Basket, Raggisolaris Faenza, 10 anni fa il primo grande salto: «Da un gruppo di amici a una vera squadra»

Romagna | 26 Giugno 2022 Sport
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Valerio Roila
Il primo sorso di birra in una sera d’estate. La prima ciliegia di stagione colta dall’albero appena matura. Il momento in cui svolti da una curva in collina e da uno scorcio appare il mare. L’incanto delle prime volte è indimenticabile. 

CIFRA TONDA
Dieci anni fa, i Raggisolaris festeggiarono la vittoria del campionato Promozione e l’approdo in Serie D. C’era stata, è vero, un’altra prima volta, nel 2006, ovvero nell’anno in cui la società venne creata e partecipò al suo primo torneo, però si trattava della Prima Divisione, una dimensione confinante con l’amatoriale. La vittoria del campionato di Promozione, dopo sei anni di «apprendistato», segnò un cambio di passo, successivo alla creazione della Holding, l’estate precedente, che comprendeva la prima squadra ed il settore giovanile del Basket 95. Si cominciava a fare le cose in grande ed il salto del 2012 fu il primo gradino della lunga scalata che porterà il sodalizio faentino fino alla terza categoria nazionale ed alla stagione dei record appena conclusa.

IL CAPITANO
Della squadra che vinse quel campionato facevano parte giocatori che poi hanno proseguito la carriera in neroverde fino alla serie B, come Lollo Benedetti e Andrea Castellari. Quest’ultimo, che ne era capitano, diventerà poi sponsor della squadra con il marchio Rekico Caffè, azienda di cui è vicepresidente. «Sapevamo di essere una buona squadra - racconta Castellari - ma non fino a quel punto. Coach Regazzi ci guidò con precisione maniacale, fornendo a ciascuno il suo ruolo e i suoi compiti, non chiedendoci mai quel che non potevamo dare. Ricordo che alla prima partita Squarzoni segnò 41 punti, una prestazione rara a quei livelli. Dominammo il girone ma i playoff furono complicati: eravamo una squadra molto forte, ma non troppo esperta». E infatti al primo ostacolo rischiaste di vanificare tutto: «Ravenna era arrivata ottavo nel suo girone, eppure in gara-2 ci diede 20 punti. La bella fu equilibrata, allungammo solo nel finale, con un canestro decisivo dell’allora under Cerini». Anche in semifinale soffriste parecchio: «Vincemmo 2-0 con San Marino, ma in entrambi i casi in volata. In casa grazie ad una tripla di Presicce, ed una, da otto metri sulla sirena, di Pier Giovannini, ed al ritorno con due liberi per un loro fallo antisportivo a 2” dalla fine. Quella trasferta fu memorabile perché fu la prima in pullman della storia societaria, con tanto di tifosi imbarcati con i giocatori».

L’ATTO FINALE E OGGI
Si arrivò quindi all’atto finale di Castel San Pietro: «Partita condotta sempre, ma il Tema non mollava. A fine terzo quarto, quando eravamo 57-54, ai tanti nostri tifosi accorsi si unirono i ragazzi della Under 15, entrati a palazzo con la Coppa appena vinta nella finale regionale di Reggio Emilia. Quasi per magia, da quell’istante ci sbloccammo, vincendo larghi. Una cavalcata davvero esaltante. Ci siamo resi conto dopo molto tempo, di quello che avevamo fatto». Avevate la sensazione che qualcosa di importante stesse prendendo forma? «Sì, perché per la prima volta arrivavano dei giocatori ed un coach da fuori Imola, fin lì ci aveva allenato l’attuale general manager Baccarini. Erano segnali di un passaggio da un gruppo di amici a qualcosa di più organizzato. Tanto che, dovendo saltare le prime due partite per una vecchia squalifica, mi vergognavo a dirlo al coach, non sapendo come l’avrebbe presa». Lei segue assiduamente la squadra, e si diverte ancora a giocare con il Basket Project in Promozione, che raccoglie altri protagonisti di quel campionato come Paulo Santo: «Sono legatissimo a questa società, che è riuscita a creare un seguito così appassionato, nascendo dal basso. Creando così legami che hanno consentito di riempire il PalaCattani ai giorni nostri. Sono orgoglioso di aver contribuito a mettere quel primo tassello». In dieci anni i Raggisolaris ne hanno fatta di strada. Tra dieci anni lei dove li immagina? Ci sono ancora margini di crescita per questa società? «Sarebbe bello vederli fare un altro passo in avanti. Bisognerà trovare ulteriore supporto, forze economiche aggiuntive, ma credo che Faenza meriti una A2».
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