Calcio, 20 anni fa il Faenza salutava la C per sempre, il ricordo di Floccari: «Segnai 10 gol, bellissima esperienza»

Partenza da Faenza, direzione Serie A. Il biglietto, al momento di sola andata, porta il nome di Sergio Floccari, talentuoso attaccante che in carriera ha vestito maglie pesanti come quelle di Atalanta, Lazio, Parma, Bologna e Sassuolo collezionando anche qualche convocazione in Nazionale. A guidare dalla panchina quel Faenza, quella «banda di ragazzini», come la chiama ora Floccari dal suo sgabello di opinionista di Dazn mentre sorride di un passato indimenticabile, era il 35enne Carlo Regno. Stagione 2001/2002, campionato di C2, categoria persa ai play-out nonostante i 10 gol di Sergio Floccari e a vent’anni di distanza ancora mai ritrovata in città: «La società aveva allestito un gruppo giovanissimo - ricorda ancora Floccari - secondo le possibilità che aveva, ma l’elemento in più era proprio Regno. Il mister ci trasmetteva grande entusiasmo e per noi è stata una fortuna averlo incontrato: un tecnico competente, esigente, ma sempre con la battuta pronta e capace di fare gruppo con i giovani. Al di là del suo ottimo carattere e della sua grande disponibilità con tutti, Regno aveva già allora metodi di allenamento proiettati al futuro. Ha sempre abbinato competenza ed empatia e ricordo quell’anno a Faenza con grande piacere, anche se calcisticamente non andò bene perché perdemmo la categoria ai playout contro il Sassuolo». Da quel giorno il Sassuolo cambiò passo e arrivò fino alla serie A e alle Coppe dopo una lunga e straordinaria cavalcata, ma anche per Floccari quella stagione fu decisiva per poi imporsi in ben altri contesti: «Sì, - conferma - per me e per molti altri di quel gruppo fu l’inizio di una carriera importante. Regno poi lo incontrai di nuovo in Serie A nel 2009, anche se solamente per qualche mese come vice di Ballardini: la sua presenza ha di sicuro contribuito al mio passaggio alla Lazio. Per tutto questo non posso che augurare le migliori fortune al Faenza e a mister Carlo Regno, a cui sono rimasto molto legato».