Basket B, la Rekico Faenza ha riunito i fratelli Tiberti: "Siamo entrambi molto competitivi"

Romagna | 28 Luglio 2019 Sport
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Valerio Roila
Edoardo, classe 1997, centro, numero di maglia: 13. Amedeo, classe 2000, ala, numero di maglia: 28. La Rekico ha riunito per la prima volta nella stessa squadra i fratelli Tiberti, che saranno protagonisti nella prossima stagione a Faenza. Il primo ha già qualche esperienza importante alle spalle, il secondo è al suo primo vero campionato «senior», ma sono entrambe giovani e non notissimi al grande pubblico. Il commovente film «Una storia vera», diretto da David Lynch, sentenzia che «nessuno conosce meglio la tua vita di un fratello che ha quasi la tua età, sa chi sei e cosa sei meglio di chiunque altro», e allora noi abbiamo provato ad apprendere qualcosa in più tramite la nostra semi-seria intervista doppia.
Chi di voi due ha iniziato per primo a giocare a basket?
Edo: «Io, ma solo perché sono il più vecchio».
Ame: «È una passione di famiglia ereditata da papà, che ci è stata tramandata in ordine temporale di nascita. E dietro noi due arriva a ruota il terzo fratello, Tommaso».
Chi vince di più quando giocate «uno contro uno»?
Edo: «Per ora mi è andata sempre bene, più in là vedremo».
Ame: «Certo, approfitta della sua età per battermi».
Chi si arrabbia di più quando perde?
Edo: «Siamo entrambi molto competitivi, e cerchiamo appena possiamo la rivincita».
Ame: «Forse io sono più irascibile, anche perché perdo di più. Ma continuo a chiedergli di giocare ancora».
Vi hanno mai confuso nelle interviste?
Edo: «No. Siamo simili, ma non così uguali».
Ame: «No, anche perché finora non ne ho fatte tante».
Qual è il più grande pregio di suo fratello?
Edo: «Quando si mette a disposizione dell’allenatore o della squadra, lo fa al 100 per cento»
Ame: «Il fatto che con me è molto buono, anche troppo, perché io so essere un rompiballe. È protettivo, il classico fratellone».
Ed il suo peggior difetto?
Edo: «È un testardo e borbotta sempre».
Ame: «E’ più alto di me. E mi batte a uno contro uno».
Cosa le ha insegnato suo fratello sul campo e fuori?
Edo: «Che non bisogna mai mollare. È arrivato a metà stagione da un’esperienza negli Stati Uniti e tutti erano preoccupati per il proseguimento, invece ha dimostrato di avere ancora immutata passione e grinta».
Ame: «Mi ha aiutato a crescere mentalmente, ed è stato allenante, perché a giocare contro di lui ho imparato di più che a giocare contro i miei pari età. E sa trasmettermi tranquillità, aiutandomi nei dubbi e nelle scelte».
Dia un consiglio a suo fratello.
Edo: «Ascolta di più quello che ti viene detto, anche se si tratta di critiche o di lati negativi».
Ame: «Continua a lavorare così, e prova qualche tripla in più, che ce l’hai il tiro».
Chi è il più bello fra voi due e chi ha più successo con le ragazze?
Edo: «Siamo diversi, io ho i capelli ricci e sono più alto, lui è più grosso, ma non siamo brutti. Quindi siamo pari, dipende dai gusti».
Ame: «In realtà, purtroppo acchiappa di più lui. Ha le braccia più lunghe!».
Chi era il più bravo a scuola o l’intellettuale di famiglia?
Edo: «Io ero il più bravo, ma al quinto anno ho avuto uno stop ed il mio primato si è offuscato».
Ame: «Siamo entrambi abbastanza svegli, ma a scuola siamo stati studenti un po’ svogliati. Anche perché con i tanti allenamenti, il tempo per studiare si accorcia inevitabilmente».
Come vede suo fratello tra 10 anni?
Edo: «Con la Nazionale agli Europei 2029. E con una barba decente spero, perché ora è inguardabile».
Ame: «Al più alto livello cestistico possibile, e felice di quello che è e di quello che fa».
Gli dica una cosa che non gli hai mai detto.
Edo: «Gli dico sempre in faccia tutto quello che ho da comunicare».
Ame: «Sei più bello di me».
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