Basket B, lunedì al Cattani torna l'ex Klyuchnyk: «Ai Raggisolaris un anno sfortunato, però ho tanti ricordi belli di Faenza»
Valerio Roila
Virata la boa del girone d’andata al secondo posto, i Blacks inaugurano il ritorno a Faenza con Ozzano lunedì sera (domenica il Cattani sarà impegnato per una manifestazione di tiro con l’arco). Uno dei due ex neroverdi tra le fila degli emiliani, assieme a Chiappelli, è Dimitri Klyuchnyk, nato in Lviv, in Ucraina, nel 1994. Ex particolare, in quanto militante nei Raggisolaris nella stagione 2019/2020, quella interrotta dal Covid, in cui ha avuto problemi fisici che gli hanno impedito di giocare e di rendere con regolarità. Lasciandogli appena 15 partite a disposizione, con numeri che sono stati i peggiori della tua carriera. «Una stagione storta - racconta il lungo - in cui avevo iniziato bene prima di infortunarmi. Stavo cercando progressivamente di tornare in forma, e sono certo che, non ci fosse stata la pandemia, ci saremmo tolti qualche soddisfazione. Ho un ricordo piacevole dei Raggi: una società di professionisti, un ambiente sereno, in cui si vede la passione dei dirigenti per il proprio lavoro, si capisce anche dai risultati ottenuti».
Lei è arrivato a Faenza dopo aver mostrato ottime cose ad Ozzano, alla prima stagione in B, poi ha proseguito la carriera a Cremona; quindi, ha ceduto di nuovo alle lusinghe dei Flying Balls, dove è ora alla terza stagione. Cosa ha di speciale quel sodalizio, che riesce sempre ad andare oltre i risultati attesi? «Lo dico spesso: Ozzano è la mia seconda casa, una società dove i rapporti umani fanno la differenza, dove nessuno viene abbandonato e si fa di tutto per mettere un giocatore a proprio agio affinché renda al massimo delle potenzialità. Poi, come in ogni squadra, c’è sempre qualche periodo buio, e spero che il nostro per quest’anno sia già passato. Con la formula attuale, i conti si fanno a maggio».
Ed infatti all’andata avete giocato un match inquieto, perdendolo malamente, ma in seguito la vostra stagione è svoltata verso il meglio ed avete mostrato le vostre qualità. Come approcciate al match di lunedì? «Ad Ozzano i Blacks ci hanno surclassato in tutte le caratteristiche del gioco, sono stati più intensi e hanno meritato la vittoria. Non sarà facile batterli a casa loro, Il loro roster è di primo livello. Ma stiamo lavorando sulle loro peculiarità e cercheremo di essere meno nervosi dell’andata».
Quali sono i suoi obiettivi futuri? Ambisce ad un salto in A2 o preferisce continuare ad essere un fattore importante in Serie B? «Ammetto che mi piacerebbe testarmi ad un livello superiore, ma è difficile rispondere senza avere delle proposte. Dipende dalle opportunità, dovessero arrivare proposte, farò le mie valutazioni».
Lei è arrivato in Italia a 14 anni, ed in Ucraina ha ancora parenti ed amici. Come sta vivendo questi momenti di apprensione per la guerra? È riuscito a tornare nella sua terra d’origine nell’ultimo anno? «Non sono più tornato in Ucraina perché gli uomini tra i 18 e i 60 anni non possono abbandonare il Paese: se ci andassi, non riuscirei più a tornare indietro. Fortunatamente siamo riusciti a fare arrivare in Italia i miei genitori ed i parenti, che erano a Bucha (una delle città inizialmente occupate dai russi, ndr), grazie a persone vicine alla società. Genitori di alcuni atleti, dirigenti e soci mi hanno aiutato con la casa e con la burocrazia. Devo tanto ad Ozzano. Come tanto devo ai miei compagni di squadra e allo staff, soprattutto l’anno scorso quando questa brutta storia ha avuto inizio».