ci dividono dalla via Emilia non possono e non devono più essere un problema. Abbiamo esempi - continua - anche qui nel nostro territorio di realtà che sull’offerta ristorativa di qualità hanno fatto una vera e propria filosofia operativa riconosciuta al di fuori dei confini comunali. Bene questa cosa la vogliamo replicare anche nel cuore del paese».
Un’offerta che guarda alla famiglia «visto che avremo anche un menù, il “Capperino” pensato per i bambini e soprattutto anche le cosiddette soft drink saranno di assoluta qualità, niente marchi o brand multinazionali. Infine il progetto prevede, per esempio - conclude Dall’Osso che al Cappero l’acqua non si paghi. Una scelta etica, economica ma anche ideale che ci caratterizzerà credo in modo unico». Per quanto riguarda il taglio del nastro, o meglio del trancio, bisognerà però avere ancora un po’di pazienza. «In queste settimane - conferma Dall’Osso - approveremo il progetto di restyling architettonico, seguito da uno studio di Faenza, dopodiché partiranno i lavori. La nostra intenzione è quella di riuscire ad aprire nel mese di febbraio 2021».