Basket A2, l’OraSì sfida per la prima volta Martino. Vianello: “Spero mi faccia contento”

Romagna | 22 Novembre 2018 Sport
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Stefano Pece - Prima di approdare alla Fortitudo Bologna, Antimo Martino è stato per quattro anni al timone dell’OraSì. Sotto la sua guida la squadra è cresciuta di anno in anno nel gioco e nell’organizzazione, anche se non sempre ha centrato i risultati sperati. Domenica, per la prima volta, le strade del coach e della squadra giallorossa si incroceranno al Pala Dozza.
A volere Antimo alla guida di Ravenna era stato l’allora general manager Giorgio Bottaro che aveva conosciuto il tecnico molisano quando entrambi erano alla Virtus Roma. Nella capitale Martino era solo un assistente e si occupava in prevalenza del settore giovanile, pertanto lanciarlo subito nella mischia come capo allenatore a soli 36 anni costituiva una scommessa senza garanzie. Una scommessa che Bottaro ha vinto. Sotto la sua guida, l’OraSì ha ottenuto più del 55% di vittorie totali, l’indimenticabile cavalcata fino alla semifinale play-off nella stagione 2016-17, eliminata soltanto dalla Virtus Bologna che poi centrò la promozione, e li ha sfiorati nelle altre tre stagioni. Con lui se n’è andato un pezzo di storia giallorossa e un pezzo di cuore del presidente Roberto Vianello che a Martino è rimasto molto affezionato: «Io considero Antimo Martino un amico e una persona perbene che sa fare il suo mestiere - afferma lo stesso Vianello -. Mi è dispiaciuto che sia andato via, ma sono contento per lui per il salto di categoria che ha fatto».
Era il momento giusto per andare?
«Egoisticamente vorrei dire di no, perché io l’avrei tenuto qui, anche se il cambio di rotta che abbiamo fatto mi sta soddisfacendo. Inoltre con lui c’era un rapporto che andava oltre i contratti perché dopo quattro anni subentrano altri tipi di legami, però devo ammettere che ha preso il treno al momento giusto. A Ravenna il ciclo era finito, bisogna essere obiettivi. Gli si è presentata un’opportunità importante e l’ha colta e sono contento per lui. Noi invece abbiamo cominciato un nuovo ciclo, come è normale che sia».
A memoria non le erano piaciuti i tempi e i modi scelti dal procuratore di Martino.
«Quella persona ha chiuso con Ravenna. Siamo andati a pranzo insieme il giorno prima, ci siamo stretti la mano con la promessa che Antimo sarebbe rimasto e il giorno dopo ci ha fatto questo scherzo. La categoria dei procuratori non mi piace e questo non è un segreto, ma non fatemi dire di più».
Adesso Martino allena la locomotiva del girone Est e forse dell’intera serie A2.
«Mi sembra che abbia il polso della situazione e stia dimostrando di avere carisma. E non era facile poiché i rischi erano tanti: è andato ad allenare una squadra non facile con un pubblico non facile. C’era il rischio di farsi male, ma si sta comportando bene».
Secondo lei è possibile il miracolo dell’anno scorso? Ravenna sotto di 28 all’intervallo, poi vittoriosa al Pala Dozza.
«Tutto è possibile, io conto sul calcolo delle probabilità, prima o poi dovranno pur perdere, non potranno vincerle tutte. Visto che io sono contento per Antimo, spero che lui faccia contento me domenica».
Ravenna è uscita dal periodo grigio?
«Ritengo di sì. All’inizio ci sono piovute addosso moltissime critiche, anche eccessive, adesso però la squadra non va incensata troppo perché basta poco in questo campionato per perdere terreno. Molti dicono che mancano i 2 punti di Cagliari, ma ci sono i punti di Piacenza: le due cose si compensano perché a Piacenza non meritavamo di vincere e lo abbiamo fatto solo all’ultimo tiro, quindi la classifica è giusta. Adesso abbiamo due trasferte che fanno tremare i polsi, soprattutto la prima, e dobbiamo stare calmi e fare il nostro lavoro».
 
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