Basket B, Testa conquistato dalla Rekico: "Il gruppo è valido e Faenza è il posto giusto per coltivare ambizioni"

Romagna | 25 Luglio 2020 Sport
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Valerio Roila
Non tutti intuiscono che la differenza che c’è tra zero e uno è più grande di quella che c’è tra uno e mille. Filippo Testa, nuova guardia della Rekico, deve aver avuto questo tipo di illuminazione. Ed è forse per quello che ha dichiarato di voler ripartire da zero a Faenza. Per reinventare un percorso e gustarselo appieno con occhi più maturi. Imparare dagli errori e colmarli, sovrastarli con nuovi prodigi e talenti. Ed arrivare ad essere «uno». Quello che, come dice una canzone non troppo nota, «sa vendersi la pelle, fa impallidire il fato, s’illumina di stelle». Originario della provincia di Varese, cresciuto nella gloriosa società del capoluogo, debuttando in Serie A e guadagnandosi i galloni da capitano della Nazionale Under 16 che sfiorò il podio agli Europei di Kiev, a 23 anni Testa ha già vissuto esperienze importanti in A2 (Trapani e Montegranaro) e da protagonista in B, ad Oleggio. 
Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a scegliere Faenza per il proseguimento della sua carriera?
«Sin dalla prima chiamata del general manager Baccarini sono stato colpito dalla serietà e dalla chiarezza delle intenzioni societarie. Il progetto mi ha intrigato, credo sia il contesto giusto per coltivare ambizioni individuali e di squadra».
Tra i compagni di reparto troverà Ballabio. Lui cresciuto nel vivaio di Cantù, lei in quello di Varese, a cui è molto legato, ovvero squadre storicamente rivali. Scherzando, si può dire che vi scornerete nello spogliatoio?
«Spero di no (ride, ndr). Lo conosco bene, l’ho già affrontato e tra noi c’è rispetto. A Varese ho fatto tutto il percorso delle giovanili fino ai 18 anni, sono rimasto affezionato al responsabile operativo Max Ferraiuolo, che è stato un po’ il mio papà sportivo, ed all’ex presidente Cecco Vescovi».
Quali altri elementi della nuova rosa dei Raggisolaris ha già conosciuto sui parquet?
«Ho giocato contro Petrucci quando era Lucca e contro Filippini che era a Vigevano, mentre con Anumba ho svolto un training camp, la scorsa estate, ad Avellino. Tutti ottimi giocatori e belle persone».
Quali, tra i suoi ex compagni di squadra, l’ha colpita o da quale ha appreso maggiormente?
«A Varese ero molto legato a Polonara e Diawara, mi hanno dato parecchi consigli, anche se non giocano nel mio ruolo, erano sempre presenti e mi coinvolgevano nelle uscite. A Montegranaro è nata una grande amicizia con Martino Mastellari (fresco ingaggio di Orzinuovi, ndr), così come con Corbett, che marcavo ad ogni allenamento. Con tutti questi giocatori mi sento ancora di frequente».
E tra gli allenatori che hanno contribuito maggiormente alla sua crescita, chi citerebbe?
«Ugo Ducarello, che ho avuto sia a Trapani che come vice a Varese ed il grande Cesare Pancotto, che mi ha voluto a Montegranaro. In estate mi ha aiutato molto Giuseppe Mangone, ora Responsabile Settore Giovanile a Cremona».
Dunque, ora ricomincia da zero a Faenza, con una squadra di età media molto bassa, senza alcun over 30. Si è già fatto un’idea di quel che potrete combinare?
«Credo potremo creare un bel gruppo, il che può dare la marcia in più per raggiungere gli obiettivi. Non posso fare proclami, ma sono certo che ci toglieremo tante soddisfazioni. Spero solo che potremo giocare al più presto: noi giocatori abbiamo una gran voglia di ricominciare».
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