Brisighella, nel week-end presentato il progetto «Brix» sull'Albana dell’Associazione «Anima dei Tre colli»
Riccardo Isola - E’ arrivato il tempo di togliere il velo dell’attesa. Dopo un anno dalla presentazione ufficiale del progetto di sintesi vitivinicola e territoriale dell’associazione «Brisighella - Anima dei tre colli», è finalmente giunto il momento di assaggiarne i frutti. Sul finire del mese di agosto, precisamente il 30 e 31 con parentesi aperta per i professionisti dell’Horeca il 2 settembre, si tiene «Brisighella in bianco», evento organizzato dai vignaioli dell’associazione. Tre giornate di incontri tra produttori, giornalisti, ristoratori, distributori e winelovers per raccontare e promuovere il progetto Brix (termine che identifica la radice del nome Brisighella in celtico e indica un luogo scosceso). Idea che si propone di definire un nuovo stile dell’Albana in purezza, con un disciplinare di produzione condiviso da tutti i produttori aderenti, per mettere in risalto le sfumature tra le tre diverse zone di produzione caratterizzate da differenti terreni. Quindi le parole chiave che ne plasmano il tutto sono: identità, riconoscibilità e, ovviamente, qualità. Perché non basta più, in questo XXI secolo, saper fare vino, buono, ma serve sempre di più stimolare attenzione e curiosità verso territori che sappiano concretizzare in sorsi questi nuovi paradigmi vitivinicoli e culturali. L’evento brisighellese si terrà al Convento Emiliani a Fognano.
L’IDEA DELL’ASSOCIAZIONE
Nata da una necessaria quanto acuta esigenza di «fare sistema» tra i produttori della sottozona, adesso si potrà comprendere in punta di calice che cosa questa strategia e questa azione ha permesso di creare. L’idea, come detto, è tanto imprescindibile quanto non semplice e scontata. Precisamente quella di far emergere un progetto condiviso di produzione per permettere al vino di questa parte di Romagna di fare massa critica e riuscire a dare messaggi capaci di promuovere in modo concreto la produzione territoriale. Un’idea già in essere, dal punto di vista dell’iniziativa nata dal basso, con Predappio, Modigliana, per certi versi Rimini (con la Rebola ndr) prima e che adesso vede anche Brisighella esserne uno dei nuovi protagonisti. Raccontare un tradizione antica con una chiave narrativa e comunicatia contemporanea è un must ormai compreso e sempre più condiviso. Cercare di risvegliare l’attenzione del consumatore, sia nazionale sia internazionale, verso una locale, ma non localistica, capacità d’interpretare la coltura della vite in queste terre, è il valore aggiunto del progetto. Una sfida che diventa obiettivo molto accattivante. Lo confermano gli stessi ideatori che sottolineano come «l’associazione nasce con l’intento comunitario di raggruppare produttori, diversi ma animati dallo stesso obiettivo: sostenere, veicolare e raccontare il territorio di riferimento, Brisighella appunto. La Romagna - rimarcano - è senza alcun dubbio fra i territori in maggior fermento. È arrivato il momento affinché questo venga riconosciuto: da tempo sono partiti dei produttori illuminati che stanno dando una svolta qualitativa al vino in Romagna. Mediante la nascita di questa associazione vogliamo far emergere tutto il potenziale di Brisighella, ovvero il nostro potenziale, soprattutto sul piano emozionale». Quella legata al territorio che attraversa la valle del Lamone ma anche quella del Sitria e del Senio, è fra le sottozone più estese in Romagna. Questo comporta un’eterogeneità di produzioni che nascono da suoli differenti, per lo più composti da argille, da marne e arenacee (quella più alta e appenninica) e dal gesso, si plasmano lungo tipologie vinicole e ampleografiche differenti e trovano sintesi finale sulle idee interpretative dei vigneron.
