Riccardo Isola - «Il diktat del Partito Democratico attraverso il signor Anconelli e il non necessario attacco personale al sindaco di Brisighella, mi obbligano a procrastinare ancora la mia partecipazione ai lavori della giunta dell’Unione della Romagna faentina. Le minacce politiche di ricorrere a chissà quali autorità le rispedisco al mittente». Non fa tanti giri di parole la vice sindaco e neo delegata di Brisighella, che prende il posto del primo cittadino Massimiliano Pederzoli, in seno all’esecutivo dell’ente sovracomunale, Marta Farolfi. No tergiversa soprattutto per rispondere «agli attacchi della sinistra» sul fatto che per diverse assemblee il rappresentante del Comune collinare non si è mai presentato.
«Noi sull’Unione siamo sempre stati critici - aggiunge la Farolfi - ma non dal punto di vista ideologico ma per come è stata pensata e realizzata. Basti pensare al vulnus dello statuto nato da una concezione stalinista che prevede che per l’elezione del Presidente sia necessaria la riunione plenaria dei sindaci. In tutte le forme democratiche - sottolinea la vice sindaca - è prassi che le elezioni possano avvenire anche a maggioranza». Ma non solo «Per noi è sbagliato anche che tutte le funzioni siano prese in carico dall’Unione lasciando le singole realtà amministrative, magari estese come il nostro territorio e con una popolazione che anagraficamente aumenta d’età, spogliata di personale. Ma al di là di queste criticità, che rimarcheremo, Brisighella non vuole uscire dall’Ente ma lo vuole cambiare e migliorare dall’interno. Per questo niente lezioncine politiche da Anconelli, Pd e sinistre varie».
Sulla polemica politica la Farolfi rincara ancora la dose sottolineando come «ho ricevuto la delega, in sostituzione di Massimiliano Pederzoli, il 3 novembre, e ho manifestato l’intenzione di partecipare ai lavori nell’interesse del mio Comune e dell’intera comunità faentina. Avevo necessità di prendere consapevolezza di tutte le problematiche - prosegue - non sempre di facile lettura (bilancio dell’Unione e bilancio sociale tra l’altro) e avrei partecipato alla Giunta. Il mio rispetto delle istituzioni e la corretta partecipazione alla vita delle nostre assemblee democratiche (Provincia e Comune) è attestato da un ventennio di lavoro e presenza sempre assidua e attenta per cui niente lezioni politiche».