Riccardo Isola - Si aggiungono nuovi invasi, con relative interconnessioni di rete, a uso agricolo nel territorio faentino. Una nuova e onerosa risposta, in termini d’investimenti, per permettere di superare le difficoltà d’approvvigionamento idrico del territorio della bassa collina faentina e brisighellese. Alle 19 strutture esistenti e realizzate dal Consorzio di bonifica della Romagna occidentale nel corso degli anni, entro il 2023 se ne aggiungeranno, operative, altre otto. Si tratta di interventi che variano da ampliamenti di impianti esistenti a vere e proprie nuove realtà di accumulo (bacini) fino ad arrivare alla messa in funzione di reti di interconnessione e alla realizzazione di impianti fotovoltaici galleggianti per permettere l’autosufficienza energetica di alcuni impianti. Nella giornata di venerdì 13 settembre, a partire dalle ore 18 nel complesso ex Salesiani (via San Giovanni Bosco, 1 a Faenza), il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale presenta il progetto. Si tratta di un momento importante di informazione che permetterà alle aziende e alle realtà territoriali coinvolte di scoprire meglio i lavori di costruzione di invasi di accumulo al servizio degli impianti irrigui esistenti, con la realizzazione di reti irrigue nei comuni di Brisighella e Faenza (circa 80 Km). Il progetto esecutivo si pone a servizio dell’area Lamone, oggi assoggettato a Valutazione di Impatto Ambientale (Via) regionale, e ha un costo d’investimento complessivo che si aggira oltre i 26 milioni di euro.
«Come Consorzio di bonifica – spiega il responsabile della sede faentina, Rossano Montuschi - siamo fortemente impegnati in questo settore, cercando di compensare, con una distribuzione irrigua il più possibile capillare, il deficit di risorse generato dall’andamento siccitoso del clima. I lavori saranno cantierati ed effettuati entro i prossimi tre anni per arrivare a poter iniziare a far irrigare i terreni delle aziende interessate, quelle di Biancanigo, Campiano, area del rio Rondinella, Santa Lucia, Tebano e Serra, nel 2023». Grazie a questi interventi la possibilità e la capacità di acqua stoccata e distribuita aumenterà di circa 700.000 metri cubi arrivando così, in totale, a un potenziale, contando già le situazioni esistenti, di oltre 2,7 milioni di metri cubi di acqua. Sempre in tema di numeri le aziende coinvolte da questa possibilità di approvvigionamento idrico saranno 130, arrivando così ad un totale di oltre 660 unità del territorio montano e pianura.
Il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale opera in un comprensorio di oltre 2.000 km quadrati (con una rete canali di 962 km), tra i fiumi Sillaro a ovest, Lamone a est, Reno a nord e il crinale appenninico tosco-romagnolo a sud. Cinque le province coinvolte: Ravenna, in prevalenza; Bologna, nell’area imolese; Forlì-Cesena, nell’area collinare di Modigliana e Tredozio; Ferrara, al confine nord-ovest del comprensorio; Firenze, nel versante adriatico della Regione Toscana che comprende i centri abitati di Firenzuola, Palazzuolo e Marradi. 35 i comuni che fanno parte del comprensorio.