PROMUOVERE L’ALBANA E I CRU
«Vogliamo arrivare ai Cru, attenzionati con dei focus ad hoc» hanno fin da subito sottolineato e dichiarato i partecipanti. Il tutto con un occhio di riguardo verso la regina delle uve di Romagna: l’Albana. Tanto è vero che, in questo particolare periodo storico, il mercato riconosce l’importanza delle sottozone e «noi dobbiamo essere in grado di migliorare e caratterizzare l’offerta qualitativa. Il Sangiovese è stato l’apripista del lavoro in sottozone e sicuramente proseguirà un forte impegno di potenziamento e differenziazione territoriale». Adesso però è arrivato il tempo per l’Albana di fare altrettanto. Ne è convinta la pattuglia dei venti produttori che sottolineano in modo unanime come «vogliamo fare un lavoro importante sull’Albana, vitigno simbolo dei nostri luoghi. Innanzitutto distinguere le tipologie prodotte nelle varie anime territoriali interne, dichiarandone la provenienza. Vogliamo che il consumatore abbia la possibilità di distinguere le zone di produzione. Dobbiamo essere bravi nel far emergere motivazioni reali, che peraltro già ci sono. Per questo - aggiungono - è arrivato il nostro momento, il momento di metterci in gioco. Questo è possibile ovviamente dialogando con le parti, confrontandosi fra produttori. È un passaggio inevitabile per l’ottenimento di qualcosa di importante». La parola d’ordine è «camminare assieme». Perchè, concludono dall’Associazione «si cresce se c’è una comunità che ha voglia di farlo. Chi opera nel vino deve essere coinvolto per dare al consumatore finale il miglior apporto. Siamo convinti che anche in questo comparto si possa fare molto» e la determinazione è tanta. Adesso è giunto il tempo dei riscontri.
IL PROGRAMMA
Fra i diversi appuntamenti, alcuni dei quali solo su invito, come la cena di presentazione alla stampa locale e nazionale del progetto nella sera del 30, si segnala il 31 agosto alle 17.30 la masterclass aperta al pubblico condotta dal giornalista Fabio Rizzari, dal 2003 al 2014 curatore ‒ insieme a Ernesto Gentili ‒ della guida «I vini d’Italia» dell’Espresso. In degustazione diverse espressioni dei vini Albana Brix a confronto con alcuni Chenin Blanc della Loira. Prenotazione obbligatoria scrivendo alla email brisighella3colli@gmail.com. Costo degustazione: 35 euro, 30 euro per soci Ais., Aies e Onav. Lunedì 2 settembre, invece, dalle ore 10.30 si svolgerà una giornata dedicati agli operatori del settore Ho.Re.Ca. con la presentazione ufficiale del Progetto Brix a cura di Cesare Gallegati, presidente dell’associazione «Brisighella, Anima dei tre Colli», l’illustrazione della Carta geografica dei tre territori di Brisighella, a cura di Paolo Babini, fra i fondatori dell’associazione. A seguire una degustazione di vini Albana Brix condotta da Federica Randazzo, vice curatrice nazionale della guida Slow Wine.
PROTAGONISTI E TERRITORI
L’associazione «Brisighella, Anima dei tre Colli» nasce nell’aprile 2023 su iniziativa di cinque aziende vitivinicole: Vigne dei Boschi (Paolo Babini), Gallegati Soc. Agr. (che esprime anche il presidente Cesare Gallegati), Vigne di San Lorenzo (Filippo Manetti), Az. Agr. Baccagnano (Marco Ghezzi) e Fondo San Giuseppe (Stefano Bariani). Un sodalizio territorial-culturale, che nel frattempo si è allargato e arriva a contare, oggi, quasi una ventina di cantine. Per la precisione siamo a diciannove. L’intuizione si pone l’obiettivo fondamentale di valorizzare la produzione vitivinicola del territorio delimitato all’interno della Mga del Sangiovese Brisighella. L’areale interessato quindi comprende l’intero comune di Brisighella e parte delle zone vitate dei comuni di Faenza e Casola Valsenio. Tra i vari progetti dell’associazione, quello sul vitigno Albana che ha portato alla creazione di una etichetta condivisa con una formula realmente innovativa nei contenuti.