Brisighella, presentata la versione dei fratelli Rametta di Poggio della Dogana dell'Albana Brix 2022
Riccardo Isola - Quattro piedi in tre territori. In estrema sintesi si può fotografare così l’identità vitivinicola ed enologica di «Poggio della Dogana» visto che i suoi 20 ettari si estendono da Castrocaro a Brisighella. Ma, c’è sempre un ma, i fratelli Rametta (Aldo e Paolo), titolari dell’azienda dal 2017, sono anche i proprietari di un altro simbolo indelebile della storia e della contemporaneità enò romagnola: «I Ronchi di Castelluccio» a Modigliana. Della serie anime non solo dei tre colli, bensì dei tre terroir. Poggio della Dogana, infatti, ha voluto entrare a far parte dell’associazione «Brisighella, Anima dei Tre Colli». Realtà multilinguistica, in tema di vino, che conta di una ventina di cantine, che è promotrice del progetto «Brisighella Brix». Approccio nuovo nella definizione di un lessico diverso, più internazionale dell’Albana in purezza. Lo ha fatto presentando ufficialmente il Farfarello Romagna Albana Docg Secco. «Siamo entusiasti di entrare a far parte di un gruppo di vignaioli con cui condividiamo passione e serietà, studio della storia enologica di Brisighella e fermezza nel volerla preservare nella sua unicità - spiega Aldo Rametta-. Farfarello rappresenta il risultato di anni trascorsi a ricercare il connubio ideale tra il terroir e l’Albana». Il vino Farfarello nasce da un vigneto di vent’anni, gestito in regime biologico certificato, su sabbie ocra, a un’altitudine tra i 200 e i 300 metri. La vendemmia, manuale, si svolge nella seconda decade di settembre. La vinificazione avviene in assenza di bucce con una pressatura soffice degli acini, seguita da una fermentazione in barrique di rovere da 225 litri, di cui il 50% di primo passaggio. L’affinamento prosegue per nove mesi sulle fecce fini con periodici bâtonnage, e ulteriori 12 mesi in bottiglia. Il risultato, assaggiato in anteprima a fine agosto, dimostra di essere un’interpretazione azzeccata di questo terroir. Si parte con un respiro materico e fruttato che si alterna a quel tocco fresco di florealità selvatica, di camomilla e ginestra. Il tutto si concretizza in un sorso elegante ma non formale con tocchi verdi e piccanti. Bella la sapidità che permette un equilibrio tra la verticalità del sorso e la postura e potenza del vitigno che ovviamente, parlando di Albana, non può non avere.