Basket A2 donne, Morsiani (E-Work) è un'ala in corsia: "La mia vita tra la pallacanestro e la lotta al Covid"

Romagna | 27 Novembre 2020 Sport
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Luca Del Favero
Chiuso per Covid. L’E-Work non è scesa in campo nello scorso fine settimana a Firenze, in quanto le toscane avevano due atlete positive al Coronavirus e tre con la febbre alta. Un rinvio che secondo i protocolli Fip non ci sarebbe dovuto essere stato (fino a otto tesserate a disposizione una squadra deve scendere in campo), ma di comune accordo con la dirigenza faentina è stato chiesto il rinvio. Per la prima volta dunque anche le faentine hanno dovuto fare i conti con il Covid, entrato prepotentemente da un paio di settimane nel girone Sud, costringendo al rinvio di sei gare, comprese tre del prossimo turno. In totale le partite che sono state tolte dall’agenda sono nove, ma i tre rinvii di Bolzano sono dovuti all’ordinanza del Trentino Alto Adige che vieta l’attività sportiva anche alle società che militano in campionati nazionali. Chi conosce molto bene le dinamiche del Covid è Lucia Morsiani, bandiera dell’E-Work, che si divide tra la pallacanestro e il lavoro di infermiera (lavora in sala operatoria al Bufalini di Cesena), vivendo ogni giorno in prima linea per contrastare questa emergenza: «La situazione del Covid purtroppo la conosciamo tutti fin troppo bene - spiega l’ala 28enne - e ci dobbiamo convivere nello sport come nella vita di tutti i giorni. Sul lavoro vedo da vicino il problema che è tutt’altro che semplice. Questa seconda ondata ce l’aspettavamo, ma non penso che siano stati sfruttati al meglio i mesi di calma che abbiamo avuto. Parlo a livello sportivo, ma non solo». 
Quest’anno siete più impegnate a sottoporvi a tamponi che ad allenarvi... Che provvedimenti avrebbe preso per aiutare il vostro sport?
«L’A2 femminile, essendo campionato nazionale, sta continuando anche se a porte chiuse, ma senza a mio avviso controlli adeguati e precisi. Navighiamo a vista adeguandoci di volta in volta alle nuove direttive che arrivano dalla Lega, ma penso che sarebbe stato meglio e più sicuro aver già da inizio anno un protocollo unico e chiaro per tutte le società dato che non si poteva sperare che il problema non si presentasse. Inoltre, vista la situazione di emergenza, penso sarebbe stato utile a livello di Federazione avere un fondo per finanziare i controlli sanitari necessari, che invece sono per lo più a carico delle singole società». 
Riuscite ad essere serene in questa situazione?
«C’è un’aria di incertezza che non aiuta sicuramente, sappiamo che potrebbero fermarci il campionato da un momento all’altro, ma nonostante tutto stiamo facendo del nostro meglio sperando di poter tornare presto a giocare davanti al nostro meraviglioso pubblico».
Dopo il rinvio con Firenze ora ci sarà la gara con Livorno, in programma sabato sera (ore 19) al Bubani.
«Vogliamo scendere in campo il prima possibile per riprendere a giocare. Sia per divertirci sia per rialzare la testa dopo il ko con Umbertide. Vogliamo iniziare la nuova avventura con coach Sguaizer nel migliore dei modi e saremo ancora più determinate».
Ormai l’esonero di Rossi fa parte del passato, ma una come lei che lo ha avuto già dai tempi del Club Atletico, come ha preso questa decisione?
«È stata una scelta della società: sul campo ovviamente non c’è nulla da dire visti i risultati. Personalmente sono dispiaciuta e spero che questo momento difficile ci unisca ancora di più come squadra».
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