Calcio, l'ex capitano faentino Missiroli: «Con la borsa di studio negli Stati Uniti, magari resterò qua anche a lavorare»
Oramai ex capitano del Faenza e con un futuro da studente-calciatore nella nuova avventura che lo attende in America, Nicola Missiroli lascia il biancazzurro dopo 5 stagioni, 90 presenze e 13 gol.
Cosa prova?
«Mi dispiace moltissimo. Il Faenza è stato una seconda famiglia, mi ha accolto in un momento difficile dopo un campionato di D con poche presenze e in cui non avevo molta fiducia in me stesso. Mi hanno fatto sentire a mio agio e io mi sono sempre sentito a casa. Ma è necessario lasciare per proseguire il mio percorso».
Dove è cresciuto maggiormente in questi cinque anni di Faenza?
«Sicuramente a livello mentale. Le qualità calcistiche sono quelle che ho sempre avuto, ma è cambiata tanto la testa, la maturità e la personalità, è lì dove sono cresciuto».
Come ha reagito alla notizia della borsa di studio?
«È una cosa che ho cercato ed è stato un percorso molto lungo per ottenerla. Arrivata la notizia, ero molto entusiasta ma pian piano che si avvicina il momento della partenza salgono ansia e nervosismo. Ma sono contento e carico, non vedo l’ora di iniziare la nuova esperienza».
Cosa si aspetta da questa avventura?
«Un ulteriore step a livello di crescita personale, un passaggio di totale indipendenza che mi possa fare maturare ulteriormente. Sul piano calcistico penso a fare il meglio e sarei molto contenuto dovessero aprirsi scenari in America. E poi studio una materia legata al fitness (dopo la laurea in Scienze Motorie il Master al college Charlotte in North Carolina sarà in Strengh and Conditioning, ndr) e in America sono molto avanti e quindi, anche per un futuro lavorativo, credo non possa esserci posto migliore».
L’obiettivo è rimanere?
«Dovessi andare bene col calcio, magari con una proposta che mi faccia guadagnare da vivere, io resto. Se finito il mio percorso di studi non dovessi ricevere proposte calcistiche, torno in Italia. È ciò che penso ora. Ma magari mi innamoro dell’America e, anche senza un futuro nel calcio, resto a lavorare».
È la prima esperienza di questo tipo?
«Dopo la quinta superiore, ho vissuto sei mesi in Spagna, uno step simile ma molto diverso. Ora sono dall’altra parte del mondo e ancora non ho metabolizzato».
E quando accadrà?
«Causa Covid non mi stanno facendo prendere l’appuntamento per il visto. Dovevo partire il 9 agosto ma la partenza slitterà. I corsi e la stagione calcistica iniziano a settembre, la mia paura è non riuscire ad arrivare in tempo e così rimandare il tutto a gennaio. Ad oggi è una possibilità anche piuttosto concreta ma non cambierebbe molto: i corsi iniziano ogni semestre e quindi slitterebbe tutto senza farmi perdere nulla».
In questo ultimo caso, continuerebbe al Faenza?
«Sì, mi sono arrivate altre proposte ma per sei mesi non avrebbe nemmeno senso. Ora o a gennaio, l’importante è partire. Dovessi ritardare, vorrebbe dire avere più tempo per prepararmi e fare le cose con calma e bene».