Bob a 4, il barbianese Bilotti prepara i Giochi: «Andrò alle Olimpiadi di Pechino dopo la mia stagione migliore»

Romagna | 22 Gennaio 2022 Sport
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Tomaso Palli
Assegnati anche gli ultimissimi pass, può dirsi ufficialmente iniziato il countdown finale che porta ai Giochi Olimpici invernali che si terranno a Pechino dal 4 al 20 febbraio prossimi. Nella spedizione azzurra ci sarà anche la nazionale di bob a quattro capace, seppur in extremis, di qualificare ben due equipaggi: l’ultima volta era accaduto a Torino 2006 con l’11° e 12° posto finale. La nostra provincia sarà ben rappresentata dal barbianese Lorenzo Bilotti, che nutre la speranza di migliorare quella che fu la sua prima partecipazione a cinque cerchi, a Pyeongchang nel 2018. Difficile ipotizzare una medaglia, utopistico considerando che manca addirittura dal 1972: in quel caso fu argento mentre quattro anni prima, a Grenoble, addirittura oro. Ma migliorare i piazzamenti dell’ultima Olimpiade casalinga può certamente essere un obiettivo: «Tra il 16° e il 11° posto è un’Olimpiade fattibile - commenta Bilotti - stare nei 10 sarebbe davvero un risultato importante».
Bilotti, due equipaggi all’Olimpiade: avete raggiunto l’obiettivo.
«E siamo molto contenti. Il nostro equipaggio, Italia 1 di Patrick Baumgartner, si era già qualificato con i risultati di due settimane fa (vittoria in Coppa Europa a Igls, ndr) mentre domenica a St. Moritz era fondamentale tenere dietro, o fuori dai 15, l’inglese che avrebbe potuto rubare il posto al secondo equipaggio, quello di Variola: ci siamo riusciti».
Paura di fallire?
«Nemmeno un equipaggio? Sinceramente no! Anche se abbiamo cambiato tanto in stagione e il livello rispetto agli altri anni si è alzato incredibilmente: con i distacchi di oggi, due anni fa si arrivava al sesto posto».
Ha parlato di cambiamenti in stagione…
«Noi frenatori che oggi siamo con Patrick (Baumgartner, ndr), ad inizio stagione eravamo con Mattia (Variola, ndr). Le prime due gare della stagione non sono andate bene nel risultato pur col quarto tempo di spinta in Coppa del Mondo e a quel punto, siamo passati con Patrick per qualificare almeno un equipaggio. Alla fine, è andata bene per entrambi».
Di mestiere è frenatore. Ma cosa fa nello specifico?
«Il vero frenatore è quello che resta in fondo, il secondo nel bob a due e il quarto nel bob a quattro. Ha il compito di comandare la partenza gestendo i tempi di spinta nei primi passi senza che ci siano problemi al momento della salita. E poi, ovviamente, deve frenare. Nel bob a quattro sono frenatori anche il secondo e terzo, come il sottoscritto. Tendenzialmente, sono i due atleti più pesanti ed esplosivi, quelli che devono fare la differenza nei primissimi metri cercando poi di salire in maniera rapida e meno invasiva possibile».
Road to Pechino: quali i prossimi step?
«Ora, cerchiamo di recuperare energie dopo lo stress di una stagione così compressa e proviamo anche a scongiurare il rischio Covid. Poi, la prossima settimana partiremo per un raduno bolla a Roma, alla sede del Coni. Tutto questo per preparare la partenza del 7 febbraio. Arriveremo in Cina ad Olimpiade già iniziata perché le gare di bob sono sempre alla fine e in particolare quelle di bob a quattro saranno il 19 e 20 febbraio, gli ultimi due giorni». 
Qualificati ma non ufficialmente convocati?
«La certezza ci sarà solo nei prossimi giorni quando, una volta assegnati anche gli ultimi pass olimpici, il Coni diramerà le convocazioni ufficiali per tutte le discipline».
Riavvolgiamo il nastro: che stagione è stata?
«Credo sia stata la mia migliore stagione. Ho fatto un percorso atletico e mentale davvero al 110% ed è andato tutto come previsto, per certi versi meglio. Come squadra abbiamo dimostrato il nostro valore che può anche crescere. Siamo molto vicini agli avversari ma è stato molto duro tenere la barra dritta tutta la stagione». 
Cosa si aspetta dai Giochi?
«Entrare nei 10. Penso che non sia impossibile anche se quest’anno è accaduto solamente una volta. Bisogna avere una grande spinta e sperare che a Patrick entri subito nelle corde la pista».
Lei viene dall’atletica con anche risultati importanti: cosa le ha dato quella disciplina?
«La coscienza di ciò che faccio. Sono consapevole di una mia forza: capire ad alta velocità e intensità ciò che faccio e come lo faccio. Mi ha anche insegnato la tecnica di corsa, non fondamentale nel bob ma utile per sopperire a qualche mancanza».
Sarà la sue seconda Olimpiade, ora è anche più esperto?
«Affronterò tutto più serenamente con la consapevolezza giusta, senza pensare di essere in un film per tutto il tempo. Oggi, anche grazie a quell’esperienza, mi sento un po’ una guida per i compagni più giovani, percepisco questo ruolo nei loro confronti».
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